Scontro di morte nelle acque davanti al Circeo di R. Cri.

Scontro di morte nelle acque davanti al Circeo Roma: l'incidente forse provocato dall'elevata velocità e dalla mancanza di luci di segnalazione Scontro di morte nelle acque davanti al Circeo «Pilotina» sperona un fuoribordo, resta ucciso un turista di 26 anni ROMA. E' stata una notte di morte nel mare davanti al Circeo. A San Felice, a poca distanza da porto turistico, una barca ha speronato un'altra imbarcazione e un turista è rimasto ucciso. Secondo una prima ricostruzione effettuata dagli inquirenti, è stata una «pilotina» di sette metri con cinque persone a bordo a speronare nell'oscurità una barca da pesca, che era ferma ad appena un centinaio di metri dal porticciolo. Nell'impatto, violentissimo, uno dei turisti è rimasto mortalmente ferito: soccorso dal compagno, è deceduto durante il trasporto in ospedale, a Terracina. Illeso, invece, il secondo occupante, che è riuscito a raggiungere a nuoto la riva, trascinando l'uomo ormai privo di sensi. Ad aiutarlo sono stati i cinque occupanti della «pilotina». A provocare l'incidente è stata, con ogni probabilità, l'alta velocità della barca investitrice e il fatto che l'altra imbarcazione non avesse alcuna luce che ne segnalasse la presenza in mare. La vittima è un giovane ventiseinne di Napoli: Massimiliano De Curtis si trovava in vacanza al Circeo ed era alla guida del fuoribordo. La «pilotina», invece, era condotta da un turista napoletano, Alfredo Perri. Attualmente, sono in corso due inchieste per appurare l'esatta dinamica del grave incidente, la prima condotta dalla capitaneria di porto di San Felice e la seconda dai carabinieri della zona. A fornire le prime testimonianze di ciò che è successo nelle acque davanti al porto di San Felice è stato lo stesso Roberto Lombardi, 40 anni, l'iatro turista uscito indenne dallo speronamento. Lui e il suo compagno sta¬ vano pescando - ha spiegato agli inquirenti - quando ha visto le luci di un'imbarcazione diretta verso la loro. Ma era già troppo tardi. Dopo qualche attimo c'è stato l'urto, fortissimo. I due, infatti, non hanno neanche avuto il tempo di buttarsi in acqua. Massimiliano De Curtis è stato colpito in pieno, mentre Roberto Lombardi ha cercato di aiutarlo. Nonostante lo choc, ha afferrato l'amico, gravemente ferito, e ha nuotato fino a riva. Ma per Curtis non c'è stato nulla da fare. Il dramma del Circeo ha avuto anche altri spettatori, tra i quali uno dei bagnini di uno stabilimento balneare, Benedetto Cerasoli. Ha raccontato ai carabinieri: «Ho sentito alcune voci invocare aiuto e poi ho visto un bagnante e poi un altro arrivare verso riva. Li abbiamo aiutati e abbiamo subito chiamato i carabinieri e un'ambulanza. Nel frattempo, è intervenuto anche un medico che si trovava per caso in quel tratto di spiaggia». E' stato lui, infatti, che ha cercato di rianimare De Curtis e di dargli i primi soccorsi in attesa dell'arrivo dell'ambulanza. Data la gravità delle lesioni, si è deciso di portare il ferito fino all'ospedale di Terracina, ma ormai era gravissimo e ci è arrivato cadavere. In attesa di una ricostruzione certa della disgrazia, i carabinieri, coordinati dal maresciallo Ardizzone, ritengono che, probabilmente, la «pilotina» investitrice abbia visto soltanto all'ultimo istante la barca da pesca e i suoi due occupanti. A quel punto, non c'è stato il tempo di virare ed evitare il fuoribordo. Ecco perché l'urto è stato inevitabile e così violento, [r. cri.]

Persone citate: Alfredo Perri, Ardizzone, Benedetto Cerasoli, De Curtis, Massimiliano De Curtis, Roberto Lombardi

Luoghi citati: Napoli, Roma, San Felice, Terracina