Le «manovre» nel Polo e nell'Ulivo: a sinistra primo faccia a faccia fra Boselli e Spini Prove tecniche per rifare il psi

Le «manovre» nel Polo e nell'Ulivo: a sinistra primo faccia a faccia fra Boselli e Spini Le «manovre» nel Polo e nell'Ulivo: a sinistra primo faccia a faccia fra Boselli e Spini Prove tecniche per rifare il psi E nel centro-destra Fini boccia ilpartito unico ROMA. Del Turco detesta Spini, latini disdegna Del Turco e tutti insie-. me diffidano di Enrico Manca, che ai bei tempi era Erichetto er bòro. Si detestano i socialisti delle varie famiglie, eppure da qualche settimana hanno ricominciato a cercarsi, ad annusarsi, anzi fanno capire che sarebbe bello ricomporre la diaspora che in pochi mesi aveva dissolto il più antico partito italiano: il psi. La rinascita del psi sarebbe a suo modo un evento, ma perché risorga il partito socialista dovrebbero accadere contemporaneamente due cose: da una parte la definitiva dissoluzione di Rinnovamento italiano, il partito messo su da Dini e dall'altra il parziale fallimento del progetto di Massimo D'Alema di trasformare il pds in un partito socialdemocratico europeo, grazie anche all'ingresso di personaggi non compromessi del socialismo italiano, come Giuliano Amato, Valdo Spini, Giorgio Ruffolo, ma anche Ottaviano Del Turco ed Enrico Boselli. Ma per ora ci sono soltanto flebili indizi circa la rinascita del psi. Due giorni fa si sono parlati per 90 minuti Spini, capo dei laburisti rimasti scottati dal pds, e Boselli, segretario dei socialisti che si sentono stretti nel partito di Dini. Certo, un vis-àvis che non passerà alla storia, eppure nella modestia delle forze ri-, maste e ripensando alle gelosie che li hanno divisi, quell'incontro è un piccolo evento. I due si sono affrettati a pubblicizzarlo e a rilanciare la suggestione di una ricomposizione. Mae difficile immaginare un «nuovo» psi in grado di mordere, che non abbia nel suo corpo personaggi di spessore come Amato e tenga fuori 1 anima pulita dei craxiani con Ugo Intini in testa. E invece no: Amato per. il momento non vuol sentire parlare di resurrezioni socialiste («In questo è un po' come Spini - dice Del Turco - e pensa tra se e sé: mi gioya o non mi giova?») e preferisce il dialogo diretto con D Alema. E quanto ad Intini, dopo un periodo di sterile andirivieni nei vicoletti attórno a Montecitorio, ora sembra rinato. La conquista di tre consiglieri regionali in Sicilia gli ha ridato la carica e dalla sua casa romana ecco come raggela i vagheggiamenti di Boselli e Spuli: «Se ai tanti compagni in giro per l'Italia dicessi che ci alleiamo con l'Ulivo so già come mi prenderebbero a pernacchie. Anzi mi direbbero: ma di che cazzo vi preoccupate? Avete, bisogno di un posto in Parlamento? Su, facciamo il partito e poi si vedrà.!.». Intini, circondato da una corte di ex notabili decaduti - Boniver, Dell'Untò, Conte, Manca, Cicchino, Lauricella - e ringalluzzito da un successo elettorale inatteso, non ne vuol più sentire parlare di ex comunisti, dice senza ironia che «in Italia c'è uno Stato di polizia», dice di sentirsi «perseguitato» assieme ai suoi compagni. E così la riunificazione resta nelle mani di Boselli e di Spini, che ci credono, che sono sostenuti in questo lóro progetto dai partiti socialisti francese, portoghese, spagnolo, ma che alla fine potrebbero ripiegare su un programma meno ambizioso: trattare meglio le proprie posizioni nel pds e in Rinnovamento. Dunque, grandi fibrillazioni nel centro-sinistra e ancora incertezza per il futuro nel centro-destra. Chiudendo il convegno con gli intellettuali, Gianfranco Fini da una parte ha ripetuto per l'ennesima volta il suo «no ad ogni ipotesi di partito unico», anche se poi è stato curiosamente costretto ad attaccare alcuni degli intellettuali che lui stesso aveva invitato: «Non si deve fare come i boscaioli della politica ha detto - che procedono con l'accetta: bisogna riconoscere la complessità di ogni forza». L'allusione botanica era riferita a quegli intellettuali, come Marcello Fera, che avevano accusato An di essere ancora a metà del guado. E Fini, stuzzicato dai suoi, è stato costretto a anche a dire che «non serve un nuovo congresso», una Fiuggi-due. [f. m.] Il leader di An «Non sentiamo il bisogno di un congresso» Giuliano Amato

Luoghi citati: Fiuggi, Italia, Roma, Sicilia