Berlusconi: «Tulle infami menzogne»

Berlusconi: «Tulle infami menzogne» Berlusconi: «Tulle infami menzogne» FORZA ITALIA CONTRATTACCA ROMA ONTECITORIO, primo pomeriggio: nel Transatlantico, in aula, nei corridoi e alla buvette, dovunque, si rincorrono «boatos» sull'invito a comparire che la procura di Palermo ha inviato a Marcello Dell'Utri. Le indiscrezioni riguardano Berlusconi, non solo il suo braccio destro. E in Calabria, tra i gioralisti al seguito di Scalfaro, si è sparsa la voce che il presidente ha anticipato la sua partenza alla volta di Róma proprio per questo «caso giudiziario». Già, nella capitale, il capo dello Stato incontra per più di un'ora il Guardasigilli Flick, e i cronisti «quirinalizi» sono convinti che l'oggetto di quella riunione sia costituito dalle notizie che provengono dalla Sicilia sul cavaliere e Marcello Dell'Utri. In serata il «tam tam» assume un ritmo ossessivo, le voci si ingigantiscono, e Berlusconi, colpito anche lui dalle indiscrezioni che si fanno man mano sempre più pesanti, commenta amaro con i suoi: «Tutte infami menzogne». Di mattina presto, però, nei palazzi romani, regna ancora una certa tranquillità. Il «Foglio» di Giuliano Ferrara dà la notizia dell'invito a comparire per Dell'Utri. Ma la parola d'ordine, dentro Forza Italia, sembra essere «calma e sangue freddo», come se il silenzio servisse a esorcizzare la vicenda. Ma Tiziana Maiolo, ex presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, non ne è convinta, e infatti parla, e dice: «Tutto ciò sta succedendo perché Berlusconi ha perso le elezioni. Del resto si sapeva, io lo andavo raccontando da mesi che la procura di Palermo avrebbe preso questa iniziativa e Lo Forte e Caselli smentivano. E' chiaro che a loro di Dell'Utri non importa niente, serve solo per sferrare il colpo finale a Silvio. A Milano i magistrati gli rovinano le aziende, e a Palermo gli rovinano la reputazione». Non ha voglia di star zitta la Maiolo, che continua così: «I pubblici ministeri ormai sono un cor- po a sé, un partito, e vanno avanti comunque: un avviso di garanzia corrisponde ad un titolo a nove colonne, poi il processo non si fa nemmeno. Tant'è vero che è inutile fare come Berlusconi che cerca un rapporto con il pds: D'Alema non lo può garantire rispetto ai magistrati. E ormai queste garanzie non le può più fornire nemmeno Violante. E infatti al pds non giova questa mossa della procura di Palermo perché politicamente D'Alema ha bisogno di tenere su Berlusconi. Non solo, anche ai pidiessini conviene il ritorno alla normalità perché quando si alzano le ghigliottine nelle piazze finisce come nella rivoluzione francese, che poi non si sa quali teste ci vanno a finire sotto. Però, ripeto, i giudici sono un partito autonomo». Intanto in Transatlantico un'altra Tiziana forzitalista, la Parenti, sta parlando dello stesso argomento: «Che cosa significa "concorso esterno"? - osserva -. E' una perversione, per uno Stato di diritto. Ci sono certi magistrati che non si rendono conto che rischiano di perdere la loro credibilità. Comunque la giustizia in Italia è proprio come in quel libro di Kafka, "nella colonia penale", sì, è una macchina che stritola tutti». Ma Achille Serra, ex prefetto di Palermo e ora deputato di Forza Italia, sembra pensarla diversamente dalle due Tiziane: «Io - spiega - ho conosciuto Caselli: è una persona seria e corretta che non si presta a secondi firn. E non dimentichiamoci che i magistrati hanno l'obbligo dell'azione penale: tante volte le loro iniziative vengono viste sotto chissà quale luce, mentre in realtà è il codice che gliele impone». Serra ne è convinto, però le due Tiziane, e soprattutto Berlusconi, non la pensano così. E c'è chi, dentro Forza Italia, è sicuro che se i magistrati spazzeranno via il cavaliere gran parte del Polo finirà a far da massa di manovra per Antonio Di Pietro Maria Teresa Meli I Maiolo: succede perché abbiamo perso le elezioni Parenti: in Italia la giustizia è kafkiana le e» perché abbiaperso le elezParenti: in Itla giustizia è kafkiana Marcello Dell'Utrparlamendi Forzaed ex «nuno» di Marcello Dell'Utri parlamentare di Forza Italia ed ex «numero uno» di Publitalia