D'Alema richiama Prodi «State segnando il passo» di Alberto Rapisarda

Lungo faccia a faccia ieri pomeriggio a Palazzo Chigi fra il premier e il leader della Quercia Lungo faccia a faccia ieri pomeriggio a Palazzo Chigi fra il premier e il leader della Quercia D'Afona richiama Prodi «State segnando il passo» ROMA. Due ore di colloquio ieri a Palazzo Chigi tra Prodi e D'Alema. Incontro chiesto dal segretario del pds per fare il punto su come vanno le cose del governo. Cose che, a quanto pare, destano qualche preoccupazione nel maggior partito della maggioranza. L'incontro ha avuto due tempi. D'Alema si era presentato a Palazzo Chigi alle 8 di mattina, per uscirne dopo dieci minuti avendo scoperto che aveva sbagliato orario. A quell'ora il presidente del Consiglio stava cominciando ad ascoltare i suoi ministri per definire la manovra economica. Si sono rivisti nel pomeriggio, avendo a disposizione tutto il tempo necessario per un ampio scambio di opinioni. Sul quale, ufficialmente, nulla si è saputo. Silenzio di Palazzo Chigi ed anche di Botteghe Oscure. Il tutto nella linea della riservatezza dettata dal presidente del Consiglio ai suoi più loquaci ministri. Meglio concordare prima le cose da fare, per parlarne quando sono decise. Altrimenti, ogni parola può diventare un boomerang che ferisce non solo l'incauto ministro che l'ha pronunziata, ma l'intero governo. Questo è stato uno dei temi di cui Massimo D'Alema ha voluto discutere, a quanto pare. Preoccupato perché il danno di immagine per sortite non meditate dei ministri, ricade anche sul suo partito. Cosi D'Alema avrebbe consigliato a Prodi di muoversi nel solco delle cose dette in campagna elettorale senza andere fuori tema. La sortita del ministro Rosy Bindi (popolare), per esempio, in cambio di ipotizzate simboliche entrate all'erario ha prodotto concreti e gravi danni politici. Sembra che D'Alema abbia an- che fatto rilevare a Prodi che il governo si sta muovendo con lentezza, rispetto alle attese. Il rischio è che si inneschi una reazione di delusione. I siciliani che oggi vanno a votare per rinnovare il consiglio regionale, per esempio, avrebbero apprezzato qualche passo del governo a favore dell'occupazione. La strigliata data dal presidente del Consiglio ai ministri chiacchieroni ha trovato il segretario del pds pienamente d'accordo. Tocca a Prodi il compito di coordinare e indirizzare la sua squadra. Compito non facile, perché deve ascoltare anche la sua maggioranza. Inclusa Rifondazione comunista, che non è da immaginare che voglia fare il portatore d'acqua senza contropartite. Indirettamente, da Palazzo Chigi si è fatto sapere che l'incontro rientra in un «patto di consultazione» deciso da tempo e messo in calendario da giorni. Rinviato solo a causa del viaggio di Prodi all'estero. Viaggio sul quale il presidente del Consiglio ha riferito al segretario del pds. A proposito di manovra economica, D'Alema ha raccomandato di consultare i sindacati e Prodi ha assicurato di essere del tutto d'accordo. In conclusione, ci sarebbe stato tra Prodi e D'Alema un «accordo sostanziale» su tutto. Altri incontri seguiranno, anche con i segretari degli altri partiti della maggioranza, avrebbe consigliato D'Alema a Prodi. Insomma, dovrebbe essere stato un incontro non di normale amministrazione, conoscendo l'occhio vigile col quale il pds osserva le mosse di Romano Prodi. E ieri D'Alema deve essere arrivato a Palazzo Chigi con qualche preoccupazione in più, dopo avere letto l'intervista che il presidente del Consiglio ha rilasciato alla rivista cattolica di Bologna, Il regno. Perché in quella intervista (se¬ gnata dalla preoccupazione dell'intervistatore per la presenza della sinistra al governo), Prodi ha fatto una altro lungo passo per definire il suo progetto di costruire il «centro». «L'istanza del "centro" non può essere considerata elemento contingente della cultura politica e la sua perdita rappresenta uno dei rischi maggiori del nostro tempo» ha detto. Tutta l'intervista fa capire che Prodi cerca di tenere a bada il pds mentre punta a ricreare un centro di aggregazione per i cattolici. E, nel frattempo, ritiene che il suo governo possa godere di una notevole autonomia dai partiti che lo sostengono, in quanto non hanno possibilità di fare diversamente. I patti stipulati con i cittadini «debbono vivere per l'intera legislatura» sostiene Prodi. Che, di fatto, avvisa: se mi fate cadere, dopo di me ci sono le elezioni anticipate. Alberto Rapisarda Nel comunicato finale si parla di «accordo sostanziale su tutto» e di «visita decisa da tempo» A sinistra: il ministro della Sanità Rosy Bindi A destra: abbraccio fra Romano Prodi e Massimo D'Alema

Luoghi citati: Bologna, Roma