Sharon, gamba zoppa del governo Inviso al mondo, eroe della destra di Fiamma Nirenstein

Sharon, gamba zoppa del governo Inviso al mondo, eroe della destra Sharon, gamba zoppa del governo Inviso al mondo, eroe della destra ANALISI ATEL AVIV RIEL, il Leone di Dio (questo significa il nome), non c'era. Se ne stava in fattoria a Shikmim, Ariel Sharon, mentre alla Knesset si trattava la formazione del governo, e tutti si agitavano, entravano, uscivano, avanti e indietro, su e giù, nell'ufficio del primo ministro eletto Bibi Netanyahu, il più giovane premier di Israele. Bibi agiva a sciabolate, nominando, disfacendo, penalizzando soprattutto il suo partito di cui Ariel Sharon fa parte, a favore di una coalizione larga quanto più possibile. Dava soddisfazione ai religiosi, dava soddisfazione ai russi di Sharansky, introduceva nell'esecutivo tecnici scomodi e nuovi alla politica come il giudice Yaacov Neeman, il nuovo ministro della Giustizia. E Sharon seguitava a restare fuori. Fuori dal ministero che più aveva richiesto, quello della Difesa, assegnato a Ytzich Mordechai. Un militare più tranquillo e mediano di Ariel Sharon. Fuori da quello del Tesoro, il secondo nella sua lista, assegnato invece a una colomba del Likud, Dan Meridor. Sì, Bibi ha sognato per un momento di poter tener lontano dal suo governo qtiesto ingombrante, corpulento settantenne dagli occhi chiari, la camicia bianca, un «farmer» versione israeliana di John Wayne. Solo che John Wayne i suoi eroismi li ha fatti sempre per finta, sullo I schermo. Sharon, invece, nonoI stante dai tempi della guerra del Libano sia inviso a tutta l'opinione pubblica internazionale, odiato dalla sinistra israeliana, e adorato invece dai coloni della Giudea e della Samaria, e dai Settler di Hevron i cui voti egli ha portato in regalo al laico e poco religioso Bibi, è un eroe militare, che ha rischiato più volte la sua vita. Un vero pezzo della storia d'Israele. Se Bibi credeva che quella storia fosse finita, si sbagliava. Così, quando pensava di averlo ormai lasciato fuori dal governo dicendo che comunque, poiché non aveva altro a disposizione aveva proposto a Sharon il ministero delle Costruzioni che Arik (così lo chiamano di soprannome) aveva rifiutato, si è trovato di fronte uno sbarramento molto ben definito, e di forza inusitata: David Levy, ministro degli Esteri in pectore, potente controllore di una fetta di voti, gli ha detto: «Se non entra lui, allora neanche io». E a forza di riunioni durate notte e giorno, mai alla presenza di Sharon, ma sempre alla presenza di qualche suo fedele, Bibi ha dovuto inventarsi un «ministero delle Infrastrutture», non molto importante politicamente, ma con un budget di tutto rispetto di 10 miliardi di Shekel, tre miliardi e mezzo di dollari, che controlla la proprietà pubblica, parte delle strade, l'elettricità, le Ferrovie, le fabbriche di forniture aeronautiche. Tuttavia i ministeri più importanti sono rimasti fuori dalle mani di Sharon. Bibi ha perso onorevolmente, ma ha perso. Ed ecco il motivo per cui ha dovuto arrendersi: Sharon, da generale, nel 1967 con la 202a Brigata di paracadutisti, sfondò nel Sinai, contro il parere di Moshe Dayan. Fu ancora lui che nel 1973, dopo il disastroso avvio della guerra del Kippur, che vide Israele presa fra due fuochi siriano ed egiziano, sfondò in Egitto alla testa dei suoi uomini, passando il Canale di Suez e riuscendo poi a circondare con le sue sole forze 25 mila soldati egiziani. Intanto le truppe egiziane stavano avanzando. Fu proprio la trattativa condotta dal governo dell'Egitto per liberare i suoi 25 mila uomini, che lo condusse al blocco delle operazioni. Il resto è noto: Sharon, divenuto ministro della Difesa nel 1982 conferì alla guerra del Libano, che doveva servire solamente a scalzare l'Olp che lo usava come base d'attacco contro Israele, un significato territoriale che ha condotto all'odierno esplosivo intrico. E fu allora che il mondo intero mise sotto accusa Sharon per il disastro di Sabra e Chatyla, in cui le truppe maronite massacrarono i palestinesi. Sharon oggi è l'uomo del Likud che più di ogni altro raccoglie le simpatie di coloro che pensano che i problemi si possono risolvere con la forza. Anche loro hanno portato i loro voti a Netanyahu, e Netanyahu ha dovuto per forza dare a Sharon la sua ricompensa. Fiamma Nirenstein :eii^J|

Luoghi citati: Egitto, Israele, Libano, Ytzich Mordechai