«Ho visto il fiume trasportare i pezzi di un paese cancellato»

«Ho visto il fiume trasportare i peni eli un paese cancellato» «Mg ; ■ ■ «Ho visto il fiume trasportare i peni eli un paese cancellato» VIAGGIO AL CENTRO DELLA TRAGEDIA CARDOSO (Lucca) DAL NOSTRO INVIATO «Ve.de, lì c'era un palazzo di quattro piani». «Lì» dove indica il maresciallo del corpo forestale ora c'è soltanto un cumulo informe di sassi e tronchi d'albero. «Qui c'era un negozio di alimentari». «Qui» adesso sono rimaste due carcasse d'auto e quella che probabilmente era la mobilia di una delle case di Cardoso. Non ci sono più, le case, a Cardoso. Non ci sono più le strade, non ci sono più il telefono, l'acqua, la luce. Non ci sono più gli abitanti: quattro sono morti, travolti da un torrente impazzito assieme ad animali e cose, una dozzina sono dispersi, gli altri 250 sono stati trasportati con l'elicottero allo stadio «Buon Riposo» di Ripa. Nell'Alta Versilia sconvolta dal nubifragio, si contano le persone, si fa un censimento di chi c'è, si cerca chi manca all'appello. Ma si fa anche un censimento dei paesi di quest'angolo una volta incantevole della provincia di Lucca. Cardoso è assente. «L'era un gioiello, una chicca - racconta una donna di Pontestazzemese, tre chilometri a valle dove sono raccolti i mezzi di soccorso -. Ci andavano tanti turisti, era il posto più bello della zona». Da Pontestazzemese non si procede oltre, neanche con i fuoristrada. Fino a lì si arriva lungo una strada che è un percorso di guerra tra frane e ruscelli. Un cartello stradale indica, da anni, il pericolo di smottamenti. Bisogna calzare un paio di stivali e risalire il corso d'acqua e di fango per andare avanti. Sono tre chilometri. Lungo il percorso si contano i ponti caduti: alla fine saranno sei. Ognuno di questi, cedendo alla forza del Vezza, il torrente della vallata che poi confluisce nel Serra e prende il nome di Versilia, ha fatto salire il livello dell'acqua fino a far superare tutti gli argini- Arrivare a Cardoso oggi e come entrare in un villaggio dopo un bombardamento. Sono rimaste in piedi la chiesa, l'ex casa del popolo dei tempi del Ventennio, ora adibito a centro d'incontro e poche abitazioni lontane dal Vezza. Tra le vie, quelle che una volta erano le vie, uomini del corpo forestale, vigili del fuoco, volontari scavano nel fango. C'è ancora qualche abitante che si rifiuta di andarsene, malgrado la situazione di massima allerta non sia ancora terminata: la Protezione Civile teme altre, intense piogge nelle prossime ventiquattr'ore. C'è un pastore con la moglie e i due figli tra coloro che non se ne andranno. Si chiama Franco Battelli, ha le sue pecore lì e non intende abbandonarle. «Il peggio è passato. Speriamo. Noi restiamo qui». Ha visto il paese sparire, un pezzo alla volta. Prima un ponte, poi una casa e via via tutto il resto. «E' stato terribile, ma non preoccupatevi per noi: stiamo bene e ce la caveremo». Il fidanzato di sua figlia è a Pontestazzemese: è riuscito a mettersi in contatto via radio, ma non ce l'ha fatta a convincerlo a tornare. Gli uomini del corpo forestale di Lucca sono stati i primi a raggiungere Cardoso via terra, sfidando il fiume quando ancora il livello dell'acqua era alto. «Altri hanno preso l'elicottero, ma noi volevamo vedere la situazione delle vie di comunicazione, per renderci conto di come intervenire», racconta l'agente Antonio Caroti. Quando parlano del paese hanno negli occhi tristezza e rassegnazione, oltre ai segni di una notte trascorsa al lavoro. «Al posto dei ruscèlli ci sono torrenti che lasceranno solchi profondi», spiega l'ispettore Giuseppe Bernardini. «E' cambiata la geografia di questo posto», gli fa eco Fausto Fabrizi, anche lui funzionario della Forestale. «Oltre alle perdite umane e materiali, è un disastro ambientale. Ci vorranno decenni a risistemare questa valle». Intanto, però, ci sono tanti problemi immediati: ristabilire i collegamenti, riattivare i servizi principali, garantire cibo e bevande alle persone rimaste isolate. Cardoso è in collegamento con Pontestazzemese. «Abbiamo dovuto fare un ponte radio di fortuna con le nostre radio ricetrasmittenti - spiega Michele Silicani, vicepresidente della Comunità montana Alta Versilia -. Mercoledì non abbiamo ricevuto nessun aiuto. Non una radio, non un gruppo elettrogeno. Niente». Silicani fa un bilancio della zona dell'Alta Versilia: «Una decina di morti e un migliaio di senzatetto. Io stesso ho dovuto prendere i miei genitori che abitano a Pontestazzanese, al piano terra, e portarli a un piano alto». Non lo dice, ma si capisce che ha paura: paura che le vittime siano molte di più. Uno degli sfollati di Cardoso ha visto il Vezza inghiottire i suoi vicini. «Erano in casa, tutti e quattro, il fiume so li è portati via. Sì, loro con tutta la casa», dice, ancora sotto choc. Ecco perché i morti potrebbero essere molti di più, forse 20. Troppe persone hanno visto i corpi trascinati dal torrente. Lo spettro della tragedia è nelle parole di un pensionato, Antonio Bianchini, che a valle ha assistito al disastro: «Nel fiume mi è passato davanti un paese in pezzi». Stefano Mancini «Il fango ha inghiottito una casa si è salvata soltanto la Chiesa» «Occorreranno dieci anni per poter rimettere in piedi la zona» ZONE COLPITE: province di Lucca e Massa • AREE PIÙ COLPITE Stazzema e Pietrasanta [VERSIUAj Vergemoli . [GARFAGNANA]. Il fiume Versilia ha rotto gli argini per un tratto di oltre 60 metri PAESI SEMIDISTRUTTI ED EVACUATI Fornovalasco e Cardoso , PAESI ISOLATI O SEMIISOLATI Pruno, Pomezzana, Ponte Stazzemese, Levigliani, Gallena, Palagnana, Mulina ai Stazzema, Ruosina e Cerreta MORTI 11 FERITI 30 DISPERSI 16 EVACUATI 1000 VIE DI COMUNICAZIONE FERROVIA Interrotta la linea ferroviaria Genova-Roma tra Massa e Pisa fino a domenica. I treni Intercity e a lunga percorrenza vengono istradati sulla Pontremolese. Le stazioni locali sono collegate con autobus. STRADE Interrotta la statale Aurelio tra i chilometri 368 e 370 in località Querceta. Chiusa la provinciale 10 Seravezza-Arni e il sottopassaggio di Pietrasanta. SOCCORSI 20 elicotteri, 400 uomini tra Carabinieri. Polizia Guardia di Finanza ed Esercito, Vigili del Fuoco e Volontari. Nelle due foto in alto, riprese dall'elicottero, due paesi travolti dall'alluvione A fianco, un ponte ferroviario di cui sono rimasti intatti solo i binari, sospesi sull'acqua