le mille svolte di Pintacuda

le mille svolte di Pintacuda ]i ; : : : ; . : • ■ • ■: :■; a • . ■■. ■ ■ .. •:. ■ . . ■:. W< [ *"■ s, R J ì ' ' ; i ; " ■ .. ,v.........<:..< le mille svolte di Pintacuda Ora il «nemico» è ilpds, ex alleato LA BATTAGLIA DEL GESUITA VPALERMO ERITA' e giustizia: con questa parola d'ordine è andata avanti, sempre, la battaglia - fanatica per alcuni, cinica e furba per altri - ingaggiata dal gesuita Ennio Pintacuda, apostolo dell'antimafia, severo fustigatore del potere. E' scontato che - con un simile viatico - il prete più discusso della Sicilia abbia scavato un solco profondo, separando buoni e cattivi, ma determinando nei suoi confronti grandi amori o incontenibili avversioni. Nessuna sorpresa, dunque, sentirlo chiamare «padre Barracuda» da alcuni, solo «padre Ennio» dagli estimatori. Il suo percorso di «eretico», di gesuita poco incline all'obbligo verso l'obbedienza, è lastricato di «strappi», provocazioni, intuizioni intransigenti, incrollabili sneranze affidate ad uomini della provvidenza sulle cui spalle il «prete nero» ha caricato l'ansia di liberazione dei siciliani dalle catene politico-mafiose. Come in un gioco del contrappasso, più «padre Ennio» ha alzato la soglia dello scontro, e più è stato costretto quasi a costruirsi di volta in volta il nemico giurato: la de di Lima prima, l'establishment della vecchia Chiesa palermitana, Andreotti, il suo amico-nemico e superiore padre Sorge, poi Orlando, il «fenomeno» che lo slesso Pintacuda aveva sventolato come rimedio al cancro della mafia. E infine, ora che anche il sindaco delle 250 mila preferenze «non è più quel leader che avevamo allevato», l'ultimo nemico di Pintacuda è il pds, o meglio quei sopravvissuti del pei migliorista. Con una intervista al Corriere, il gesuita li addita come partecipi di un processo di isolamento che portò Pio La Torre verso la morte. «Padre Ennio» non ha mai avuto mezze misure e - in ossequio ad una certa tradizione cannibalistica propria dei gruppi dell'estrema sinistra e della storia degli stessi ordini religiosi - identifica il nemico nel più vicino dei suoi ex amici. Prima era la de, oggi la giunta Orlando e il pds. E, prendendo occasione delle regionali, modifica lo scenario della guerra di liberazione, ipotizzando la rivolta siciliana in chiave federalista. «Qui può scoppiare la rivoluzione», di¬ chiara. «La molla non è ancora scattata, ma se scatta sarà un evento rivoluzionario, come nel dopoguerra». Chi sarà il nuovo capo dei «Vespri Siciliani»? «Padre Ennio» lo identifica in un altro «eretico»; Beppe De Santis, ribelle uscito dalla Cgil che ama paragonarsi a Tex Willer «uomo della legalità e garante degli indiani». Dove per indiani si deve intendere i «disperati» siciliani all'inseguimento del sogno secessionista e, più prosaicamente, alla ricerca della benzina a prezzi stracciati «perché noi abbiamo i pozzi di petrolio». Ma come farà, «padre Ennio», a convivere coi nuovi separatisti, alcuni dei quali portano cognomi già noti alle cronache? Ci potrà essere dialogo con quei candidati sbarcati nelle liste autonomiste (o «liste fai da te»), dopo aver soggiornato per esempio nella «Sicilia Libera» voluta da Tullio Cannella (poi divenuto collaboratore di giustizia) con la «benedizione» di Leoluca Bagarella? Ma «padre Ennio» sa come depurare, amalgamare i gruppi, dando loro idee e «ragioni di lotta». Così avvenne per «Città per l'uomo», che tanti grattacapi diede alla de di allora (Anni 80) e persino al Vaticano che dovette far intervenire la segreteria di Stato, temendo una scissione de in Sicilia. Allora Pintacuda era direttore della radio diocesana, ma a palazzo Bonocore - sede di «Città per l'Uomo» - dava corpo alla battaglia antidc con bordate tipo: «Il sistema di potere de si scardina, nessuno controlla più nessuno, le alleanze si sfaldano. E' il momento di portare la sfida». Poi l'attacco ai big del partito: «Certe consuetudini de vanno eliminate. Non va che ogni novità debba essere contrattata in chiave politica coi notabili de (da Lima a Drago, da Gioia a Gullotti)»". Di fronte a tanta determinazione due reazioni: il Vaticano che chiede alla Curia un rapporto sull'attività di Pintacuda (dossier di 6 pagine poco favorevoli al gesuita) e Lima che chiede un incontro offrendo la gestione dell'Ufficio Studi del partito e, praticamente, della «linea culturale» che tanto non porta via i voti. Quindi arrivò Orlando e il Coordinamento Antimafia. Già, la lotta alla mafia, la questione morale, la batta- glia contro le degenerazioni della partitocrazia. Ma soprattutto la lotta alla mafia, per Pintacuda, ha costituito lo spartiacque della politica. E su questo terreno è stata un'escalation, dalla polemica su Sciascia e i professionisti dell'Antimafia. Lo scrittore additato come portatore dei più bassi valori mafiosi. Una reazione scomposta? Il «Coordinamento» fece quadrato, presentando la provocazione come necessaria per salvare la vita a Orlando che l'articolo di Sciascia aveva esposto fino ad isolarlo. Il resto è cosa nota: lo scontro con Sorge, il «superiore» che Pintacuda aveva voluto a Palermo, colpevole poi - di non aver condiviso lo strappo di Orlando dalla de, approvato da «padre Ennio». La polemica sul sospetto anticamera della verità, le punzecchiature a Pappalardo, lo scontro con Cossiga. Non ha pace, Pintacuda. Passionaccia incontrollabile? Chi lo conosce, dice che insieme c'è il calcolo politico. L'ultimo strappo, da Orlando, sembrerebbe provocato dal mancato accoglimento dei suggerimenti su alcuni nomi da inglobare nella «squadra» del Comune. Le incomprensioni si sono ingrossate, tanto da indurre Pintacuda a «ritentarci», ripartendo anche dal suo Tex Willer. Mentre il suo ex gruppo si scioglie: Orlando verso Prodi, Mancuso in Forza Italia, Fava e Dalla Chiesa con i Verdi, Novelli e Gambale verso la sinistra democratica e così anche Roberto Mazzarella, uno degli ultimi segretari palermitani, candidato nel pds. Francesco La Licata E Pannella all'alba rilascia interviste al telefonino svegliando i turisti nippo-americani Pannella all'alba ilascia interviste al telefonino egliando i turisti nippo-americani niste di fupadre Pintcuso, cand«per salvagma poi il hanno datono, arrestaFalcone, ilrebbe ingialimentarlrico di cognora Palavenzano vtratture». m uhpstrarebbaccomenglobCom Padre Ennio Pintacuda, uno dei preti che più hanno segnato la vita politica nella Sicilia

Luoghi citati: Lima, Palermo, Sicilia