Riva la forza dei ricordi di Fabio Vergnano

Dal Messico alla finale di Spagna: un grande azzurro ci racconta come si battono i panzer Dal Messico alla finale di Spagna: un grande azzurro ci racconta come si battono i panzer Riva, la forza dei ricordi «Contro i tedeschi imprese storiche» ALSAGER DAL NOSTRO INVIATO Italia-Germania 4-3. La memorabile sfida del '70 al Mondiale messicano diede al regista Sergio Soldini lo spunto per un film su un'epoca di grandi trasformazioni, quella dei ragazzi con l'eskimo e la voglia di contare di più. Gigi Riva, protagonista da Oscar a Città del Messico, non l'ha visto. Di quella partita conserva tuttavia un ricordo nitidissimo: non serve che qualcuno gli rinfreschi la memoria, non gli piace nemmeno la realtà filtrata dalla finzione cinematografica. Del resto quell'incontro passò alla storia, con le sue emozioni indimenticabili, c'è perfino una targa allo stadio Azteca a sottolinearne l'intensità emotiva. Mercoledì la sfida si rinnova. Nel nostro destino calcistico c'è sempre una Germania: dopo il Messico, la finale di Madrid, l'urlo di Tardelli, l'Italia tre volte campione del mondo. Ed è ancora una partita senza appello. Non c'è in palio una coppa, ma la dignità calcistica, l'orgoglio di non essere spazzati via con la velocità della luce. Riva, 42 volte azzurro con 35 gol, oggi è dirigente accompagnatore della Nazionale, cura i rapporti fra la squadra e il mondo esterno e nel tempo libero gioca a golf. Ma vive sem¬ pre il calcio in maniera profonda, ne conosce ogni segreto, è un punto di riferimento importante per i giocatori. Ricordate il suo abbraccio affettuoso a Roberto Baggio dopo la finale di Usa '94? Riva non vive di ricordi, ma ci sono tappe di una carriera che restano come un marchio indelebile. E' tempo di rievocazioni: «Fu un partita normale fino al gol di Schnellinger, poi divenne qualcosa di eccezionale. Ma la vera sfida con i tedeschi fu quella del Mondiale '82. Nel calcio chi arriva secondo non viene più ricordato. Perdemmo un grande occasione in Messico, ma forse avevamo già dato tutto. Un dettaglio: prima della finale con il Brasile, avevamo già fatto i bagagli». E oggi che Germania si aspetta? «Una squadra alla nostra portata. Conosciamo bene gente come Moeller, Sammer, Haessler. Da noi non hanno lasciato il segno. Soltanto Klinsmann era da tenere e chi l'ha ceduto adesso si sarà pentito. Il problema sarà non avere una tensione particolare, anche se credo che loro sentiranno questa partita anche più di noi. Ho visto come giocano: contro la Repubblica Ceca hanno segnato due gol in contropiede, come facevamo noi una volta». Ma lei crede che il calcio di Sacchi sia davvero così complicato? «No, ma non riusciamo a giocarlo per novanta minuti. Nel secondo tempo con i cechi siamo stati eccezionali, sembravamo non in dieci, ma in tredici. Quello che a volte manca è l'attenzione. Ma problemi ne hanno tutti». Negli Usa ci aiutò Roberto Baggio. Qui chi ci salverà? «Zola, Chiesa, Casiraghi, i campioni non mancano. Del Piero può essere recuperato e Ravanelli esplodere». Come vede Sacchi lei che gli vive sempre vicino? «Tranquillo, sereno come sem¬ pre. Sabato sera abbiamo cenato insieme con Matarrese, abbiamo cercato di parlare pochissimo di calcio. L'ottimismo di Arrigo nasce dalla convinzione del lavoro fatto dal 18 maggio ad oggi». Dicono che diamo il massimo quando siamo con l'acqua alla gola. «Storie. Era meglio vincere le due partite precedenti e gestire poi senza tensioni quella con la Germania. In Usa abbiamo pagato lo stress». Le piace la novità del golden gol? «Se ci fosse stato in Messico non ci sarebbero state tutte quelle emozioni e avrebbero vinto i tedeschi. E' un'innovazione giusta, serve per non arrivare in fondo distrutti dalla fatica. Ma in finale sarebbe meglio tornare all'antico e giocare 120 minuti». Chi l'ha colpita di questi Europei? «Mi piace il francese Djorkaeff, apprezzo il gioco della Francia, fin qui la squadra migliore. Che delusione l'Inghilterra. Con la Svizzera non meritava neppure il pareggio. Poi magari vincerà lei». E Riva il dormiglione come accetta le sveglie all'alba di Sacchi? Occhiataccia: «Mi alzo anche se non sono più un giocatore». Fabio Vergnano u c r A BUTU96 I tifosi degli azzurri hanno ancora fiducia e non smettono di sostenere la squadra di Sacchi: qui vediamo una parata folcloristica e colorita di supporters dell'Italia Gigi Riva, 42 presenze e 35 gol in azzurro, ora accompagnatore della Nazionale