LA PITTURA DELLE POSSE Le figure infantili di Cingolani popolano i paesaggi di Pusole

LA PITTURA DELLE POSSE LA PITTURA DELLE POSSE Le figure infantili di Cingolani popolano ipaesaggi di Pusole no, ma il loro stile e la loro poetica sono ben diversi, quasi divergenti. L'esperimento di farli lavorare insieme è una scelta di Luca Beatrice, critico d'arte torinese che tra i primi, insieme al collega napoletano Gabriele Perretta, ha sostenuto questa tendenza post-pop, caratterizzata da una pittura vivacemente cromatica, nata in rapporto alla musica delle Posse e dei gruppi che suonano nei centri sociali. Un'arte quindi più vicina alla "Micro informazioni Macro informazioni^ di Pierluigi Pusole e Marco Citmo/ani gente, ai giovani, più comprensibile e calda, forse anche più democratica e meno elitaria. Con una pennellata quasi espressionista, fluida e mossa come fosse stesa in uno stato di trance, a monocromo nero-grigio Pusole ha dipinto su grandi tele rettangolari evanescenti paesaggi, scenari magmatici come di un mondo primordiale e postatomico, dove l'unico tocco di colore è costituito da sottili filamenti arancio che immettono tracce di vita in quelle lande desolate e livide. Proprio all'interno di questo vedutismo postmoderno è intervenuto Cingolani, inserendo i suoi tipici personaggi, un po' naif e un po' infantili per la voluta approssimazione e stilizzazione del segno. Nelle opere «a solo» di Cingolani risulta ancora più evidente l'uso vivido dei colori stesi a piatto, senza volumetria, e sul fondo blu intenso si staglia una ginestra dai fiori gialli, e nel cielo cobalto si libra la silhouette di un omino nero: è un autoritratto. Guido Curio Inaspettata In Arco, piazza Vittorio Veneto, 3 Orari: da martedì a sabato ore 10-12,30; 16-19,30 Fino al 13 luglio.

Persone citate: Cingolani, Gabriele Perretta, Luca Beatrice, Marco Citmo, Pierluigi Pusole, Posse, Pusole