«E' il secondo tempo di An» di Pierluigi Battista

«P il secondo tempo di An» «P il secondo tempo di An» Fini «a lezione» dagli intellettuali co Fisichella che risponde a chi gli chiede se nel conclave si parlerà anche di Silvio Berlusconi, risponde così: «Lei intende chiedermi se parleremo di Berlusconi come oggetto di valore, come bene culturale? Non credo». Come Gianni Baget Bozzo che conia un termine nuovo del lessico politico, l'«opposizionismo», per svelare qual è secondo lui il minimo comun denominatore tra un partito «sociale» come An e un gruppo di intellettuali come Pera, Vertone, Colletti e Rebuffa che chiedono al Polo robuste iniezioni di liberismo e di liberalismo politico: «Opposizionismo come diffidenza naturale per l'acccordo, il compromesso, l'inciucismo: radicalismo da opposizione che accomuna gli uni e gli altri molto più di quanto non li divida il minore o il maggiore attaccaménto allo Stato sociale». Già, lo Stato sociale. Quando Lucio Colletti attacca nella riunione l'ambiguità di An che nel Nord cavalca il rancore antifisco dei piccoli imprenditori e al Sud predica l'intangibilità dell'assistenza statale, dal conclave si alza pure qualche applauso. Ma un applauso di analoga intensità accoglie Accame quando lo studioso di Pound suggerisce a Fini di non collocarsi «nell'estrema destra liberista» ma di stare vicino ai cattolici di Buttiglione «sulla comune base delle Encicliche sociali». Cosa che preoccupa Marcello Pera secondo cui «la destra sociale non esiste in nessun Paese del mondo liberale, perché de- Da sinistra: Franco Cardini e Domenico Fisichella stra sociale vuol dire destra fascista e populista. Che preoccupa Saverio Vertone che esorta la destra a liberarsi del «ciarpame ideologico che non serve più». Che suggerisce a Gasparri una battuta ironica su Accame: «Ci vuole convincere che il poeta Pound è stato un grande economista. E' come dire che bisognerebbe nominare ministro dei Trasporti Dante Alighieri soltanto perché nella Divina Commedia ha inventato i gironi dell'Inferno». Battute. Però tensioni sotter¬ ranee rompono l'idilliaco quadretto di pace. Doveva essere siglata, sui monti del Cimino, la riconciliazione tra Marcello Veneziani e An. Ma, almeno nel primo dei due giorni di ritiro, Veneziani non si è visto. Doveva essere l'occasione per celebrare le nozze tra Alleanza nazionale e la cultura di cui gli intellettuali di destra più critici deplorano la scarsità nel nuovo partito di Gianfranco Fini. Ma da lontano, sulla prima pagina del Giornale, Stenio Solinas lamenta che i due giorni di ritiro spirituale sono ancora insufficienti. Inoltre, a testimonianza di un clima non del tutto sereno, Alessandra Mussolini rifiuta platealmente di salutare Pietrangelo Buttafuoco che le aveva suggerito di andare a sinistra per «raggiungere il nonno». Per ia lezione di autoironia, c'è da attendere il prossimo ritiro in montagna. Pierluigi Battista