l'Abbé Pierre ci riprova di Enrico Benedetto
Intervista «scandalosa» a un giornale svizzero: sono un perseguitato Intervista «scandalosa» a un giornale svizzero: sono un perseguitato l/Abbé Pierre ci riprova «Anche gli ebrei commisero genocidio» PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Abbé Pierre rompe il silenzio. E malgrado la cocente sconfessione infertagli dai vescovi francesi, riprende dal suo eremo svizzero - e rincarando la dose - le tesi revisioniste sullo sterminio ebraico. In un'intervista al quotidiano elvetico «Le Matin» accusa inoltre il sionismo, «impiantato negli Usa ma con ramificazioni mondiali», di «intrigare per costituire un impero dal Nilo all'Eufrate senza tener in minimo conto le esigenze palestinesi». Attribuisce inoltre agli ebrei «una Shoa ante litteram»: «Quando Giosuè attraversa il Giordano per entrare in Terra Santa, stermina chiunque trovi sul suo passaggio, sino all'ultimo animale da cortile». E concludendo, difende il volume di Roger Garaudy - «amico personale e uomo di rara qualità» - sui «Miti fondatori della politica israeliana» malgrado sia ormai fuorilegge in Francia (e Svizzera) per «contestazione di crimini contro l'umanità». Secondo l'Abbé Pierre, in effetti, occorre relativizzare l'Olocausto. «Poco importa che le vittime ebraiche siano state 5 o 6 milioni: il nazismo ne fece, globalmente, il decuplo». Il religioso si assume infine la piena responsabilità delle sue dichiarazioni. «Manipolato, io? No. Ma gli altri sì. Fa riflettere la simultaneità delle reazioni negative sui media. Deve esserci un'influenza precisa» argomenta, lasciando intendere che la lobby ebraica vuole abbatterlo. «In caso contrario, sarebbe davvero una storia mefistofelica». Rilasciata a Zermatt, dove il presule - rifugiatosi sulle prime in un monastero veneto per sfuggire al clamore dello scandalo e «punire» la Francia per le critiche irriguardose mossegli - si ritempra in questi giorni, la clamorosa intervista imbarazza oltremisura la Chiesa non solo francese. Il presidente della Cei transalpina, mons. Duval, ha rifiutato di commentarla. Ma già le associazioni che si battono contro xenofobia e antisemitismo sono scese in campo per denunciare la nuova escalation dell'AbbéPierre-pensiero. Durissimo in particolare il Crif, che raggruppa l'associazionismo ebraico in terra francese. «Mostrandosi ossessionato dalle tesi più retrograde dell'antigiudaismo, già condannate dal Concilio Vaticano II, l'Abbé Pierre si è definitivamente disonorato. Ne prendiamo atto con tristezza». Difficile dire se la gerarchia ecclesiastica prenderà misure disciplinari contro l'ottantaquattrenne ribelle. Finora l'ammonimento, sia pure fermo, era rimasto sul piano verbale. Ma a un primo richiamo dovrebbero seguire, in caso di recidiva, provvedimenti severi. Si era finora parlato di intemperanze lessicali, malintesi, approssimazione dovuta alla vecchiaia, abile sfruttamento del caso da parte di Garaudy. Le quattro spiegazioni appaiono, oggi, velleitarie. E' fin troppo chiaro come, al di là delle polemiche e dell'insistenza forse un poco senile messa nel reiterare gli attacchi, l'Abbé Pierre creda profondamente nelle posizioni che difende. I francesi non possono che esserne sconcertati. Far passare per un livido antisemita l'uomo che rischiando la vi¬ ta mise in salvo diversi ebrei e da mezzo secolo prende le difese dei più deboli è quasi impossibile. Ma l'inattaccabile abate - fra l'altro, non lo è: deve il titolo agli anni della Resistenza sarebbe allora portavoce di un revisionismo «buono», da contrapporre a quello maggioritario, becero e nazisteggiante? Nessun sondaggio lo indica ancora, ma che si possa essere tentati di rispondere affermativamente è fuor di dubbio. Salterebbe, dunque - e per la prima volta -, il «cordone sanitario» antirevisionista. «Un giorno mi ringrazieranno per aver spezzato un tabù» dice lui. Non è così sicuro. Enrico Benedetto seguitato o» L'Abbé Pierre di nuovo al centro delle polemiche per le sue posizioni revisioniste Mar L'Abbé Pierre di nuovo al centro delle polemiche per le sue posizioni revisioniste
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