«Nessuna guerra con il Governatore»

«Nessuna guerra con il Governatore» «Nessuna guerra con il Governatore» //premier: e la mia manovra piace all'Europa INTERVISTA IL PRESIDENTI DEL CONSIGLIO FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO «Non tao chiesto una riduzione del tasso di sconto e non la chiederò sa, come voi». Romano Prodi prende fiato all'Hotel Excelsior, tra la conferenza stampa di fine vertice e l'ultimo impegno della sua presidenza europea, un cena in onore della Turchia. Ma la polemica sul costo del denaro lo raggiunge fino alla hall del suo albergo. E cosi accetta di rispondere alle domande di alcuni giornalisti. «Ma in tutta fretta, perché i turchi mi aspettano e Chirac vuole andare a casa». Presidente, lei ha fatto sapere in ogni modo possibile di aspettarsi una riduzione dei tassi dopo la manovra. Il governatore Fazio insiste nel dire che è troppo presto. Palazzo Chigi e Bankitalia sono già in rotta di collisione? «Con Fazio non c'è nessun disaccordo e nessun problema da chiarire. C'è solo una bella distinzione di ruoli. Non spetta a me giudicare se ci sono le condizioni per un calo dei tassi. Il mio compito è diverso: devo risanare il bilancio, rilanciare l'occupazione e ridurre l'inflazione». L'inflazione, appunto. Lei sostiene che siamo già sotto la fatidica soglia del 4 per cento mentre il governatore insiste che non lo siamo ancora, almeno non in maniera stabile. Come fa a dire che non c'è disaccordo fra voi? «Ma perché per me è comunque chiaro che sarà Fazio a giudicare, anche sulla base del rapporto con le altre monete, quando sarà arrivato il momento in cui si potrà abbassare il tasso di sconto. Del resto quando là Confindustria ha criticato il governatore perché non riduceva il tasso di sconto io mi sono schierato a suo favore. Per me rispettare l'autonomia della Banca d'Italia è stato sempre un punto d'onore». In questi due giorni, mentre lei presiedeva il vertice della Ue, la sua manovra è stata attaccata dalla Confindustria, che tra l'altro aveva appoggiato l'Ulivo durante le elezioni Che impatto hanno avuto queste critiche? «Non le ho nemmeno sentite: i miei collaboratori me le hanno solo accennate. Una manovra di 16 mila miliardi non poteva non lasciare qualche scontento. Va però apprezzata la serietà con cui è stata fatta, con una profonda attenzione all'equità. Le critiche sono venute su punti molto specifici, ma nessuno ha potuto dire che là manovra ha massacrato la gente». Veramente è stato, detto il contrario: danneggiale aziende e favorisce i sindacati. «Ma la manovra non favorisce affatto y. .sindacato:, abbiamo fatto tagli ai fohdi^iàtróriàtì. Piuttosto',' abbiamo cercato di non colpire ulteriormente i redditi reali del lavoratori dipendenti, che in questi ul- timi tre anni hanno subito un notevole calo. Insomma, abbiamo voluto fare, una manovra responsabi-, le. Poi è chiaro che quando si va all'osso, qualcosa si colpisce». Lei ha detto che la manovra doveva anche servire da biglietto da visita per questo vertice. Quali sono state le reazioni dei partner europei? «Hanno fatto i complimenti per la serietà con cui abbiamo affrontato i problemi. Hanno anche rilevato la coerenza politica di una manovra che ha dato maggiore credibilità al Paese. Ma con loro non siamo entrati nei dettagli della manovra: non era nostra intenzione farla esaminare da terzi». E chi, in particolare, le ha fatto i «complimenti»? «Un ottimo apprezzamento è venuto dalla coppia Chirac-Kohl. Ma ci sono state altre dichiarazioni molto calde. Tutte riflettono il desiderio di vedere l'Italia di nuovo protagonista in Europa. Del resto avevo promesso che avrei fatto questa manovra prima di Firenze, e ho mantenuto quella promessa, che faceva parte di una strategia di rientro nello Sme». Sul quale tuttavia non è stato fatto alcun annuncio qui a Firenze, come molti si aspettavano. Più in generale, com'è andata la sua prima presidenza di un vertice europeo? «E' andata bene, molto bene. E' stato proprio un bel gioco di squadra, in cui ognuno aveva il suo ruolo. Ciampi si è molto impegnato sul fronte della disoccupazione, Dini ha dato un forte contributo operativo e l'ho ringraziato ripetutamente. Eravamo insieme alla conferenza stampa finale. A cinguettare...». A quel punto Prodi viene re-inghiottito dal vortice europeo che lo deve trasportare alla cena per i turchi. Ma nella hall dell'albergo si sentono gli echi delle partite di calcio e il presidente del Consiglio ha un attimo di malinconia perché l'Italia è fuori dagli europei. I giornalisti fanno appena in tempo a chiedergli se non è il caso di licenziare Sacchi. E lui: «Ho sempre detto a Sacchi che sono l'unico italiano che non metterà mai bocca sulla formazione. Da questo punto di vista il mio rapporto con lui è simile al mio rapporto con Fazio». Andrea di Robilant «Litigare con lui? 10 ho altro da fare Devo risanare 11 bilancio, rilanciare l'occupazione, ridurre l'inflazione» «Quando Confindustria ha criticato la Banca io l'ho difesa Rispettare l'autonomia per me è un onore» anovra ha massacrato la gente». Veramente è stato, detto il contrario: danneggiale aziende e favorisce i sindacati. Ma la manovra non favorisce aftto y. .sindacato:, abbiamo fatto gli ai fohdi^iàtróriàtì. Piuttosto',' bbiamo cercato di non colpire ulriormente i redditi reali del lavotori dipendenti, che in questi ul- A destra: Romano Prodi Qui sopra: Antonio Fazio e Lamberto Dini In alto: oto di gruppo per i protagonisti del vertice | A destra: Romano Prodi Qui sopra: Antonio Fazio e Lamberto Dini In alto: foto di gruppo per i protagonisti del vertice LE "LINGUE STRANIERE" DELLA DELEGAZIONE ITALIANA romano prodi: conosce bene l'inglese paria un francese •ruvido ma Efficace* capisce e sa leggere «.tedesco lamberto bini: parlasene l'angloamericano il francese meno bene CARIO AZEGUO CIAMPI: conosce bene l'inglese. il francese, il tedesco PIERO FASSINO: nglese scolastico,

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