Solitudine incubo da infrangere di F. Gal.

Solitudine incubo da infrangere Solitudine incubo da infrangere dine ubo angere pello il 5747 ed il sanitario che mi risponde sollecitamente, a fronte dei sintomi descritti ritiene opportuno mandarmi un medico. Dopo aver preso visione della situazione, si decide il ricovero urgente ospedaliero. Viene chiamata l'ambulanza e sono trasferita al reparto Pronto Soccorso dell'Ospedale Martini di via Tofane (non è trascorsa più di mezz'ora dall'inizio della vicenda!). Al reparto citato trovo ottima assistenza, professionalità e dedizione. Necessito, in seguito, di passare al reparto Rianimazione, dove riporto analoga impressione di efficienza, qualificazione, disponibilità e cortesia. Ora mi trovo a casa e spero di aver superato il mio problema (infarto anteriore). Vorrei ringraziare di cuore tutti quanti (personale medico, paramedico e volontari) e dir loro che questo comportamento aiuta e conforta molto chi sia in necessità di soccorso...». Eligia Coriasco vedova Foltz Torino Due lettere diverse, per due situazioni diverse, ma tutte due scritte per infrangere l'incubo della solitudine, per far compagnia a chi si trova a soffrire una prova dura. Oreste del Buono atroce delle feste «religiose» spagnole che si svolgono in quasi tutti i paesi e villaggi. Animali di ogni genere - soprattutto bovini - vengono sottoposti alle più orrende sevizie e mutilazioni, fino ad essere bruciati vivi. Le corride finirebbero nel giro di un anno, se i turisti non vi portassero i loro sol- Cl. E' necessario fare propaganda turistica a Tossa de Mar (sulla Costa Brava, prima di arrivare a Barcellona), la più bella e più pulita località balneare della Spagna, la prima ad avere aboliti tutti gli spettacoli con animali. Noi spagnoli, che ci battiamo per il progresso della nostra Nazione, abbiamo biso¬ gno dell'aiuto degli altri Europei. Chi desidera accogliere il nostro appello può mettersi in contatto, in Italia, con il «Comitato Lida contro la corrida», al n° di telefono 0445/520.510. Consuelo Polo Torino Portavoce di «Ala» Articoli apparsi su alcuni quotidiani e ripresi dai Tg il 12-13 giugno hanno ancora una volta portato brutalmente all'attenzione dell'opinione pubblica il problema degli screening genetici. In particolare è stato riferito di un programma attualmente in studio in Inghilterra, secondo il quale si penserebbe di esaminare a tappeto la popolazione alla ricerca delle persone portatrici di una mutazione che, a detta della stampa, «predispone alla criminalità». Il programma in questione riguarda la malattia detta sindrome dell'X fragile o di Martin-Beli, la più comune causa ereditaria di ritardo mentale. Questa patologia non è mai associata ad aggressività o a criminalità. Il progetto allo studio in Inghilterra è in realtà finalizzato a conoscere l'esatta frequenza dei portatori sani di questa sindrome ed offrire alle famiglie a rischio informazioni utili alla prevenzione della malattia ed all'attuazione di interventi per i pazienti. La mutazione responsàbile di questo ritardo mentale è presente in circa uno su 1500 maschi ed in una ogni 2000 femmine. Per la sua caratteristica di trasmissione con il cromosoma sessuale femminile (cromosoma X) circa una donna ogni 350 risulta portatrice sana. La (uffusione di informazioni che riguardano un problema di così elevata frequenza non può essere data in forma approssimativa, facendo illazioni completamente errate che generano nel lettore falsi convincimenti e potenziale apprensione. I sottoelencati genetisti desiderano pertanto esprimere il loro più profondo dissenso e rammarico per questo tipo di messaggio con il quale i problemi del ritardo mentale presente nei soggetti affetti dalla sindrome vengono associati alla criminalità ed alla necessità di schedare la popolazione. Il pensiero del Lombroso, che all'inizio del secolo teorizzava il «criminale nato» e cioè un predeterminismo genetico della delinquenza, non ha fino ad ora trovato nessun supporto, neppure al giorno d'oggi in cui la ricerca sta sempre più dimostrando correlazioni tra le caratteristiche genetiche e le caratteristiche individuali. Gli screening di popolazione per tutta una serie di malattie genetiche pongono certamente problemi di ordine etico, tecnico e culturale. D'altra parte la conoscenza della frequenza di una malattia nella popolazione, l'individuazione dei portatori sani e degli affetti è presupposto indispensabile per attuare mezzi preventivi e terapeutici. Su tali problematiche l'Associazione Italiana di Genetica Medica ha preso chiare posizioni anche in precedenti analoghe situazioni. Andrea Ballabio, Milano Umberto Bigozzi, Firenze Angelo Carbonara, Torino Seguono 15 firme di genetisti italiani La notizia è stata data una decina di giorni fa, con grande rilievo, dai giornali inglesi. Gli stessi, o alcuni di essi, hanno ritrattato domenica scorsa, nel senso indicato anche dai genetisti italiani nella loro lettera: ammettendo cioè che non ci sono nessi conosciuti tra «Fragile X» e delinquenza. La «Fragile X Society», che ha sede a Hastings, precisa che, se aggressivi, i bambini affetti dalla sindrome lo sono contro se stessi, in reazione alle frustra ■rioni della loro condizione; e che la loro iperattività, impulsività e scarso potere di concentrazione, per certi versi simili alle caratteristiche dell'autismo, non sono sintomi di aggressività o, peggio, di criminalità. Come i giornali inglesi, che hanno mandato fuori pista mumerosi organi di stampa fra i quaU il nostro, ne prendo atto e mi scuso per l'errore. [f. gal.]

Persone citate: Andrea Ballabio, Angelo Carbonara, Coriasco, Lombroso, Oreste Del Buono, Umberto Bigozzi