Bonnaire dai molti uomini si confida a uno sconosciuto di Alessandra Levantesi

Bonnaire dai molti uomini si confida a uno sconosciuto PRIME CINEMA Deludente il film di Bardawil con William Hurt Bonnaire dai molti uomini si confida a uno sconosciuto PECCATO che la storia d'amore fra i divi Sandrine Bonnaire e William Hurt si sia conclusa senza lasciare una traccia significativa sulla pellicola, come nel caso, ad esempio, della coppia Brunagh/Thompson. Il confronto nel gioco della recitazione di due attori così bravi e diversi - la francese dallo sguardo franco e i modi fragili e spavaldi; l'americano imploso e sfuggente come se appartenesse a un altrove • poteva essere dei più intriganti, se affidato a un veicolo migliore di questo «Confidenze a uno sconosciuto». Scritto (con Gilles Laurent) e diretto dal non più giovane esordiente Georges Bardawil, già autore di una serie nera e creatore della rivista «Photo», il film è di quelli che ti domandi che senso hanno, restando senza risposta. Nella Pietroburgo del 1907, percorsa da fremiti prerivoluzionari, la moglie di un ricco dentista si sveglia nel cuore della notte: la cameriera è in preda a convulsioni e nello studio giace il cadavere del marito brutalmente assassinato. Bisogna dire che la vedova fronteggia la tragedia con un enigmatico sorriso, senza neppure far finta di mostrarsi addolorata o preoccuparsi di venire sospettata. Tradiva il morto con ben due amanti, uno scultore di estrema destra e uno studente di estrema sinistra: ora quelli accampano di- ritti, ma la giovane donna non li ricambia troppo e tantomeno è interessata alle loro idee. Il suo dramma è esistenziale: tutti la vorrebbero, compresa la sorellina minore che le confessa una violenta attrazione lesbica e incestuosa, mentre lei desidera, infine, appartenere solo a se stessa. Queste confidenze, e nello snodarsi della vicenda altre ancor più compromettenti che riguardano l'omicidio del coniuge, la Bonnaire le fa a un elegante e impassibile sconosciuto, Hurt, incontrato per caso al parco: un tipo misterioso che conosce l'arte di tacere e ascoltare. Cosa intendeva raccontare Bardawil con questo astruso melò dagli inafferrabili risvolti storico-politici? In un coro di figu rette che non arrivano a diventare personaggi, Sanclrine e William attraversano il film con l'aria (e come dargli torto?) di non capire che ci stanno a fare: manieristici, poco convincenti e, quel che è peggio, senza mai amalgamarsi. Alessandra Levantesi CONFIDENZE A UNO SCONOSCIUTO di Georges Bardawil Con Sandrine Bonnaire William Hurt Francia-Italia '95. Drammatico Empire di Torino. Cavour di Milano Quirinetta di Roma Sandrine Bonnaire protagonista di «Confidenze a uno sconosciuto»

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino