Violante e Caselli bisogna desovietizzare la Sicilia di Massimo Gramellini
«Ci sono ancora poteri occulti contro lo Stato» Violante e Caselli: bisogna desovietizzare la Sicilia POLITICA E GIUSTIZIA PALERMO DAL NOSTRO INVIATO La Sicilia deberlusconizzata dai neo-democristiani emana effluvi particolari a ondate alterne. In un'aula della facoltà di Ingegneria con le scorte in allerta e le serrande abbassate, Luciano Violante parla alla platea più nera della sua vita, trecento studenti di Alleanza Nazionale che lo applaudono ammirati, imo ha anche il pizzetto e la camicia nera. «Il mio precedente incontro con voi del Fuan risale al 1961, all'università, e vi assicuro che fu di ben altro tipo...». Vicino a lui, l'amico Caselli sorride. Intanto in una sala del tribunale appena un po' più piccola, gli avvocati di Calogero Marinino stanno chiedendo la fi- ne degli arresti domiciliari per il santone della de siciliana «in quanto non ha più referenti politici», ma il pubblico ministero Teresa Principato li rintuzza caustica: «Mi sembra una battu- ta e comunque avreste potuto l'aria prima delle elezioni, non adesso: dagli atti risulta che il capolista edu Totò Cuffaro era un uomo suo». Cuffaro che quattro anni fa andò in tv a piangere sul¬ la sorte di Mannino e, domenica scorsa, nella sola provincia di Palermo, ha preso 15.981 preferenze, undicimila più del secondo elotto. «Buttigliono e Casini sostengono di aver l'atto pulizia e io mi fido. Sono insediati sul territorio meglio di noi, ma questo non significa che siano collusi. Il magistrato dimostri quel che dice. Non vorrei che siccome la sinistra ha perso...». Maurizio Gasparri dimentica per un attimo di essersi innamorato di Violante e difende gli alleati di centro che pure lo hanno sconfitto. L'aiutante di Fini sta aspettando l'arrivo di Caselli e del presidente della Camera al convegno del Fuan. «Certi gesti, in Sicilia, sono importanti». E questo può esserlo anche per lui: la sua candidatura alla presidenza dell'Antimafia esce benedetta da un incontro che sogna la rappacificazione definitiva fra mondi lontanissimi. «Qui e in questo momento», enfatizza il capo del Fuan «comincia davvero la Seconda Repubblica». Caselli parla agli studenti di destra il linguaggio drammatico chi; di solito precede ogni passaggio giudiziario decisivo: «Non posso escludere che qualcosa di occulto sia vivo ancor oggi per disarticolare, torcere e piegare il quadro politico. Finché le stragi del passato, da piazza Fontana in poi, resteranno impunite, non avremo democrazia vera. Perché una democrazia che disarmasse i giudici e rimuovesse il passato sarebbe tarata. Il pericolo dei colpi di spugna riguarda anche la lotta alla mafia. La politica non deve costringere i giudici a lasciarsi coinvolgere in risse per la difesa delle leggi». La platea lo applaude come Fini o Abiurante. Bartolo Sammartino, presidente del Fuan palermitano, è commosso: «Per noi, dottor Caselli, lei è un mito, un modello!». Gasparri raccoglie gli applausi di Violante citando Borsellino, Bul'alino («se non fosse morto sarebbe qui»), i poliziotti in festa per l'arresto di Brusca e Agostino Depretis, l'inventore della sinistra trasformista: «La Sicilia è un paradiso governato da diavoli». Adesso tocca a Violante rivolgersi ai nipotini di Salò. «Voi giovani, di destra e di sinistra, non dovete più dividervi sulle stesse cose che hanno diviso noi. Certi muri come l'antifascismo e l'anticomunismo hanno l'atto comodo ad altri, alla mafia». Cita don Sturzo e un ex noir lo interrompe. «Lo diceva anche Gentile». Violante, piano: «Io ho letto Sturzo». Distingue fra la sicilianità di Falcone e il sicilianismo della mafia, «terribile come tutti gli ismi: come il piemontesismo, di cui io e Caselli sappiamo qualcosa». Poi lancia il nuovo slogan, persino autoironico: «Basta con l'antimafia dei ceri e delle lacrime. Bisogna desovietizzare la Sicilia! Eliminare questo mix fra politici incompetenti e burocrati opprimenti che era il modello sovietico: e se lo dico io dovete crederci...». TI ragazzo in camicia nera grida: «Bravooo!» un attimo prima degli altri: segue l'applauso corale, come a teatro. Massimo Gramellini «Ci sono ancora poteri occulti contro lo Stato» II presidente della Camera Luciano Violante
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