Versilia soccorsi in crisi per il ritorno del maltempo

Versilia, soccorsi in crisi per il ritorno del maltempo Versilia, soccorsi in crisi per il ritorno del maltempo IL CASO IL LAVORO IVIAREGGIO ERI sera, dopo giorni di bollettini tragici, la notizia di un miracolò aveva finalmente riportato la speranza tra là gente dell'Alta Versilia che già piange morti tutti i suoi dispersi. Dopo 72 ore, si diceva, c'è ancora vita nel fango: dai detriti accumulati tra Ponte Stazzenese e Cardoso, gli uomini della Protezione civile avevano estratto un uomo ferito, ma solo leggermente. Si diceva che in elicottero lo stavano trasportando all'ospedale. Ma dopo un affannoso rincorrersi di conferme e smentite, a Querceta, dove le ambulanze della Croce Rossa erano pronte a prelevare il ferito, arrivava un velivolo occupato solo dal pilota. Falsa notizia. Dodici morti, sei dispersi. Eccolo l'ultimo preciso bollettino dal fronte dell'Alta Versilia distrutta dal nubifragio mentre gli elicotteri del soccorso sono costretti a terra dal vento, mentre la gente cerca fra le macerie qualcosa da salvare. Ma non c'è vita sotto il fango. Umberto Ricci, impiegato di Cardoso, fra i detriti cerca il corpo del suo bambino, Alessio, 9 anni. Ieri mattina, mentre vagava per la campagna di Pietrasanta, ha creduto di riconoscere il muro della propria casa, lì a quindici chilometri da Cardoso, nel tratto di Ponte Strada, dove la ferrovia è stata cancellata dalla piena del fiume Versilia e dove la furia della tempesta ha trasportato già i corpi di altre due vittime. Ricci si è gettata su quegli ammassi, ha cominciato a scavare con le mani nel fango, a sollevare tronchi e rami d'albero. E diceva: «Alessio è qui sotto, sono sicuro, aiutatemi». Ha cercato di farlo la Protezione civile inviando sul posto uomini e unità cinofilo. Dopo ore di lavoro la montagna di fango e calcinacci era vinta, ma sotto non c'erano cadaveri: Alessio resta nell'elenco dei dispersi. A quello dei morti, reso noto venerdì scorso, si dovrà invece aggiungere quello di un uomo di 60 anni, non ancora identificato, il cui cadavere è stato trovato nel primo pomeriggio nelle acque di Marina di Massa dal bagnino dello stabilimento Italia. E' il secondo corpo re¬ stituito dal mare: venerdì mattina, davanti a Portovenere, riaffiorava quello di Giuba, 4 anni, la più piccina delle nove vittime falciate a Cardoso, il paese montano inghiottito dalle frane del Monte Pania. Il governo anche ieri ha voluto essere presente: «Chiesta è la prima emergenza che dobbiamo affrontare e vogliamo fame un caso per quanto riguarda la tempestività e la concretezza degli interventi», ha detto Gianni Mattioli, sottosegretario ai Lavori Pubblici. Mattioli è venuto a vedere «che cosa c'è da fare». Tanto: 400 persone sono rimaste senza casa, le aziende danneggiate, più o meno irreparabilmente sono circa 700, cento i nuovi disoccupati, alcune scuole sono inagibili e non si sa ancora se ristrutturabili entro l'inizio del nuovo anno scolastico. Ponte Spazzenese, il paese che sta a tre chilometri più a valle di Cardoso - o meglio, delle tre case sventrate che ne restano - ha perso la sua strada e la sua piazza. Lo raggiungono solo i mezzi cingolati dell'esercito partiti ieri mattina da Serravezza per portare nelle frazioni di Pruno e Volegno, alcuni medi¬ cinali a una donna di Stazzema, incinta di tre mesi. Oltre a queste altre quattro frazioni restano ancora isolate: Farnocchia, Pomezzana, Cardoso, Ruosina. Su queste montagne trenta volontari e cinque uomini della guardia forestale hanno rischiato di rimanere intrappolati a causa di una nuova frana. Altre due grosse colate di fango, cadute a Mulina di Stazzema hanno cancellato il lavoro compiuto in questi giorni dalle ruspe. Il sottosegretario Barberi avverte: «Niente allarmismi, ma è bene che tutte le popolazioni nei pressi del fiume Versilia siano allertate perché nuovi rovesci potrebbero portare a valle i detriti ancora bloccati lungo gli argini». Per tutta la notte di venerdì il sindaco di Serravezza, Lorenzo Alessandrini, ha tenuto pronte le ruspe. Il nubifragio non s'è fatto attendere. Intorno all'1,30 sull'Alta Versilia si è di nuovo rovesciato un inferno di vento e pioggia che ha costretto gli elicotteri a sospendere i voli per molte ore. Nel campo base di Querceto, allestito presso la scuola media, ancora scene di panico e, finalmente, di gioia. Una giovane coppia si è ritrovata dopo tre giorni di reciproche ricerche angosciose. Turca lei, turco lui: si cercavano vagando per i boschi e poi di casa in casa, senza conoscere la lingua per farsi capire. Ieri mattina si sono abbracciati al campo base. Abitavano a Cardoso, ora sono anch'essi dei senzatetto. La procura di Lucca vuole accertare eventuali responsabilità anche se venerdì, nel corso della visita alle zone disastrate, il ministro dell'Interno Napolitano le ha escluse parlando di fatalità. Quello dei magistrati è comunque «un atto dovuto», come lo ha definito il procuratore che ha nominato 4 periti ai quali toccherà dire se responsabilità dell'uomo ci sono state. Intanto piovono sugli alberghi disdette, dall'estero arrivano riserve sulla possibilità di soggiorni in agosto, gli operatori turistici chiedono ai mezzi di informazione di rassicurare chi abbia programmato la vacanza in Versilia.

Luoghi citati: Italia, Lucca, Pietrasanta, Ponte Stazzenese, Ponte Strada, Portovenere, Stazzema