«Dimettermi? Proprio no»

BSFB% «Dimettermi? Proprio no» E Sacchi parte già per Francia '98 IL MISTER NON SI SENTE IN COLPA MANCHESTER. Maldini sostituirà Sacchi? Circola questa voce, alla fine del match. Inevitabile, dopo un tracollo così inatteso e così pesante. Ma la voce pare del tutto infondata. L'Arrigo resta. L'Arrigo non ha nessuna intenzione di andarsene. E Matarrese conferma la sua fiducia in lui. Come se nulla fosse accaduto: almeno a livello ufficiale, in realtà le conseguenze saranno pesanti anche per Matarrese. Lo stesso presidente non sembra più così solido al timone del calcio italiano. E c'è chi attendeva questo fallimento per partire con i processi senza appello. Sul futuro il massimo imputato, Sacchi, si dichiara sereno. Sorride, persino, qyuando gli chiedono se ha intenzione di mollare: «Io ho fatto il contratto un mese fa. Se avessi voluto piantare tutto l'avrei fatto allora, o tre mesi prima. Altrimenti non avrebbe avuto senso firmare l'impegno. O forse c'è qualcuno che ha l'abitudine di fare un contratto e poi andarsene?» Poi passa ad elogiare gli azzurri, un modo efficace per evidenziare il suo lavoro che, stavolta, non è stato premiato dai risultati: «Come qualità di gioco, non avrebbero mai peritato di essere messi fuori. Persino Bierhoff, nell'intervallo, mi si è avvicinato e mi ha detto: "Siete proprio bravi". Abbiamo incontrato tre grandi squadre, mica il Lussemburgo. Abbiamo perso contro la Repubblica Ceca solo per una serie di circostanze sfortunate. C'è chi parla già di fallimento, di delusione. Secondo me, a sproposito. Noi usciamo da questo Europeo a testa alta, il gruppo si è dimostrato compatto, abbiamo offerto uno spettacolo più che dignitoso. No, per me non si è affatto trattato di un fallimento». Sarebbe basto, in fondo, che Zola avesse trasformato quel calcio di rigore... Dice il et: «Quell'errore gli è rimasto in testa, ha finito col tagliargli le gambe. Perchè l'ho lasciato in campo? Perchè è un giocatore di grandi qualità, un attaccante che da solo può anche risolvere una partita. E poi, non potevao mandare in campo del Piero: aveva avuto disturbi intestinali, febbre». Continua Sacchi: «Nel calcio, come nella vita, capita a volte di non raccogliere per quanto si è seminato. Ecco, ai noi è successo in questo Europeo: non è il caso di fare dei drammi, abbiamo la coscienza a posto, torniamo in Italia a rtesta alta. Nell'intervallo ho detto ai ragazzi di continuare col pres- sing, di allargare la manovra. Tutti hanno fatto il massimo, o hanno cercato di farlo. Non devo rimproverarli. Devo soltanto ringraziarli». Gli chiedono se questo, per lui, sia il momento più brutto come et. L'Arrigo risponde subito: «No, i momenti brutti, per me, arrivano quando vedo la squadra giocare male, quando mi accorgo che gli azzurri non seguono le mie direttive. D'Altra parte, questa per noi è una competizione stregata. Pensavo, sinceramente, che fosse la volta buona. La squadra mi pareva in forma, e lo era; la Federazione aveva fatto il massimo per farci arrivare qui nelle migliori condizioni possibili. Insomma, ci ho creduto, ci ho creduto fino in fondo. Certo, sono deluso. Ma ripeto che per me non si può parlare di fallimento». Dalla sua parte, il et ha la squadra. Il gruppo, almeno a parole, non si è sfaldato. Questo, l'Arrigo e i suoi azzurri, si sono detti in spogliatoio nei minuti difficili dopo il fischio finale. Tra mille silenzi imbarazzati. Ma come non ripensare alle scelte azzardate contro la Repubblica Ceca, in quella gara che sembrava di assoluta routine e che si è invece rivelata decisiva per la bocciatura degli azzurri in questo Europeo? Partito tra trionfi annunciati, e concluso con un disastro sportivo che solleverà polemiche. E magari anche qualche interrogazione parlamentare. Oggi il rientro non sarà allegro, [f. v.] Peruzzi Indossa la maglia con le maniche corte per evitare la tentazione di rimboccarsele: non ne avrebbe comunque bisogno perché i tedeschi tirano una sola volta (testa di Klinsmann al 28' del primo tempo) e la deviazione finisce fuori. Per il Cinghialone solo rinvìi di piede che non sono la sua specialità, due uscite basse e un colpo di testa su svirgolata di Mussi: con Goethals non si sa mai. Mussi Aveva la grossa responsabilità di cancellare gli errori con i cechi e ce l'ha fatta. Mai una smagliatura, semmai troppa prudenza nell'appoggiare l'azione in attacco come sa fare benissimo nei giorni in cui è ispirato. Scelta sua (con qualche problemino fisico) oppure consiglio dell'Arrigo per non far partire il contropiede di Ziege? Soprattutto nella ripresa ci si attendeva di più. Costacurta Una prestazione più sicura della precedente, ma ci voleva poco. Il gioco dei tedeschi aiuta lui e tutta la difesa a ritrovare la fiducia, è raro che qualcuno giunga dalle sue parti e in ogni caso chi lo fa non ha la convinzione per arrivare fino in fondo. Prova persino a spingersi in attacco nel finale di partita, ultima mossa, disperata. Purtroppo per gli azzurri, anche inutile. Maldini Dà forza e coraggio a Costacurta, impone a Klinsmann (l'unico tedesco che gioca sul serio almeno nel primo tempo) il peso della propria classe e della propria decisione. E' bello a vedersi ed efficace. Immaginiamo quali sfracelli avrebbe combinato in una serata come questa se avesse potuto mantenere il proprio posto da terzino, con più libertà di muoversi in attacco. Carboni Ricordiamo di lui un gran tiro nella ripresa, finito un metro fuori, sulla sinistra di Koepke che non ci sarebbe mai arrivato. Il romanista non ha demeritato, ma non è stato impeccabile nei cross e non è arrivato una volta sul fondo. Sacchi ha avuto ragione a impiegarlo mancandogli Apolloni. TORRICELLI sv dal 32' st: potrà dire di aver giocato l'Europeo. Unica sua consolazione. Fuser Il gioco è passato pochissimo dalla sua parte nel 1° tempo, perché l'Italia in quel momento pendeva a sinistra. Ha fatto un movimento straordinario, ha conquistato palloni ispiratissimi e non ha risparmiato il tiro: due volte nel primo tempo, poi una bomba, potentissima, respinta da Kopke al 3' del st, ne hanno fatto il tiratore più pericoloso e continuo del match. DI LIVIO sv dal 36' st. I Nella foto in alto l'immagine più significativa del match: Zola ha appena sbagliato il calcio di rigore e alza disperato gli occhi al cielo: per l'Italia è la condanna; a fianco, nervi tesi: Carboni, Costacurta e Albertini discutono animatamente con l'arbitro belga Goethals

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