Elisili rabbia e piani di guerra

Il capo del Cremlino va in tv («O me o il disastro»), rifiuta un confronto in| Il capo del Cremlino va in tv («O me o il disastro»), rifiuta un confronto in| Elisili, rabbia e piani di guerra II Presidente si appella ai russi e corteggia Lebed MOSCA NOSTRO SERVIZIO Boris Eltsin è arrivato primo, ma sui display della Commissione elettorale la colonnina blu che rappresenta i voti del Presidente uscente è pericolosamente vicina a quella rossa di Ghennadi Ziuganov. Ieri sera sono stati resi noti gli ultimi dati del primo turno, quasi definitivi visto che riguardano il 99% delle schede. Eltsin è in testa con il 35,02%, e sente sul collo il fiato di Ziuganov con il 31,95, solo tre punti di differenza. Ormai certamente terzo è il sorprendente generale Alexandr Lebed: 14,73 per cento. L'economista riformatore Grigorij Javlinskij ha ottenuto il 7,42 per cento dei voti, e Vladimir Zhirinovskij, l'ex enfant terrible della politica russa, è sceso drasticamente al 5,84. Gli altri cinque candidati in lizza hanno preso tutti meno dell'un per cento, e tra loro spicca la débàcle di Mikhail Gorbaciov: 0,51. Un risultato che non è stato contestato da nessuno, né dagli osservatori internazionali, né dai controllori comunisti che avevano temuto forti brogli. Nessuno dei due protagonisti del voto ieri ha cantato vittoria, e sia al Cremlino che alla Duma, dove è situato il quartier generale dei comunisti, si respirava un'atmosfera di preoccupazione e tensione. Alle 7 del mattino Eltsin aveva già convocato i suoi collaboratori per decidere il da farsi. Secondo indiscrezioni, il padrone del Cremlino era «insoddisfatto» - in altre parole furibondo - per il risultato elettorale. In mattinata Eltsin si è anche rivolto agli elettori con un appello televisivo. Ha ringraziato quelli che hanno votato domenica per lui e poi ha messo le cose in chiaro: «Al secondo turno dovrete scegliere: o indietro, alle rivoluzioni e alle disgrazie, oppure avanti, verso la stabilità e il benessere. Noi siamo la Russia, dobbiamo rimanere uniti». Come se Ziuganov non fosse la Russia. E invece lo è. Il leader comunista ha vinto in 42 regioni (su 89), e in 11 di queste per lui ha votato più della metà degli elettori. Sono le province con la più alta densità di popolazione, le zone industriali della Siberia, le regioni agricole e poverissime della «cintura rossa» della parte europea, il Caucaso e il Sud del Paese. «Eltsin è primo», ha detto il candidato comunista, «ma non ha vinto. Il 65 per cento degli elettori ha votato contro di lui». Ed è proprio sul terzo degli elettori che non hanno votato né per Eltsin, né per Ziuganov, che già da ieri si è aperta una feroce battaglia all'ultimo voto. Entrambi i candidati hanno raschiato il fondo del barile del loro elettorato e ora, per vincere al ballottaggio, devono trovare nuovi alleati. Il più promettente è sicuramente Alexandr Lebed, con il suo inaspettato terzo posto, che ieri era già conteso da destra e da sinistra. Eltsin ieri l'ha convocato subito al Cremlino, per un incontro a quattr'occhi il cui contenuto per ora rimane il più grande segreto postelettorale. Secondo il comunicato ufficiale, si è parlato dei risultati del voto e di una «possibile collaborazione». Il generale si è astenuto da qualsiasi commento. Ma fonti del Cremlino affermano che al generale sono state fatte diverse proposte allettanti: tra cui il ministero della Difesa e una carica creata ad hoc per lui, di vicepremier responsabile dei «ministeri della forza». Difficile dire se Eltsin, pur di avere i voti di Lebed, accetterà di lasciarsi sfuggire di mano una delle leve principali del suo potere (l'esercito, la polizia e i servizi segreti infatti rispondono direttamente al Presidente). Il generale ci sta pensando e attende anche le offerte dell'altra parte. Il numero due del pc russo, Valentin Kupzov, ha fatto capire ieri che i comunisti sono disponibili ad accogliere Lebed tra le loro braccia, e forse perfino a offrirgli il posto di premier nel loro governo. Anche altri candidati attendono inviti a trattare. Vladimir Zhirinovskij, evidentemente amareggiato per la sconfitta, ieri si è chiuso in casa e ha cancel- lato tutte le conferenze stampa. Pure Grigorij Javlinskij ieri si è astenuto da ogni commento in attesa del congresso del suo partito «Jabloko» che il 22 giugno dovrà decidere se e a quale condizione trattare con Eltsin. Ma i sostenitori dell'opposizione democratica preoccupano meno il Cremlino, visto che, anche se non voteranno per Eltsin, non voteranno certo, a nessuna condizione, per Ziuganov. E forse proprio per questo l'offerta che Eltsin avrebbe intenzione di fare a Javlinskij è la stessa che gli fece prima delle elezioni perché si ritirasse: vicepremier incaricato delle riforme. Il primo assistente di Eltsin, Viktor Iliushin, ha fatto anche sapere che è probabile un rimpasto del governo nell'intervallo tra il primo e il secondo turno. Il Cremlino ha intenzione di usare tutte le armi a sua disposizione, cercando anche di mobilitare quei suoi elettori che domenica hanno disertato i seggi tranquillizzati dalla sicurezza con cui Eltsin aveva promesso una vittoria già al primo turno. Un grave errore, secondo Iliushin, che ora trasformerà le prossime due settimane in un confronto durissimo tra i due candidati. E Ziuganov non ha mancato di cogliere l'occasione e sfidare Eltsin a un dibattito televisivo. Sfida che Eltsin aveva già respinto prima, probabilmente conscio che la polemica pubblica non è il suo forte, e che ha rifiutato anche ieri. Il secondo turno si terrà il 30 giugno o il 7 luglio. Ma Eltsin vuole trasformare in giorno di festa il 3 luglio e portare i russi alle urne di mercoledì. Per un motivo molto semplice: anticipando il voto rispetto al weekend, vuole impedire loro di andare in dacia. Anna Zafesova Soltanto tre punti di vantaggio per Boris (35% contro 32), che si dice «insoddisfatto» del risultato. Il leader comunista vince in 42 regioni su 89, ma a Mosca e San Pietroburgo è battuto nettamente Zhirinovskij furioso per la disfatta si chiude in casa. A Javlinskij sarà offerto un posto da vicepremier per le Riforme. Probabile un rimpasto di governo prima del secondo turno I RISULTATI [DATI IN PERCENTUALE] BORIS ELTSIN 55,02 GHENNADI ZIUGANOV 31,95 ALEXANDR LEBED 14,73 GRIGORIJ JAVLINSKIJ 7,42 VLADIMIR ZHIRINOVSKIJ 5,84 Al di sotto dell'uno per cento gli altri cinque candidati, incluso l'ex presidente dell'Urss Mikhail Gorbaciov (0,51%).

Luoghi citati: Mosca, Russia, San Pietroburgo, Siberia, Urss