Il Joffrey apre il 27 giugno la X edizione della rassegna di balletto

Il Joffrey apre il 27 giugn^la^X edizione della rassegna di balletto Il Joffrey apre il 27 giugn^la^X edizione della rassegna di balletto D. C A. COMPAGNIE PHILIPPE DECOUFLÈ' Quando proponeva i suoi spettacoli intelligenti, pieni di creatività e humour, come per esempio «Triton», invitato a fine Anni 80 ad Avignone, pochi conoscevano Philippe Decouflè. Il fenomeno è esploso nel '93 (complici le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Albertville da lui curate) e «Petites Pièces Montées» (visto a TorinoDanza nel 1994) è diventato uno spettacolo popolare, un successo straordinario con mesi e mesi di repliche in tutta la Francia. Adesso, con «Décodex» (a fianco), è uguale trionfo. Pensato e realizzato l'estate scorsa, è approdato in autunno al Festival d'Automne di Parigi dove è rimasto in cartellone, a Bobigny, teatro coltissimo della periferia, per oltre un mese e mezzo, sempre a sala esaurita. Poi è partito per una lunga tournée prima di approdare a TorinoDanza, secondo spettacolo al Regio, in programma il 5 e 6 luglio. Forse per strada, fra tanti successi, il lavoro di Decouflè ha perduto un po' di poesia e di humour, ma il risultato è ugualmente spettacolare e il divertimento assicurato: un mondo che mette insieme videoclip e rimpianto del circo, rapidità e ingenuità. Che cosa si vede? Un caleidoscopio di personaggi immaginari. Esseri strani che camminano e danza- Pagine a cura di Sergio Trombetta no con le pinne ai piedi; ballerini appesi a fili elastici, teatrini di mostri gentili. Un bestiario domestico, un catalogo della fantasia nati dalla mente fervida e geniale di Dècouflé. Fra i danzatori, non passa inosservato Christophe Salengro. Alto e con le orecchie a sventola, il contrario dell'ideale di ballerino, ma esilarante e inimitabile. IECI anni. Sarebbe stato bello celebrarti con unr programma speciale, affiancando alla abituale qualità anche la quantità. Invece niente: pochi soldi. Gli enti locali non scuciono molto. Così, mentre a due ore di treno il Festival di Nervi rilancia e straccia tutti con un programma che, almeno sulla quantità, non è secondo a nessuno; mentre RomaEuropa conferma una attenzione intelligente alla danza con molte proposte, TorinoDanza celebra i suoi primi dieci anni con un programma qualitativamente molto bello, ma decisamente «piccolo», con un bilancio di previsione che si aggira sul miliardo e trecento milioni e con spettacoli che vanno in scena al Regio, al Piccolo Regio e nel Cortile di Palazzo Reale. La prima proposta, al Regio, viene dall'America. Il Joffrey Ballet di Chicago, una delle compagnie più interessanti degli Stati Uniti, forte nel contemporaneo e nel repertorio del primo '900, apre il decimo Festival TorinoDanza il 27 giugno all'insegna del rock di Prince con «Billboards» (replica il 28, foto in basso nella pagina accanto). I Billboards sono i grandi cartelloni pubblicitari disseminati lungo le autostrade americane. Qui Billboards sta per cartelloni dipinti con la musica, il ritmo e l'energia di Prince. Un poker di giovani coreografi contemporanei americani è chiamato a dare sostanza visiva ai pezzi del musicista. Laura Dean, Charles Moulton, Peter Pvcci e Margo Sappington sono i nomi. Tutti dotati di un dinamismo straordinario. Ma se fra i quattro si vuole proprio stabilire delle priorità, allora i brani coreografati da Margo Sappington, carichi di sensua- lità e ambiguità, sono da non perdere. dopo il rock arriva il classico del '900. Il 30 giugno infatti il Joffrey Ballet propone un secondo programma con due perle dei «Ballets Russes» la compagnia di Djagilev che entusiasmò Parigi nei primi trenta anni del secolo: «L'après midi d'un Faune» e «Parade» (foto al centro nella pagina accanto). «L'après midi» su musica di Debussy è il primo capolavoro coreografico di Vaslav Nijinskij, il grande ballerino che nel 1912 volle mettersi alla prova anche come costruttore di danze. Il suo «Après midi» fu un evento straordinario nella storia delle danza. Lui, grande virtuoso dai balzi straordinari, costruiva per sé come fauno, movimenti piccoli, misurati, bidimensionali. Perché la coreografia è ispirata alla pittura greca. E «nella sua imitazione Nijinskij è stato del tutto fedele a quello spirito e a quei contenuti», ha scritto George Balanchine. La vicenda: nel solare pomeriggio mediterraneo, al limite di un bosco, un fauno intreccia giochi amorosi con un gruppo di ninfe. «Parade», data di nascita 1917, vede unito il genio di quattro grandi: Leonide Massine per la coreografia, Erik Satie per la musica, Jean Cocteau per il libretto e Pablo Picasso per le scene e i costumi. Un gioiello assoluto. Di che cosa tratta? Di un gruppo di artisti di circo che intrattiene il pubblico all'ingresso del tendone per convincerlo ad entrare. E quando lo spettacolo del circo incomincia, il balletto finisce. La serata si completa con due coreografie di Gerald Arpino, il direttore della compagnia: «Round of angels» e «Light Rain». (Foto a lato). IL BALLETTO DI TOSCANA Al Balletto di Toscana, più volte ospite di TorinoDanza, spetta il compito di aprire la serie di spettacoli nel Cortile di Palazzo Reale il 9 luglio. Con un brano che in realtà preferirebbe un luogo chiuso; ma non si può fare altrimenti: il Regio è off limits per i lavori di restauro. L'appuntamento è comunque importante perché per la prima volta Angelin Preljocaj, uno dei massimi coreografi della nuova generazione francese, adatta una sua coreografia per una compagnia italiana, e lo fa con uno dei pezzi più personali e «bollenti». «Liqueurs de chair» è una indagine sul corpo, sulle sue attitudini e pulsioni sessuali, sul piacere e la sofferenza. Grande esposizione di carni e biancheria sotto pesanti cappottoni militari, «Liqueurs de chair» prende le mosse dai tentativi di provocazione di un ragazzo, solo al centro della sala, da parte di due danzatrici. Subito dopo ci imbattiamo in un corpo a corpo fra una danzatrice e una arrugginita e fumante macchina celibe (la scultura è di Frédèric Le Junter). La ragazza si sistema supina su uno scivolo e sollecita il marchingegno col proprio corpo azionando con lentissimi colpi di reni un lungo manico sistemato fra le gambe. Segue la danza ammiccante di quattro ragazzi ve-, stiti unicamente di un cappotto che continua ad aprirsi, a-scivolare lungo la schiena, lasciando intravedere le parti intime nelle giravolte più audaci. Un brano che gli straordinari danzatori del Balletto di Toscana sono in grado di interpretare al meglio e che, dopo il debutto a Firenze, arriva a Torino per poi proseguire in un fitto calendario di appuntamenti estivi.