Silvestrini: Pio Xll si oppose a Hitler

Silvestrini: Pio Xll si oppose a Hitler Silvestrini: Pio Xll si oppose a Hitler L'EX MINISTRO DEGLI ESTERI VATICANO IL cardinale Achille Silvestrini ò stato per molti anni il ministro degli Esteri vaticano, prima di essere nominato, l'anno scorso, prefetto per la Congregazione delle Chiese Orientali. E' l'uomo che conosce più di ogni altro la vita della Segreteria di Stato. Cardinale Silvestrini, come si spiega i tagli sul nazismo nei due discorsi del Papa in Germania? «Il Papa usa omettere brani dei suoi discorsi, quando i testi sono lunghi. Accade anche a Roma, anche nelle udienze generali. E' accaduto di recente durante le visite ad limina. Il Papa pronuncia una parte del discorso e fa poi distribuire il testo intero, che tutti possono leggere. E' un problema un po' legato alla sua fatica Fisica». Ma, Eminenza, quei brani tagliati erano importanti, indicavano una presa di posizione della Chiesa. Se pronunciati in terra tedesca avrebbero avuto un peso diverso. «Io sono qui a Roma, non sono in grado di dire che cosa ò stato fatto a Berlino. Quello che so è che questo Papa si è espresso sempre, chiarissimamente, per una condanna totale del nazismo, a favore degli ebrei e in difesa dei grandi martiri del regime hitleriano. Pensiamo soltanto alle vittime del nazismo che ha portato sugli altari. Massimiliano KoUie era stato canonizzato da Paolo VI. Questo Papa ha beatificato Michael Koza, polacco, Marcel Callo, francese, Titus Bradzma, gesuita olandese, Rupert Maier e Edith Stein, tedeschi: tutti morti nei campi di concentramento. E ricordiamoci di quello che ha sempre detto sugli ebrei. Non ci sono sicuramente riserve da parte di Giovanni Paolo II». Forse c'era qualche timore verso i cattolici tedeschi? I rapporti con il nazismo non possono evocare qualche ricordo spinoso? «Non credo. Gli storici, anche tedeschi, sono oggi convergenti nel sostenere che la maggior parte della popolazione non era filo- nazista. C'era molta passività, certo. Ma c'erano anche i resistenti. Nel mondo cattolico i più forti furono il cardinale Von Praisig, di Berlino, e il cardinale Von Galen di Munster, che protestò contro gli esperimenti fatti dai nazisti, nella loro ricerca eugenetica, sulle persone tarate. Sono le figure di punta, personaggi straordinari; come, in campo protestante, il pastore Dietrich Bonòffer, morto nel lager di Flossenburg. Tanto Von Praisig quanto Von Galen furono fatti cardinali da Pio XII nel 1946, con il primo Concistoro dopo la guerra». Sui rapporti fra Pio XII e il nazismo si è discusso tanto; sui suoi silenzi, soprattutto... «La discussione sul piano storico ha però fatto molti progressi, in favore del Papa: antinazista sempre. Pio XII ha dovuto rinunciare a una denuncia pubblica per evitare conseguenze più gravi, dopo che la denuncia fatta dall'episcopato olandese nel 1942 aveva provocato una più forte rappresaglia, con deportazioni di massa: e fu in quella ondata che finì Anna Frank. «C'è un episodio, che pochi conoscono, dell'inverno 1940, prima dell'attacco tedesco al fronte occidentale. Un gruppo di alti ufficiali tedeschi che intendeva detronizzare Hitler chiese al Papa di farsi mediatore presso i governi alleati per sapere quali garanzie avrebbero avuto da loro. Pio XII convocò due volte l'ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Osbome, per comunicargli l'iniziativa. Lo ha fatto direttamente, tenendo fuori la Segreteria di Stato. Infatti negli archivi della Segreteria non ce n'è documento. C'è nel diario di Osbome, e in im libro di Chatwick, uscito dalla Oxford Press. Lui, così ligio alle regole diplomatiche, ha compiuto un'azione contro tutte le procedure. Mai un Capo di Stato si fa tramite di queste cose. Pio XII lo ha fatto perché era convinto che la Germania si potesse salvare. Era stato nunzio a Monaco e poi a Berlino, dal 1917 al 1929, era stato favorevole alla Repubblica di Weimar. Questo dice il suo stato d'animo». Condivise l'enciclica di Pio XI, «Mit Brennender Sorge» contro il nazismo, nel 1937? «Pio XI pubblicò due encicliche quell'anno. La prima, "Divini Redemptoris", contro il comuni¬ smo, molto forte come dottrina. La seconda, contro il nazismo, più forte come tono. Vi ebbe molta parte l'episcopato tedesco, in particolare il cardinale Faulaber, di Monaco. Ma anche Eugenio Pacelli, allora segretarie di Stato». Giorgio Calcagno «Favorì un incontro segreto tra generali tedeschi dissidenti e gli Alleati» Xll er si fa tramite di queste cose. Pio XII lo ha fatto perché era convinto che la Germai i t l Il cardinale Achille Silvestrini e l'uomo che conosce più di ogni aitro la vita della Segreteria di Stato vaticana In basso. Pio Xll

Luoghi citati: Berlino, Germania, Monaco, Roma, Weimar