Il tie-break di fastose per conquistare Bucarest

Al ballottaggio 10 punti da recuperare Al ballottaggio 10 punti da recuperare Il tie-break di fastose per conquistare Bucarest L'ex tennista contro il sindacalista per la poltrona di sindaco della capitale BUCAREST. Ancha molti chilometri a Nord-Est, .nella ex grande sorella vicina si vota oggi. La metà seriosa dei romeni guarda preoccupata a Mosca; la metà frivolbalcanica scommette sulla partita che un ex grande, Ilie Nastase, gioca per diventare sindaco di Bucarest. Domani o martedì - qui «immediat» significa un paio d'ore, «un moment» un giorno al minimo - i due milioni di abitanti della capitale sapranno se sarà lui (30% dei voti al primo turno) o il suo avversario in finale, l'ex sindacalista Ciorbea (40%), a governare la loro disastrata città nei prossimi anni. Ricordo come ieri quella sera del 1972. Teatro l'esclusivo ristorante della vecchia Casa degli Ospiti del Partito, in Soseua Kiseleff 11; al tavolo dietro al mio Ion Tiriac, Ilie Nastase con la nuova e bella fidanzata belga, la solita piccola claque. Tre giorni di battaglia sulla terra rossa del «Progresul» e per Ceausescu un nuovo motivo di orgoglio nazionale. Nella finalissima di Coppa Davis, Nastase avrebbe ancora una volta distrutto Stan Smith, Tiriac diretto il doppio da stratega e poi lottato da «orso dei Carpazi», cervello e denti stretti a rovesciare il pronostico tecnico dei suoi singolari. Ma passavano le ore. Tiriac baffo nervoso e occhio fisso all'orologio; Ilie il bello, denti candidi nella perenne abbronzatura tzigana, inchiodato alla sedia. ~* Quando uscii, era tardi, i baffi di Ion sussultavano da Scala Mercalli, InaTinelFàbile Ilie non si muoveva, felice e sicuro. Il mattino dopo Smith stracciò Nastase, l'insalatiera d'argento prese l'abituale rotta d'oltreoceano. In campagna elettorale qualcuno ha insinuato una complicità venale di Nastase in quella sconfitta. La storia si ripete oggi, Nastase è in campo per la carica di sindaco di Bucarest con la stessa incosciente fiducia guascona. Ha dalla sua un coach esperto e.abile come il suo omonimo Adrian Nastase, il terreno offertogli dal partito più organizzato e quella parte di pubblico che considera gloria non superare la terza media ma divenire tuttavia famoso nel mondo. Arbitro e giudici di linea, se anche lo volessero, non potranno fare granché. Dall'altra parte della rete Ciorbea conta.sulla tradizione.liberale della città, sui sofisticati intellettuali di Bucarest e sui molti appartenenti a quella piccola e media società insoddisfatta delle riforme e pronta a irridere i velleitarismi. E' un avversario che fa poco notizia, è troppo normale, troppo Stan Smith per intenderci. Dicono che il pdsr, sapendo che la capitale è per l'opposizione, abbia preferito non bruciare un suo uomo di alto livello buttando nella mischia un purosangue, pur imbolsito dagli anni. L'ipotesi regge. Una mancata elezione di Nastase non avrà riflessi politici. Il solo a soffrirne davvero sarebbe lui, convinto di essere sempre il migliore, come nel 1972 contro quel maleducato di Stan Smith. Dovrà anche cercarsi qualcosa di nuovo da fare. Aveva aperto «Nasty», negozio sportivo, successo così così. Avevano chiamato «Club Nastase» un circolo esclusivo e costoso nella palestra che fu di Ceausescu, il nome è cambiato, forse gli è rimasta qualche azione insieme a molti mormorii. Il suo problema non è avere i soldi per vivere, ma vivere da «Nastase», «il», «l'unico»: dramma di un cinquantenne che per professione ha avuto quella di numero uno e non sa farne altre. Invidia certo, in msapevole o no, il suo numero due, quel Tiriac che gli ha rubato la ribalta, top manager del tennis mondiale e banche fiorenti. Che anche in Romania ha sfruttato al meglio la rivoluzione: volevano candidarlo a Presidente, ha detto no grazie, meglio altri vantaggi magari discussi ma più concreti. Ilie sta nel limbo, aspettando il responso delle urne. Se ne uscirà sconfitto non gli conviene spaccare la racchetta o insultare l'arbitro. Le elezioni politiche sono vicine, il suo partito è al governo, una wild card per un posto nel tabellone del Parlamento nessuno dovrebbe negargliela. tì. , Mj Non ha torto chi dice che nove anni di scuola son pochi per fare il sindaco di due milioni di abitanti. Ma per fare il deputato, non solo in Romania, bastano e spesso avanzano. Alfredo Amellone

Luoghi citati: Bucarest, Mosca, Romania