Marito e moglie morti assiderati Li hanno trovati abbracciati sui monti di belluno

Marito e moglie morti assiderati Marito e moglie morti assiderati Li hanno trovati abbracciati sui monti di Belluno ESCURSIONE FATALE VERONA. Sono morti abbracciati sulla montagna bellunese il dirigente d'azienda Gioacchino Benini e la moglie Pisana Vanoni, entrambi quarantottenni di Villafranca Veronese. Così li hanno trovati i soccorritori che li avevano inutilmente cercati per tutta la notte. La morte è stata causata dall'assideramento, prima dell'uomo, poi della donna, che aveva tentato inutilmente di proteggerlo con il suo corpo dal gelo. La tragedia ha avuto per scenario la montagna dell'Alpago, al confine tra il Bellunese, il Trevigiano e il Pordenonese. Una montagna non impegnativa dominata dal parco del Cansiglio. Sopra a Tambre d'Alpago, paese famoso per le sue lumache e perché vi abitava Rodolfo Sonego, lo sceneggiatore di Alberto Sordi, c'è il rifugio Semenza, al quale era diretto un gruppo di undici veronesi, tutti del comune di Villafranca, uniti dall'identica passione per la montagna. Un gruppo formato da abitanti di paesini o del capoluogo dove la cima più alta è la collina della battaglia di Custoza. Benini e la moglie, un'assistente sociale in pensione, guidavano il gruppo formato da coetanei. Un gruppo che si era ritrovato ancora la sera prima della partenza per l'Alpago a casa loro per concordare i tempi della prevedibilmente facile escursione. Benini era da sempre un appassionato della montagna e da sempre aveva avuto un ruo¬ 10 di leader. La coppia aveva due figli, Francesco di 18 anni e Carla di 16, entrambi studenti. Ieri Francesco non era a casa, era in Alpago per salutare per l'ultima volta i genitori. Fra pochi giorni il ragazzo comincerà gli esami di maturità scientifica al liceo Medi di Villafranca. La sorella invece è stata accolta dai parenti. L'allarme per la scomparsa della comitiva guidata da Benini era stato dato poche ore dopo la partenza del gruppo che aveva lasciato verso mezzogiorno 11 rifugio diretto verso una vicina cima. Il tempo sembrava tornato buono. Ma solo per poco perché nel primo pomeriggio la zona era stata nuovamente caratterizzata da violenti e ri¬ correnti nubifragi, persino con grandinate e con la neve scesa fino a quota 1400-1500 metri. I temporali prolungati, di una intensità eccezionale, avevano subito fatto temere per la sorte degli escursionisti, nel frattempo saliti di quota. L'allarme è scattato nel tardo pomeriggio quando al rifugio Semenza è arrivata una telefonata da un portatile che, però, si è quasi subito interrotta. Alla ricerca si erano messi immediatamente il gestore del rifugio di Tambre ed i vigili del fuoco di Belluno. Cinque escursionisti erano nel frattempo riusciti a raggiungere da soli il sentiero e ad arrivare così in vicinanza del rifugio. Altri quattro dopo ore di disperata ricerca avevano imboccato un viottolo, erano stati rintracciati durante la notte e portati al sicuro. Sono stati anche ricoverati nell'ospedale di Belluno. All'appello mancavano sempre i due Benini. Il loro incarico era quello di chiudere il gruppo. Invece non sono mai arrivati alia meta a differenza degli amici. Sono stati fermati, in un abbraccio, dal gelo della morte. Il referto medico parla di morte per arresto cardiocircolatorio dovuto a ipotermia. Nel tardo pomeriggio erano ancora ricoverate in Rianimazione con prognosi riservata all'ospedale di Belluno due escursioniste, Flavia Zanetti ed Elisabetta Barbieri. Franco Ruffo

Luoghi citati: Belluno, Tambre, Verona, Villafranca, Villafranca Veronese