I grandi rischi sono il loro mestiere di Gianfranco Quaglia

I grandi rischi sono il loro mestiere I grandi rischi sono il loro mestiere Schedati tutti i gravi incidenti industriali in Europa ESISTE un ufficio, unico in Europa, dove il rischio appartiene al lessico quotidiano, quasi fosse l'unica ragione di vita. Non si parla d'altro, dall'insorgere del fenomeno alla possibilità di arginarlo. C'è addirittura una banca dati, con una scala di valori di pericolosità e una classifica dei casi. Si chiama «Major Accident Hazard Bureau» (Ufficio per i rischi di incidenti gravi). Si trova in una palazzina del Centro comune di ricerca della commissione europea di Ispra, immerso nel verde sulla sponda sinistra del Lago Maggiore. Lo dirige Aniello Amendola, uno fra i maggiori esperti italiani della protezione grandi rischi, coadiuvato da una dozzina di ricercatori. Qui arrivano da tutti i Paesi membri dell'Unione le segnalazioni relative a incidenti accaduti nei complessi industriali: alcuni hanno avuto un riscontro anche fra l'opinio¬ ne pubblica; altri sono completamente sconosciuti, eppure sono avvenuti e rientrano nella casistica della «pericolosità rilevante». L'organismo, che agisce in attuazione della direttiva «Seveso», ha il compito di fornire un supporto tecnico-scientifico alle attività della Commissione europea nel settore del controllo dei rischi. Un centro di documentazione informatizzato che nei prossimi mesi sarà accessibile anche dall'esterno come punto di riferimento e raffronto. L'origine della normativa comunitaria sul controllo dei rischi industriali rilevanti risale al 1982, quando fu approvata dal Consiglio dei ministri la direttiva «Seveso» a seguito del noto incidente. Gli Stati membri hanno l'obbligo di informare la Commissione degli incidenti rilevanti accaduti nel loro territorio. Così è nato il centro comunitario di documentazio¬ ne, che raccoglie, ordina e valuta orientamenti, regolamenti e casi storici. Il centro ha promosso anche studi sulle esperienze tratte da azioni di emergenza, attuate per far fronte a incidenti connessi a sostanze chimiche. Inoltre ha messe a punto alcune regole di condotta che riguardano l'informazione al pubblico sul pericolo di incidenti rilevanti. Insomma, senza ricorrere al catastrofismo, l'«Ufficio grandi rischi» svolge un ruolo realistico e un'azione preventiva. La casistica registrata dall'82 a oggi comprende 280 «incidenti rilevanti» nelle industrie di tutta la Comunità. Il centro documentazione si avvale di punti di raccolta in alcuni Stati membri, come Francia, Germania e Gran Bretagna. Un collegamento costante avviene anche con l'Ufficio delle sostanze chimiche (a Ispra), che svolge funzioni analoghe e va¬ luta il rischio e la pericolosità dei prodotti prima di essere immessi sul mercato. Con questa schedatura a maglia fitta il panorama degli incidenti rilevanti in Europa dovrebbe essere coperto. Non solo: le esperienze a confronto consentiranno di elaborare linee guida per sistemi di gestione di sicurezza e ha già prodotto il «codice di riferimento» comune sull'informazione da fornire al pubblico sulle industrie a rischio e nei casi di incidenti. La diffusione delle notizie all'opinione pubblica rappresenta uno deli aspetti fondamentali del «Bureau»: la strategia d'approccio è contenuta in una pubblicazione che raccomanda alle industrie la massima trasparenza, con particolare riguardo alle informazioni di carattere tecnico e pratico. Gianfranco Quaglia INCESTI VERI E PRESUNTI ———b^^———rrj—u—«—jtjt^mo—maini imbuiti

Persone citate: Aniello Amendola, Hazard

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Gran Bretagna, Ispra, Seveso