L'intelligenza? E' nelle emozioni

Intervista con Goleman, a Milano per il suo libro contro il culto per l'uomo-computer Intervista con Goleman, a Milano per il suo libro contro il culto per l'uomo-computer L'intelligenza? E' nelle emozioni «Il nostro compito è insegnare le passioni» Lil MILANO / Italia è seconda solò agli Stati Uniti per la frequenza di omicidi», dice Ilo psicologo americano Daniel Goleman. Troppa violenza, troppa infelicità attorno a noi: «Alienazione sociale e disperazione individuale sono due volti di una stessa crisi». Goleman prima ne denuncia l'origine, e cioè la miseria emotiva, l'ignoranza delle passioni che coviamo e che ci travolgono, poi lancia la sua crociata: «Dobbiamo insegnarle, le passioni, per imparare a conoscerle e a dominarle». Insegnarle subito, à scuola. Anche per questo Goleman ha pubblicato l'anno scorso negli Usa Intelligenza emotiva, che appare ora da Rizzoli: «L'intera città di New Haven - ricorda come esempio - ha inserito nelle sue scuole l'alfabetizzazione emotiva. La impartiscono tutti gli insegnanti, che frequentano corsi d'aggiornamento». Lo scopo di Goleman, già professore a Harvard, collaboratore del New York Times, è di portare con il suo libro «l'intelligenza nella sfera dell'emozione», di «dare un senso logico a ciò .he sembrerebbe proprio non averne». Dice che «gli sviluppi delle neuroscienze ci mettono a disposizione una quantità di dati sicuri» e che «ci capita di dover affrontare dilemmi postmoderni con un repertorio emozionale adatto alle esigenze del Pleistocene». Dobbiamo attrezzarci noi, supplire noi ai ritardi dell'evoluzione biologica: ciò che siamo, non lo siamo in modo assoluto, definitivo, immodificabile. «Il cuore è plasmabile, il carattere non è un destino». Che cos'è in concreto l'intel ligenza emotiva? Essa è un percorso. Il primo passo da fa re è Tautoconsapevolezza. Un aiuto esterno, di uno psicolo go, può certo essere utile, ma anche da soli possiamo fare molto: «Se scriviamo umil mente su un diario le nostre reazioni di fronte ai vari fatti, impariamo a decifrarci. Molto spesso ci- ignoriamo, ci rimuoviamo, ci raccontiamo storie, alibi-, e siamo stranieri a noi stessi. Allo stesso modo è bene annotare i sogni, le cui immagini rivelano i sentimenti profondi. A questo proposito è davvero stupefacente il numero delle persone che vivono come murate in se stesse: non sanno neppure parlare delle loro emozioni, che trattano come la polvere che si nasconde sotto i tappeti, i rassicuranti tappeti della ragione. E ancora più numerosi sono coloro che ingoiano traumi e passioni senza mettere a fuoco nulla, per paura di soffrire: uomini e donne che attraversano la vita e sono separati dalla vita come da un cristallo: la guardano e si guardano vivere senza proporsi mete consapevoli. Vivono meccanicamente, col pilota automatico. Sono uomini "in bilico", come diceva il titolo del primo romanzo di Saul Bellow». Il secondo passo è l'autocontrollo, che non è cancellazione o assenza di emozioni, come talvolta si crede, ma appunto il loro governo. Nei casi d'emergenza immediata, come di fronte all'assalto dell'ira, può funzionare il semplice respirare profondamente trattenendo il fiato per alcuni secondi, o il chiudere gli occhi per un po', o l'aprire del tutto la bocca e chiuderla più volte di seguito. Tecniche semplicissime per ottenere - assicura lo psicologo - vere e proprie «pause cortico-talamiche», che danno il tempo alle nostre due menti, quella logica e quella emotiva, di mettersi in sintonia. Si impara poi a prestare attenzione agli altri, a conoscerne i sentimenti: è l'empatia. «Solo così rinforziamo l'altruismo, auasi un istinto morale». Il libro di Goleman, al di là dei suoi consigli per sviluppare temperanza, altruismo e capacità ottimistica di credere e di sperare, fa parte negli Usa di un vero e proprio movimento di idee, trovando consonanze con le posizioni di alcuni filosofi («Ricordo Nozick e Taylor»), «La nostra è l'età delle emozioni - dice lo psicologo -. E' questo ìoZeitgeist, lo spirito del nostro tempo». Basta quindi con il culto esclusivo dell'uomo-computer, basta con la dittatura del Qi, dei test sul Quoziente d'intelligenza, totem che condiziona a torto la vita degli americani nella scuola e nella carriera: «I risultati del Qi dicono soltanto il 20% del futuro di un individuo. Il restante 80% dipende dalle motivazioni, dall'abilità di stare col prossimo e di perseguire obiettivi resistendo alle frustrazioni: dipende insomma dalle nostre emozioni». Conclusione polemica: «Finora si è data troppa importanza al valore della sfera puramente razionale». La New Age è là, sullo sfondo. Un ribaltamento. Goleman recupera un ideale più rotondo, quasi classico d'uomo responsabile e costruttivo. Riscopre Aristotele, che la sapeva lunga sui rapporti fra ragione ed emozioni. E fa sue le parole che Amleto dice ad Orazio: «Tu sei sempre stato uno che, tutto sopportando, nulla subisce». «Io stesso ho imparato a distanziare l'io, a non farmene travolgere - confessa Goleman, 50 anni, due mogli e due figli -. Sono di famiglia ebraica e ho studiato le tecniche di concentrazione dell'ebraismo, del sufismo e del buddhismo». Dice che una volta le persone conoscevano le loro passioni attraverso le religioni, che descrivevano le debolezze del cuore e apprestavano suggerimenti per il loro dominio. Mentre adesso, in piena secolarizzazione e all'interno del perdurante e forse declinante razionalismo, c'è il vuoto e «noi fluttuiamo deboli». «Il mio libro vorrebbe essere una guida per il viaggio di ritorno a noi stessi». Claudio Altarocca Da Nozick a Taylor una nuova filosofia nasce in America Illllll a,pg ,Da Nozick a Taylor una nuova filosofia nasce in America Illllll WONT ' mldecbbtlgbvdptdvlrr

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