Un longobardo a Redipuglia e il lato ambiguo dei tribunali

Le emozioni neUnfoiiiiazIone AL GIORNALE Un longobardo a Redipuglia e il lato ambiguo dei tribunali Morti e invalidi por NtaHa unita Onorevole Umberto Bossi «Longobardo», chi le scrive è un italiano, Cavaliere di Vittorio Veneto, il quale, assieme a suo padre, prese parte alla Grande Guerra 19151918. Questo padre venne ferito durante l'offensiva austriaca sull'altopiano dei Sette Comuni, zona di Asiago, n figlio ancora vivo, che le sta scrivendo, era, in quel tempo, un coscritto; ebbe una breve licenza per rivedere il padre ferito, ricoverato in ospedale a Carrara. I due, insieme ad altri milioni di soldati provenienti da tutte le regioni e le città d'Italia, combatterono e soffrirono per fare completa l'Italia nei suoi giusti confini, ma, soprattutto, per conquistare quella libertà della quale Lei, onorevole Bossi, sta facendo un pessimo uso. Io vorrei suggerirle di fare una visita al Sacrario di Redipuglia ed agli altri numerosi sacrari che custodiscono le salme dei soldati caduti per dare alla Patria, finalmente unita, quella libertà della quale lei, oggi, usa in modo indegno cercando di scindere l'unità raggiunta e pagata al prezzo di 600.000 caduti e due milioni di mutuati ed invalidi. Lei sta godendo di un dono che non merita. Ignora o finge di ignorare che se gode di tanta liberta lo deve anche a calabresi e siciliani, napoletani e romani e a tutti i giovani al di qua della riva destra del Po. Ma quello che lei ed i suoi accoliti della Lega state perseguendo non si verificherà mai perché sarebbe un insulto ai caduti e a tutti coloro che combatterono per fare l'Italia unita. Federico Tosti Roma Cav. di Vittorio Venato Erano solo ntofosiie-fantasntaT Il dramma di Sagliano Micca: erano veramente molestie sessuali? Ed ancora: molestie fondamenta!- mente reali o fondamentalmente fantasmatizzate? (perché tra questi due poh una differenza esistei). Rispetto a tali quesiti resta, comunque, un dubbio, un atroce dubbio perché le quattro vittime di questa infamante accusa hanno «deciso» di farsi seppellire con il loro segreto. Questo u dato di cronaca, n reale epilogo della vicenda (non ipotetico, né fantasmatico né fantasmatizzato) genera alcuni inquietanti dubbi rispetto al codice deontologico nonché all'etica seguita dai vari professionisti nei delicati momenti di: a) presa in carico della situazione; b) segnalazione della medesima all'autorità competente (Tribunale dei Minori); c) comunicazione ai «media» di informazioni notoriamente «vincolate a segreto professionale». Vorrei capire quale etica abbia illuminato coloro che già un anno fa (quando la vicenda era appena agli albori) segnalarono il tutto alla stampa (Tg3 Regione Piemonte edizione ore 14) non considerando (o, peggio, volendo utilizzare a fini strumentali) il comprensibile clamore che tale notizia avrebbe scatenato in un tranquillo paesino di provincia nonché nell'animo delle persone direttamente coinvolte. Vorrei anche capire perché la madre suicida abbia parlato di «processo truccato»: giustizia del Tribunale dei Minori o «Arcipelago Gulag?». Tutto sta nell'adozione delle procedure di legge delle quali difficilmente si troverà traccia negli atti prodotti Vorrei infine chiedere all'onniscente dottor Crepet che interpreta il suicidio di gruppo come un'inequivocabile ammissione di colpevolezza, come mai «quattro persone davvero suicide per senso di colpa» avrebbero procrastinato per più di un anno la messa in atto dell'insano proposito. Non sarà invece che da persone semplici com'erano prima confidavano nella Giustizia dei Tribunali e poi ne hanno conosciuto il lato ambivalente ed ambiguo? Dott. Marina Decorno Orhèssano Psicologa psicoterapeuta Mazza e padella fanno ifigH beili L'antico e sempre utilizzabile detto non ai smentisce: «Mazza e padella» fanno i figli belli! Ha fatto discutere, e non poteva essere diversamente, la provocazione di Andrej Siniavslqj, l'ex Calabre dissidente sovietico con cinque anni da Gulag e lavori forzati scontati njÉpi Ampi finff StwiHiTitn ìmmìo