I ricordi manipolati di Ezio Giacobini

I ricordi manipolati I ricordi manipolati Sigmund Freud IL desiderio di aiutare adulti che sono stati vittime di abusi sessuali o psicologici durante il periodo dell'adolescenza ha portato alla ribalta della psicoterapia americana un nuovo problema legale. L'accettare come verità ricordi evocati con ipnosi o semi-ipnosi potrebbe causare danni seri a degli innocenti. Queste tecniche si basano sulla descrizione di immagini evocate dal ricordo di spiacevoli avvenimenti passati che sarebbero nascosti negli angoli più oscuri e profondi della nostra coscienza. In casi particolari questi ricordi si dimostrano abbastanza precisi quando vengano controllati con testimonianze di esperienze «indipendenti». Ma numerosi studi pongono seri dubbi sull'affidabilità di risultati ottenuti mediante metodi di psicoterapia oggi molto in voga in Usa. Basandosi esclusivamente su dati raccolti durante queste sedute si sono costruite accuse molto gravi di maltrattamenti o abusi sessuali da parte di famigliari durante il periodo dell'infanzia o dell'adolescenza che hanno dato il via a processi finiti talvolta in severe condanne per i genitori. Nel '92 è sorta negli Stati Uniti un'associazione chiamata «False memory syndrome Foundation» il cui programma è facilmente intuibile. Composta da un gruppo di psichiatri e di psicologi, il suo scopo principale è indagare su certi metodi di psicoterapia usati per l'evocazione di ricordi a distanza di decenni e proteggere i genitori accusati ingiustamente da figli già adulti. Un secondo fine è quello di promuovere una ricerca scientifica seria sul fenomeno dei «falsi ricordi» e sviluppare metodi che possano servire a separare il falso dal vero a proposito di presunti abusi sessuali di tipo incestuoso basati su ricordi creati artificialmente a distanza di decenni dagli avvenimenti reali. In un recente articolo nel New England Journal of Medicine uno specialista di Harward riassume la situazione sulla base di pubblicazioni degli ultimi dieci anni. F.H. Frankel dice di essere al corrente di numerosi casi di genitori accusati di incesto a cui venne perfino negato un colloquio con i figli accusatori alla presenza del terapeuta a meno di una ammissione di colpa precedente all'incontro. Tale richiesta getta un'ombra di dubbio sui metodi usati per arrivare a una conclusione di colpa basandosi esclusivamente su memorie evocate nello studio del terapeuta. Chiaramente l'argomento dovrebbe essere discusso alla luce delle nostre attuali conoscenze su quel processo che chiamiamo memoria, che include vari stadi quali la codificazione dell'informazione sotto forma di messaggi mnemonici (memogrammi) formatisi nel cervello. Essi possono essere non solo immagazzinati per lungo tempo (memoria a lungo termine) come nel caso di memorie evocate dall'infanzia ma anche rimossi a piacere dopo minuti (memoria a corto termine). Al contrario di quanto si può credere, l'evocazione dei ricordi non è un atto passivo simile alla riproduzione di un nastro sul video televisivo. Sia le esperienze che abbiamo accumulato posteriormente a un fatto, sia gli avvenimenti (ambiente psicologi¬ co) presenti al momento della codificazione, influiscono sulla ricostruzione dei ricordi. Le memorie di traumi fisici o psicologici possono esser annullate o notevolmente modificate e dissociate. Alcuni asseriscono che un trauma possa esser raccolto nello scompartimento della memoria cosiddetta somatica, per poi esprimersi sotto forma di sindrome da stress che può dar luogo a sintomi spiacevoli ogni qualvolta venga evocato quel particolare ricordo. Sia gli animali di laboratorio sia l'uomo nella vita reale possono essere condizionati da una situazione spiacevole, portandoli a esprimere sintomi di ansia non appena la situazione venga riportata alla memoria. Non esiste però alcuna prova che la semplice evocazione di un'immagine o il ricordo di una sensazione spiacevole di un contatto sessuale possano essere considerali prova diretta di un abuso sessuale sofferto anni prima. Questa nozione è però alla base delle accuse rivolte a parenti e congiunti dalla presunta vittima. Esiste anche la possibilità che reazioni e motivazioni psicologiche come vecchi rancori, rab bie e invi. Uè possano essere alla base dell'interpretazione di un ricordo evocato a distanza di tempo. Tn un gruppo di 53 donne che denunciavano un presunto incesto, 33 riportavano un certo grado di amnesia riguardo a ricordi evocati in sedute di gruppo e 14 dichiaravano una assenza totale del ricordo dei fatti in causa. Per queste ultime il far parte di un gruppo di attiva discussione era stato determinante per giungere al ricordo del fatto. La possibilità di influenza suggestiva esercitata da parte del gruppo viene riconosciuta dagli autori come possibile per venire poi scartata nell'interpretazione finale. Altri studi gettano dubbi su una interpretazione troppo rigorosa dei fatti ricordati a distanza di molti anni. Uno studio su 129 donne nelle quali il fatto (abuso sessuale, stupro o incesto documentato da testimoni e dati clinici in seguito a ricovero ospedaliero) non era stato riportato dalle vittime, non poneva in evidenza alcun processo di repressione o dissociazione del ricordo. Un altro studio su 31 bambini con disturbi dissociativi del comportamento non poteva dimostrare un processo di memorie represse tali da poter rimanere sepolte negli strati profondi per un periodo di 20-30 anni per esser poi magicamente riportate alla superficie della coscienza grazie a interventi psicologici. Studi di laboratorio hanno ripetutamente dimostrato che se è vero che l'ipnosi può in certi casi facilitare l'attivazione di certe memorie in un modo anche accurato, è bensì vero che in un numero altrettanto ampio di casi esse hanno poco a che fare con i fatti realmente accaduti. Queste «verità parziali» possono venire facilmente incorporate in fatti realmente accaduti e strutturate dal soggetto come «false memorie». Attualmente pratiche come ipnosi e psicoterapia immaginativa devono essere considerate piuttosto come una licenza a immaginare che tecniche di evocazione. In tale gioco né il terapeuta, né il paziente sono in grado di separare la fantasia dalla realtà. Ezio Giacobini >•/<

Persone citate: Frankel, Sigmund Freud

Luoghi citati: Stati Uniti, Usa