Abbandona il figlio in strada

Treviso: la giovane donna, in crisi con il marito, è poi fuggita in auto Treviso: la giovane donna, in crisi con il marito, è poi fuggita in auto Abbandona il figlio in strada Lui, 2 anni, in lacrime-. «Mamma, fermati» TREVISO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Giovanni insegue un'auto rossa. Piange e grida: «Mamma, mamma, fermati». Ma l'auto accelera e scappa via. Giovanni ha due anni e la sua mamma l'ha appena abbandonato in una strada di campagna vicino a Zero Branco, un paese a pochi chilometri da Treviso. A trovare il bambino - che sembra uscito da una pubblicità tanto è bello: biondo con due occhioni azzurri, una salopette rosso fuoco addosso - è una ricamatrice che sta tornando a casa dal lavoro, Lucia Michieletto. Sono le 11,30 di ieri mattina, e l'allarme scatta subito grazie al cellulare di un automobilista di passaggio con cui vengono avvertiti i carabinieri. La madre si fa viva a metà pomeriggio. Rivuole il suo bambino, dice tra i singhiozzi al telefono. Ma Giovanni è già stato portato in un istituto per l'infanzia abbandonata a Dolo, nel Veneziano. E' lì che resterà per alcuni giorni, prima di essere affidato probabilmente al padre, un operaio trevigiano di 29 anni, all'oscuro della scomparsa del bambino, figlio unico, mentre la mamma, G.B., casalinga di 27 anni, è stata denunciata per abbandono di minore. «E' stato un momento di irrazionalità della madre - ha commentato a fine giornata il capitano dei carabinieri di Treviso, Michele Sarno - dovuto probabilmente a qualche dissapore coniugale. Con questo gesto così clamoroso forse la donna voleva attirare l'attenzione del marito. Tutto è finito bene, per fortuna». I genitori, di Castelfranco Veneto, sono stati interrogati ieri pomeriggio dai carabinieri e saranno riascoltati dal magistrato. Un rapporto è stato presentato al tribunale dei minori di Venezia. Bisognerà stabilire se la crisi della madre è stata momentanea, dovuta a un impeto di rabbia o di disperazione, oppure se le sue condizioni richiedono cure e suggeriscono l'allontanamento del figlio. Bisognerà anche capire quanto questa vicenda inciderà sull'equilibrio già precario della coppia di genitori. Cosa ricorderà Giovanni di questa giornata passata tra estranei? «Un bambino bellissimo, svoglio, pulito e molto educato - racconta Lucia Michieletto, la ricamatrice che l'ha trovato e se l'è portato a casa -. Gli ho dato da mangiare un gelato e lui ha chiesto un fazzolettino di carta per non sporcarsi. Mi ha detto che si chiama Giovanni e che era in macchina con la sua mamma. Quando l'ho visto di lontano che rincorreva l'auto, una Clio rossa, credevo che fosse uno scherzo. L'auto procedeva lentamente. Poi ha fatto un'inversione ed è partita velocemente. Il bambino mi chiedeva della mamma e della nonna materna. E' stato bravo, non ha pianto». Giovanni non ha avuto paura neanche quando ha visto i carabi¬ nieri. Anzi. Ha raccontato di essere stato con i genitori in una pizzeria della zona, ne ricordava il nome e lì ha guidato i militari. L'indicazione era giusta, benché inutile. I titolari del locale non conoscevano la famiglia del bambino. «Vorrei una Coca Cola» ha chiesto Giovanni e poi: «Adesso ho tanto sonno». Intanto radio e tv diffondono la notizia del ritrovamento del bambino, i notiziari ripropongono la vicenda. E' stato questo martellare continuo, probabilmente, che ha provocato la svolta a metà pomeriggio. La madre chiama i carabinieri di Zero Branco. Sussurra qualcosa al telefono, piange, vuol sapere come sta Giovanni. Viene interrotta dal marito che le strappa la cornetta e chiede: «Chi parla? Cosa è successo?». I carabinieri gli raccontano l'accaduto. Lui non sapeva nulla. Aveva fatto il turno di notte in fabbrica e mentre la moglie abbandonava il bambino lui stava dormendo. Dopo aver lasciato il piccolo, la donna ha girato senza meta. In macchina è stata trovata la ricevuta di un garage di Venezia dove la sua auto è rimasta parcheggiata per tre ore. Ha vagato senza meta, sconvolta. Poi è tornata a casa. Una casa silenziosa, la porta della camera da letto chiusa. Il marito sta dormendo. Poi la decisione di telefonare ai carabinieri. Maria Grazia Raffele Dopo alcune ore ha telefonato ai carabinieri: «Ridatemi il mio bambino». Ma il piccolo è in istituto, probabilmente sarà affidato al padre Una veduta del paese teatro della vicenda, l'auto della donna e uno dei carabinieri che hanno ospitato il piccolo dopo l'abbandono

Persone citate: Lucia Michieletto, Maria Grazia, Michele Sarno

Luoghi citati: Castelfranco Veneto, Dolo, Treviso, Venezia, Zero Branco