Cella italiana per il boss
Francesco Di Carlo trasferito su sua richiesta da Londra: starebbe per pentirsi Francesco Di Carlo trasferito su sua richiesta da Londra: starebbe per pentirsi Cella italiana per il boss Fu sospettato di aver ucciso Calvi PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il boss della mafia siciliana nella City londinese, Francesco Di Carlo, 51 anni, condannato nel 1987 a 25 anni di detenzione per avere importato in Gran Bretagna eroina e canapa indiana per quasi 200 miliardi di lire, è stato trasferito in Italia su sua richiesta. Di Carlo avrebbe intenzione di collaborare con la giustizia. E' un boss di primo piano. Nel 1982 fu sospettato di essere uno degli assassini di Roberto Calvi e di aver abbandonato il cadavere sotto il ponte dei Frati Neri sul Tamigi, simulando il suicidio del banchiere. Ma che Francesco Di Carlo abbia intenzione realmente di collaborare con la giustizia o si accinga a farlo, non l'hanno confermato ieri, né il procuratore nazionale antimafia, Bruno Siclari, né il procuratore aggiunto di Palermo, Guido Lo Forte. Ieri, a Torino per un incontro con i magistrati della procura della Repubblica, Siclari ha rilevato che Di Carlo «potrebbe sapere molte cose». Di più non ha voluto aggiungere e si comprende facilmente per quale ragione. Infatti, Francesco Di Carlo è sempre stato ritenuto un elemento estremamente pericoloso. Anche il difensore avv. Sergio Monaco, a Palermo ha affermato di non saperne niente e di aver solo spinto la pratica relativa al diritto del suo assistito a scontare in Italia la pena detentiva inflittagli dall'Alta Corte di Londra, dopo che la corte d'appello di Palermo ha riconosciuto equo il verdetto emesso dalla magistratura britannica. Quest'ultimo era un passaggio indispensabile, un presupposto irrinunciabile perché, in forza del Trattato di Strasburgo, Di Carlo potesse essere trasferito in Italia dal penitenziario di Full Sutton. nei dintorni di York. «Le carceri italiane sono molto più comode di quelle inglesi. Sì, anche per i detenuti sottoposti al 41 bis». Così il procuratore aggiunto antimafia, Grasso, ha risposto alle domande dei giornalisti sul perché Di Carlo possa aver voluto tornare in Italia. [a. r.] Il procuratore antimafia Siclari «Potrebbe sapere molte cose» I magistrati: le nostre carceri più comode di quelle inglesi In alto Francesco Di Carlo. A sinistra Calvi e la moglie, in basso il ponte dei Frati Neri a Londra
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