La Stampa - Consultazione Archivio

Lo salva Dell'Utri? Lo salva Dell'Utri? Il Vascello: l'editore affonda Yj] ROMA IN catalogo di 220 titoli, 1 sette collane per una miI I nuziosa ricerca «di un V* Innovo sapere per una nuova e curiosa letteratura», fondamentale «Sud, Est, Nord, Ovest», cioè un orizzonte a 360 gradi per opere di autori da noi poco o niente conosciuti, di lingua bulgara o ceca, neogreca o albanese, brasiliana o norvegese senza trascurare i classici, perle o cammei, inglesi e francesi, italiani, russi, portoghesi, danesi, Apollinaire e Byron, Bontempelli e De Andrade, Bulgakov e Lenin, Cela e Hoffmann e cosi via: un progetto editoriale chiaro quanto ambizioso, in sostanza un'apertura di credito alla voglia di esplorazione poetica del lettore. E' andata male: il successo di stima non basta, la Biblioteca del Vascello da marzo non pubblica più niente, chiude. «Seicento milioni sfumati in sei anni, andare avanti sarebbe un suicidio» dice Claudio Messina che, ex dirigente Ibm, ha esordito con questa piccola casa editrice romana nell'88, ottenendo incoraggianti risultati sino alla débàcle generale dell'editoria del '93, ma continuando a investire mentre ancora oggi le esposizioni bancarie non sarebbero catastrofiche, Grauso socio al 40% non si sarebbe tirato indietro, le altre testate collegate al Vascello nel Sistema Edi toriale di recente costituzione, cioè Voland e Omicron non correrebbero rischi. Difficoltà come quelle in cui si dibattono una trentina di altre piccole editrici. Perché allora abbandonare? «Il mio traguardo ideale era piazzare il Vascello in uno spazio tra Sellerio e Adelphi. Evidentemente questo spazio non l'ho trovato. Ho portato in Italia 150 autori che sono la crema nei loro Paesi. Ma qui la gente non va in libreria, il libraio non sa l'are il suo mestiere e ormai ho un grandissimo disgusto del mondo nel quale sono stupidamente entrato». I giochi sono fatti, ma non irrimediabilmente. Il Vascello potrebbe uscire dalle secche. Chissà che un Dell'Utri... [m. app.]