Ad* ni Settanta, con quel suo inaspettato articolo perii New York "lima. . Meglio sarebbe se oggi - sostiene Siniavslqj - in Rusaiale elezioni le vincessero i comunisti e non Elt&in con la sua squadra e nonostante egli vota per Gorbaciov. Un guazzabuglio! E perché stando i suoi precedenti questo diverso augurio? Che forse davvero l'ex dissidente pensa che si sono invertiti i rischi dei «mali minori» per cui oggi sono i nostalgici del comunismo da preferire allo Zar Boris quale male peggiore? Incredibile! E* forse vero che in patria Eltsin abbia molte cose da farsi perdona' re ma, suvvia, fare il cambio della lima con la raspa pare francamente esagerato. Dico: ma non è che si parli così solo perché taluni capi del Cremlino sono riusciti ad affrancare la Russia dall'isolamento occidentale in tal modo da fare invidia a chi, come la gran parte degli ex dissidenti, sembrava che solo questi avessero il monopolio di colloquiare con il resto del mondo democratico? Alfonso Cavaiuolo S. Martino Valle Caudini (Avellino) Le emozioni neUnfoiiiiazIone E' di pochi giorni fa l'intervento del Capo detto Stato a condanna del modo in cui i mass-media informano sui fatti riguardanti i minori. Leggo a pag. 15 del suo giornale del 20/6, «L'analisi» di Camon, sul caso del bambino di due anni scaricato dalla macchina della madre, sconvolta par una lite col marito. Non si tratta' di analisi, ma di una reazione incontrollata, virulenta e ad affettacelo (il bambino abbandonato come i cani, le soluzioni alternative per distarsene quali aguzzamenti, discariche, tritaimmrtnrh'zie), che si conchide con una condanna sanità appetto (anche se con un punto interrogativo finale): quella madre madre non b è più, il bambino devo esserne allontanato. So bene purtroppo che nemmeno gli esempi riportati sono di fantasia, che la nostra società presenta un crescendo di violenza e crudeltà versoi bambini, che dobbiamo in ogni modo frenare. Non per questo ogni caso cessa di essere un caso a sé e va buttato nel crogiuolo dell'errore indiscriminato. Non è esorcizzando, buttando ai margini il male che si aiuta una società a prenderne coscienza. Questa madre che compie un gesto così lacerante, che strappa da sé un pezzo di sé stessa, va capita netta sua disperazione o nella sua malattia, prima di con dannarla come un mostro irresponsabile. E va aiutata. Diranno i guidici e gli esperti,, fortunatamente non Camon, se è ancora una madre affidàbile per quel bambino che già chiede di lei Sappiamo .tutti pero quanto l'opinione pubblica possa esser influenzata dalle «analisi» dei più ò mano grandi «esperti» detta stampa e della tv: quegli psicolca sociologi, filosofi, sessuologo romanzieri cui i giornali offrono uno spazio, par. commentare spesso superficialmente fatti di cronaca dei quali, in mancanza di un vero approfondimento, sarebbe meglio si limitassero ad informare. Senza i fronzoli - aggiungo -, gli occhi azzurri, i capetti biondi, la tutina rossa, cui non si sottrae, sulla stessa pagina, la cronaca di Mi'G. Diana Vinc<miiAasato Centro IriBitlpartnwHMo di studi per la tutela oW minore oWUr»ven»clRorna La Sapienza Risponde 1 La notizia che commentavo era così come la commentavo sul fax d'agenzia, dal quale si deduceva: vittima del male, il bambino; fonte, la probabile madre, che a quell'ora si dubitava di poter mai scoprire. Soltanto più tradì si è saputo che anche la madre è vittima, fl male che trasmatte è il male che ha ricevuto. Oggi quèU'artplo ló farei in modo diverso, e mi ( ce che la notizia venga abbandonata, che non ai possa dare un aiuto a questa danna che soffre fino alla pazzia. Dipendesse da me, sarei tornato sull'argomento, perché la donna lo meritava. La costante dei miei articoli sta nel seguire i drammi morali della società, e la notizia, nella sua ultima versione, era più importante della precedente. Ma quel che chiede la signora Amato (un'informazione senza analisi) vuol dire grandi fatti emotivi senza reazioni emotive. E* urhshaihehte iinpoBeflìfls. Wfawvgna evitare l'errare, ma evitare fl ragionamento è un errore più grande.