Riforme Agnelli promuove D'Alema

L'Avvocato a Villa d'Este: tempo di rigore per restare nell'Europa, decisivo il patto sociale L'Avvocato a Villa d'Este: tempo di rigore per restare nell'Europa, decisivo il patto sociale Riforme, Agnelli promuove D'Alenici 77 leaderpds: meno sprechi, più mercato CERNOBBIO. La prima volta di Massimo D'Alema al «Consiglio per le relazioni fra gli Stati Uniti e l'Europa» è un successo. La platea sottolinea con un grande applauso le parole del segretario pidiessino. Ed è una platea di alto livello che riunisce uomini di stato come Edouard Balladur, ambasciatori come Boris Biancheri e Sergio Romano, economisti come Mario Monti e Peter Sutherland, e Mister Dollaro Alan Greenspan. «Ottimo discorso, analisi chiara» è il commento di Gianni Agnelli. E la fine dei lavori si chiude con una stretta di mano tra Agnelli e D'Alema davanti all'ex ambasciatore Usa Raab, nel giardino di Villa d'Este che si affaccia sul lago di Como. Il capo della Pirelli, Marco Tronchetti Provera va oltre. «Discorso molto buono e condivisibile - osserva -. Speriamo che il governo ora passi ai fatti. Il discorso di D'Alema è stata una sorpresa positiva per tanti americani presenti. C'è una evoluzione nel quadro politico, seppure tra mille difficoltà». Sono piaciute ai presenti le priorità di D'Alema: più mercato, Europa a due velocità ma Italia nella prima pattuglia, riforma dello Stato sociale compatibilmente con la situazione, eliminazione degli sprechi, riforme istituzionali. Erano del resto alcune delle priorità che Gianni Agnelli aveva messo al centro del suo discorso, diretto ad assicurare i presenti sulla vocazione europea dell'Italia, ma anche a pungolare il governo sull'urgenza di fare in fretta, poiché il tempo sta per scadere. «Ho sentito il governo, ho sentito la Confindustria, ora bisogna cominciare ad agire - sintetizza il presidente onorario della Fiat -. Credo che il governo abbia un problema di compatibilità con i sindacati, un fatto che ha sempre portato ad ammorbidimenti. Ma ormai è l'ora di essere più rigidi». Agli amici del Board, Agnelli parla in primo luogo di Europa. Esordisce: «Siamo noi italiani che ora dobbiamo rispondere senza ambiguità alla domanda che ci viene dagli altri governi europei: se, cioè, vogliamo partecipare alla costruzione della moneta unica, se vogliamo entrare in Europa nel ruolo che ci spetta come Paese fondatore. Soprattutto, dobbiamo chiarire a noi e agli altri come vogliamo agire per arrivare con le carte in regola alla verifica del '98. Basta con il gradualismo, ora ci vuole il rigore». Le vicende degli ultimi 15 anni hanno infatti dimostrato che il gradualismo non paga, anzi rischia di vanificare gli sforzi fatti e i costi sostenuti. Ricorda ancora Agnelli: «Negli Anni 80 ci siamo fermati ad alcuni aggiustamenti che sono costati al paese ben 12 punti di incre¬ mento della pressione fiscale rispetto al Pil, che secondo i dati Ocse è salita dal 33% del 1980 al 45% dello scorso anno. Oggi dobbiamo cambiare il modo di operare del nostro sistema, ponendo mano a quelle riforme che per troppo tempo abbiamo rinviato». Le riforme sono la revisione dello Stato, la semplificazione della burocrazia, la riduzione dell'enorme massa di leggi, l'introduzione di criteri di responsabilità e di gestione industriale anche nella macchina pubblica. Passi decisivi: le privatizzazioni, e «più criteri di mercato in tutti i settori della società italiana. E ciò significa elimina- re i troppi privilegi, far cambiare lavoro a molte persone che oggi operano in settori a bassa produttività». Ma il tempo a disposizione è poco. Bisogna arrivare con idee chiare al vertice di Firenze di venerdì, il governo ha pochi giorni per definire le sue politiche. Insomma «le prossime settimane nelle quali il governo stabilirà il quadro della manovra di risanamento da compiere e imposterà le linee di un nuovo accordo tra le parti sociali, saranno decisive». Resta, delicato, il tema dello Stato sociale. Fuori dai discorsi ufficiali. Agnelli ammette che «ovunque lo Stato sociale è troppo oneroso», poi aggiunge: «Le spese vanno corrette, ma con la mano leggera. Certo non si capisce perché gli statali debbano avere un trattamento diverso dagli altri, ma con questo non voglio dire che debbano essere licenziati». Ma allora, Avvocato, come si concilia il rigore con la mano leggera? «C'è sempre bisogno di un equilibrio tra quello che bisogna fare e quello che il Paese può accettare. Il problema sta nei limiti di tolleranza. Guardi cosa si è scatenato sulla povera Rosy Bindi, che ha detto cose di buon senso, e le ha anche dette bene». Ma questo governo sarà in grado di fare le cose che deve? «La sinistra certo può fare cose che la destra non ha mai potuto fare». Valeria Sacchi Il Presidente onorario della Fiat «Ottimo discorso, analisi chiara» Tronchetti Provera: adesso, i fatti «Settimane decisive per far quadrare i conti. La sinistra può fare cose che la destra non ha potuto fare» «Ora ci vogliono la manovra e il calo dei tassi per far scendere l'inflazione» «Mediaset in Borsa? Sono contento. Noi non mangiamo né bambini né aziende» egretario del pds Massimo D'Alema Il Presidente onorario della Fiat «Ottimo discorso, analisi chiara» Tronchetti Provera: adesso, i fatt«Settimane decisive per far quadi conti. La sinistra può fare cose che la destra non ha potuto fareNella foa destrGiovanAgnelli destra: MaProveraCo«Nie I segretario del pds Massimo D'Alema Nella foto a destra: Giovanni Agnelli destra: Marco Tronchetti Provera e Mario Monti