Grignani «fabbrica» di canzoni inquiete

=1 I DISCHI Grignani, «fabbrica» di canzoni inquiete della musica pop italiana. Popolo di individualisti, quello italiano, ed anche in questo ambito raro incocciare in aggregazioni attorno ad una moda o ad un nuovo stile (a parte il rap). Se non ci sono scuole di pensiero e relativi adepti, certo non mancano le idee, nuovi specchi espressivi di sogni, illusioni, convinzioni, passioni. Soprattutto crescono quelle in campo strettamente musicale, che inseguono nuove strade, cercando il confronto cor. i nuovi suoni della scena intemazionale. In più di positivo, c'è la volontà di continuare, modernizzando, il legame con le nostre tradizioni musicali, un passaporto che gli stranieri riconoscono. Un gioco raffinalo di melodie e ritmo, ad ampio respiro internazionale, caratterizza ancora le proposte che Eros Ramazzotti ha racchiuso nell'album «Dove c'è musica» (DDD-Bmg, 1 Cd). Caratteristico è quel suo canto nasale, sciolto e plastico, intenso nell'esprimere le emozioni che versi e parole suggeriscono. Con lui l'amore non ha soltanto il senso effimero degli affetti, ma quello dell'energia che sa muovere ogni scelta individuale In tredici capitoli Eros ripropone la sua ricetta, con quel suo inconfondibile stile. Il mondo positivo, volonteroso e non demagogico, che esprime Ramazzotti ha oggi ancora più varietà di suoni a sostenerlo. In «Dove c'è musica» il salto in avanti sta proprio nel tessuto sonoro che veste le canzoni. Un intreccio costruito con una serie di viaggi tra Milano, Bologna, Los Angeles (usati anche i famosi studi A&M, usati da Quincy Jones). Ed è anche uno degli uomini fidati di Jones, Jerry Hey, a guidare un «dream team» di musicisti: chitarristi come Michael Landau; il batterista Vinnie Colaiuta; tre bassisti come Nathan East. (collaborazioni con Eric Clapton, Al Jarreau, Phil Collins), John Pierce (con Mick Jagger, Huey Lewis), John Pena (Carlos Santana, Herbie Handcock); il tastierista David Garfield (Manhattan Transfer, George Benson); il percussionista Lenny Castro. Senza contare su un corpo vocale di prima grandezza rhythm & blues e il sestetto di fiati di Jerry Hey. Tutta questa corte permette alla grande personalità interpretativa di Ramazzotti di brillare. Tra rock e soul, melodia mediterranea e ritmi latini, un episodio di country-pop («L'uragano Meri»), alla line si apprezza un disco delizioso. Molta meno serenità, ben più irrequieto, ò il secondo disco di Gianluca Grignani: «La fabbrica di plastica» (Polygram, 1 Cd). Chitarre a profusione, chitarre cattive e aggressive, arrochite e lancinanti, dominano le canzoni elettriche, inquiete, irrispettose (« + famoso di Gesù») volte a dipingere una visione personale delle contraddizioni della vita, il rifiuto e la fuga del mondo artificiale, al pericolo dell'omologazione. Un disco nervoso, dall'anima melodica ma vestito di potenti e cupi riff. Ma alla fine completo e uniforme, bello. Se per Ramazzotti e Grignani si tratta di conferme, una sorpresa arriva dalla Sicilia, da Catania. E' Carmen Consoli, 21 anni e una personalità invidiabile. «Due parole» (Polydor, 1 Cd) è un album godibile e ammirevole, anche in quel suo carattere acerbo. Dodici canzoni che giocano sulla tradizione passionale della terra natale, alternata alla poesia delle atmosfere delicate, a ceite tonalità di jazz contemporaneo. Voce e chitarra sono regine di un progetto da gustare con calma, come un gelato in un caldo pomeriggio siciliano. Una cantante e una musica che avrebbero bisogno di testi ben più int.pnsi e graffienti. Una certa passione per il jazz tradizionale e sudista Sergio Caputo l'ha sempre coltivato e dimostrato nelle sue canzoni. Ora è il tema di un intero album, «I love jazz» (Flying, 1 Cd). Con dieci canzoni, Caputo regala allegria, musica ricca anche di brio sudamericano («Oy Mary*), indolente e sinuosa come un blues amico, animala da un simpatico swing. A volte sembra un acquerello del Quartetto Cetra («Tutto sembra a posto», «Un buffissimo spray») - e non è un difetto -, ma è uno di quei rari dischi con voglia di sorridere. Alessandro Rosa >saj

Luoghi citati: Bologna, Catania, Los Angeles, Milano, Sicilia