E' GIÀ' SUCCESSO I Piccoli gialli dei viaggi apostolici

"~1 F E' GIÀ'SUCCESSO "~1 Ipiccoli gialli dei viaggi apostolici AVVIENE spesso che il Papa, nei suoi viaggi per il mondo, ometta frasi o periodi interi dei suoi discorsi. E' capitato anche in questa sua visita in Germania. Perché 10 faccia, lui non lo ha mai spiegato. La spiegazione che viene dai suoi portavoce spesso è oscillante: a volte è il testo scritto che fa fede; altre volte valgono le parole pronunciate dal Pontefice. Un caso che fece notizia nell'aprile del 1980, fu una considerazione cancellata oralmente da Wojtyla in mi discorso in piazza Vittorio a Torino. Il Papa omise la parola «terrorismo» dalle «conseguenze» che 11 testo faceva derivare dal «marxismo ateo». Lo annotò, allora, con grande soddisfazione ed evidenza «l'Unità», giornale del partito comunista. Vi nicchiarono sopra, senza tanta voglia di chiarire, le autorità ecclesiastiche, desiderose di non inasprire le polemiche. Un altro caso curioso era avvenuto un anno prima. Era uscito allora un libro dal titolo «Il Papa dal volto umano», scritto da Luca Liguori e, indovinate un po', da Aldo Biscardi, che avevano registrato una conversazione in aereo con Giovanni Paolo II durante il primo viaggio papale in Messico. Wojtyla parlava dei cattolici che militavano nel partilo comunista e affermava che, in fondo, «Cattolici lo erano ancora, giacché non avevano voluto abbandonare la Chiesa». Le parole del Pontefice, sempre abbastanza sobrio quando si intrattiene coi giornalisti, si fermavano lì. Nel libro, sembra per suggerimento Vaticano, le considerazioni papali concludevano dicendo che, però, «la scelta politica di quei cattolici non era coerente coi principi della fede e della morale». Ne era nata la solita polemica sulle parole effettivamente pronunciate dal Papa. Biscardi, come si sa, dopo questa esperienza papale, trovò campo più adatto alle proprie conversazioni, quello del calcio, dove giustamente le opinioni in libertà imperano. Ritornando ai discorsi del Papa, a volte Wojtyla mette da parte il testo scritto e improvvisa alcune parole; a volte inserisce considerazioni che gli vengono spontanee dal tema che sta svolgendo. E' da ricordare l'impeto con il quale, nel giugno 1991, in Polonia, si scagliò contro la legislazione sull'aborto, interrompendo più di una volta il testo scritto. Nel caso, invece, della omissione di una frase che, nel contesto del discorso, dovrebbe assumere una particolare importanza, sorgono le domande: è stata una svista o una decisione del Pontefice? Ma il Papa non conosce prima il testo dei suoi discorsi? E come nascono questi testi? La redazione dei discorsi papali avviene, di solito, dopo una consultazione con i vescovi locali, che si incontrano a Roma con Wojtyla. E' in questi colloqui che si stabiliscono i temi da trattare. Il Papa dà una traccia, poi una équipe di monsignori curiali esperti nelle varie materie, teologiche, giuridiche, bibliche, fa una prima stesura del testo. Il Papa lo rivede e, infine, un'altra équipe si incarica delle traduzioni nelle varie lingue. I discorsi poi vengono distribuiti ai giornalisti, prima che il Papa li pronunci. E' così che è possibile notare le differenze fra il testo scritto e quello pronunciato. Che cosa poi determini le omissioni di Wojtyla, come si e detto, rimane un po' un mistero, sul quale ci si può sempre sbizzarrire. E' da notare, infine, che nemmeno la pubblicazione del testo su «L'Osservatore Romano», che è organo ufficioso della Santa Sede, rende ufficiale un discorso. L'ufficialità viene soltanto dalla definitiva apparizione sugli Acta Apostolicae Ficus. Domenico Del Rio «o |

Persone citate: Aldo Biscardi, Biscardi, Domenico Del Rio, Giovanni Paolo Ii, Luca Liguori, Wojtyla

Luoghi citati: Germania, Messico, Polonia, Roma, Torino