Gorbaciov: quell'uomo mente è pericoloso di G. C.

Gorbaciov: quell'uomo mente, è pericoloso Gorbaciov: quell'uomo mente, è pericoloso L'EX PRESIDENTE AMOSCA LLORA, Mikhail Sergheevic, la corsa è finita e lei non vincerà. Si pente di aver preso parte? Gorbaciov è in ottima forma, ha appena concesso un'intervista all'americana Cnn, sorride e stringe mani ai camerieri del Baltschug-Kempinskij. «Sono anzi molto contento di avere preso parte. Sono stati due mesi e mezzo estremamente stimolanti. Ho parlato con un mare di gente. Mi mancava questo contatto da troppo tempo. Quasi dappertutto sono stato accolto bene. Salvo qualche provocazione, ma la gente in generale voleva ascoltare, discutere. Ho sentito che le mie idee sono ancora vive. E se la tv non ha parlato di me, se i giornali hanno ironizzato, peggio per loro. Per me è stato come rinascere. Non mi pento». Bene. E adesso che ne sarà della Russia, secondo lei? «Non è facile dire. Ho trovato la gente molto preoccupata e consapevole. Nel 1993 - anche se allora i miei contatti furono molto più limitati - il livello di attenzione e di comprensione della situazione era molto minore. Tutti erano sotto choc, molti incapaci perfino di riflettere. Adesso la maggioranza ha ben chiaro cos'è successo in questi anni. Da qui una vera e propria insofferenza per questo regime, per questo potere che inganna e ruba». Ma vincerà Eltsin? Tutti i sondaggi lo danno in crescita. «Non sono convinto che siano dei buoni sondaggi. Ma capisco che può vincere lo stesso. Molti semplici elettori temono proprio questo, che vinca una minoranza aggressiva, che ha fatto quello che ha voluto fino ad oggi e che, ricevendo una nuova investitura popolare, potrebbe diventare assolutamente incontrollabile». Prevede guai? «Non subito. La crisi economica è gravissima, ma andrà a maturazione tra un anno o poco più. Cerche- ranno di ritardarla con qualche iniezione d'emergenza, ma se non cambiano corso - e non cambiano perché non sanno cosa fare - il collasso non lo eviteranno. E allora i guai arriveranno. Politicamente la crisi potrebbe maturare anche prima. Il Paese è spaccato in due, verticalmente. Al Cremlino non c'è nessuno capace di fare proposte costruttive, di compromesso. Dunque la divisione si accentuerà». Secondo lei, come vedono gli elettori Ziuganov? «All'inizio si poteva pensare che fosse una versione piuttosto dura della socialdemocrazia. Con il passare dei giorni molti, me compreso, si sono resi conto che Ziuganov è più pericoloso di quello che sembra. Il suo programma economico è molto ambiguo. Le sue assicurazioni democratiche molto poco chiare. Per giunta attorno a lui e dietro a lui ci sono dei tali mastodonti che faranno presto a metterlo a posto dopo le elezioni: sia che vinca, sia che perda». Si aspetta falsificazioni? «Ovviamente. Pensi soltanto alle votazioni nelle forze armate. Sono tre o quattro milioni di voti. I conti, la distribuzione e lo spoglio delle schede, li faranno i comandanti. I comandanti, a loro volta, sono stati istruiti che, se Eltsin non vince, addio promozioni, dacie, privilegi. L'esito è scontato. Se prendiamo il complesso militare-industriale, siamo a 20 milioni di persone. Anche qui dove Eltsin sarà minoranza addio a commesse, stipendi, prebende. In questi seggi nessuno potrà mettere il naso». Vittoria di Eltsin, dunque, magari al primo turno? «Questo è più difficile da prevedere. Le varianti possono essere molte. Non tutto andrà còsi liscio come loro sperano. L'ultimo sondaggio di Betaneli colloca di nuovo Eltsin in seconda posizione. Passare da quel 30% al 50% per vincere al primo turno sarebbe una bella impresa, un miracolo. E io ai miracoli non ci credo». E i comunisti accetterebbero la sconfitta se fosse sospetta di brogli? «Io ho saputo che in queste ultime ore ci sono stati ripetuti incontri tra Ziuganov e Cernomyrdin, tra il numero due comunista Kuptsov e il primo vicepremier Soskovets. Stanno trattando intensamente. E la trattativa è dura. Mi hanno raccontato che l'aiutante di Eltsin, Ihushin, in uno di questi incontri con i comunisti ha detto loro chiaro e tondo: mettetevi l'animo in pace. Qualunque sia l'esito, Eltsin non consegnerà mai il potere nelle vostre mani». E lei che ne pensa? «Che quelli al Cremlino sono finiti comunque». [g. c.]

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