Andrea Doria una donna mise fine al processo

Un longobardo a Redipuglia e il lato ambiguo dei tribunali IL CASO. Dopo la ricostruzione della «Stampa», una testimonianza inedita Andrea Doria, una donna mise fine al processo ROMA A telefonata arrivò all'ora di cena. A Stoccolma, Quettan Hamilton, signora di una cinquanti¬ na d'anni, svedese, sposata con un italiano, era in vacanza a casa della sorella con il figlio Giangiacomo. Da Roma la chiamava il marito, Bartolomeo Migone, diplomatico, allora capo di gabinetto del ministro degli Esteri Gaetano Martino. Le disse: cC'è una questione molto delicata, riguarda l'Andrea Doria. Il processo a New York costa molto, milioni di dollari, ad ambedue le parti, Italia e Svezia, e pare senza soluzione. E' necessario un accordo, ma da avviare nel massimo segreto». Quettan Hamilton oggi ha 93 anni, vive a Roma. E ancora ricorda come intrecciò le fila di una mediazione che mise fine a quattro mesi di vertenza giudiziaria per l'urto tra la svedese Stockhoim e l'italiana Andrea Doria. Ma fatica a raccontare. La aiuta il figlio, Giangiacomo Migone, storico, docente all'Università di Torino, senatore della Repubblica. Era una ragazzino allora: «Avevo circa 16 anni. Ero li quando telefonò mio padre. Pòi vidi nascere la. trattativa». Bartolomeo Migone - genovese, già diplomatico a Stoccolma - in quella telefonata spiega che i contatti devono essere presi soltanto con persone di fiducia. Sarebbe stato un effetto devastante se le persone avvicinate ne avessero approfittato per dare la notizia ai giornali: l'Italia vuole sfuggire al processo. Non era in ballo soltanto la questione dei costi, c'erano la paura di strumentalizzazioni, di un'ingiusta immagine di paura di perdere la causa, una catastrofe per la compagnia di bandiera ma anche uno schiaffo tenibile all'orgoglio nazionale. Dice l'ambasciatore Migone da Roma alla moglie: «H dottor Manritti, a nome della Fiumare e della Compagnia Italiana di Navigazione chiède un contatto'diretto con la compagnia svedese. Fammi sapere. Grazie». Moglie d'ambasciatore, ricca di conoscenze, la signora ha lei stessa lo stile del diplomatico. Interpella un lontanò' cugino, Joen Lagerberg, ambasciatore a riposo che ricopre la carica di overceremonihovmàstare, cioè il ciambellano di Corte, di fatto il direttore della Casa Reale. E' personaggio autorevole, stimato, discreto. Ha una casa in campagna. Accanto a lui abita - ed è suo amico - il presidente della Swedish American Line, la società proprietaria dèlia Stockhoim. Si incontrano e dice Lagerberg che la proposta è interessante, che anche la Svezia ha lo stesso problema (costi alti e risultati incerti) e conferma il patto di segretezza: «Se vi fidate voi, ci fidiamo anche noi». Quettan Hamilton telefona al marito, a Roma: «Si può fare. Il canale c'è, è riservatissimo». Viene informato Manritti, all'Italiana di navigazione. Non rimane che fissare un incontro, stabilire il luogo. L'Italia e la Svezia sono escluse: un buon occhio di cronista che incontri certi personaggi può sospettare. Viene scelto, allóra, l'Hotel d'Angleterre di Copenaghen: se scopèrti, sarà un casuale incontro fra turisti. Una telefonata di Manritti annuncia il successo: l'incontro è avvenuto, l'esito è positivo. Si arriverà a un accordo tra compagnie, assicuratori e riasaicuratori per chiudere là vicènda fuori dalle aule di giustizia. Un discorso durante una cena, in Italia, rende merito alla Hamil¬ ton. Poco più tardi la Svezia la nomina cavaliere dell'Ordine di .Gustavo, omaggio alla garante della fiducia reciproca. Rientrata a Roma con il marito (distaccato alla Santa Sede) e con il figlio Giangiacomo, Quettan Hamilton non parla della vicenda. Si occupa, piuttosto, di vita quotidana, di bisognosi, di realtà sociali. Tant'è che quando Giovanni xxm riceve il marito e lei in udienza privata, la signora dice a Bartolomeo Migone: «Ho un paio di cose da chiedergli. Pensi che posso?». Frova, suggerisce lui, saprà ascoltarti. Allora lei - cattolica per conversione - spiega al pontefice che c'è un quartiere ramano dove ci sarebbe bisogno di una chiesa ih più. E poi perora la causa diun'edizione svedese del catechismo. Giovanni XXD2 replica che si rende conto perfettamente dell'esigenza di traduzioni, ma le lingue sono tante e i costi alti, e per di più la Svezia è un Paese così piccolo... Si accorge della gaffe e - aggiungendo un inconsapevole riconoscimento al la-! voro di diploma^ca accorto; e elegante - aggiunge: e* anche se ci ha dato dei fiori come lei». Mediatrice fu la moglie svedese di un diplomatico italiano Trattativa segreta per evitare il tribunale diNewYork sull'affondamento Sopra: la prua della Stockhoim che colpi l'Andrea Doria. Qui accanto: il salvataggio dei feriti. A destra: Quettan Hamilton, la madre del senatore Migone, che avviò le trattative tra Italia e Svezia