Nenni-Pio XII beffa postuma d'uno Zelig d'Italia

il caso. Mezzo secolo dopo, il falsario Scattolini torna a colpire il caso. Mezzo secolo dopo, il falsario Scattolini torna a colpire Nenni-Pio XII, beffa postuma d'uno Zelig d'Italia p.) ROMA L ' TAI a vedere che Scattoli% ni ha colpito ancora. Pre11 ciso, proprio là dove colpiti va esattamente cinquant'anni orsono, tra il vero e il falso, tra cronaca e storia, tra Italia e Vaticano, tra Nenni e Pio XII... Con i rispettivi storici di bandiera, adesso, l'un contro l'altro armati di riscontri, congetture e contro-congetture a proposito di tre documenti, pubblicati questa settimana dall'Espresso, che confermerebbero quel che già s'immaginava, e cioè che nel 1946 Pio XII non vedeva di buon occhio ampiamente ricambiato, del resto -1'allora ministro degli Esteri Pietro Nenni. Tre note di intrighi vaticani che il professor Giuseppe Tamburrano, storico e presidente della Fondazione Nenni, considera attendibili. E che invece il gesuita padre Robert Graham, studioso della Civiltà Cattolica, ha subito definito «false e inventate». Per la semplice ragione che ne sarebbe autore, appunto, questo straordinario Virgilio Scattolini, le cui avventurosissime trasformazioni, seppur sconosciute ai più e comunque degne di figurare in un trattato di antropologia criminale, vanno forse al di là dell'irrisolvibile disputa storiografica. E in un'epoca che come la presente celebra un vero e proprio trionfo di falsi lo proclamano non solo grande precursore, ma pure uno dei personaggi più enigmatici del secolo. Più che un semplice «vaticanista falsario», in realtà, come l'ha liquidato padre Graham, un genio della mimesi e perciò, a seconda dei momenti, austriacante, futurista, poeta, fascista della prim'ora, spia dell'Ovra, pornografo, terziario francescano, amico di De Gasperi, criptocomunista, redattore dell'Osservatore romano e quindi proto-velinaro al servizio ben retribuito di prestigiosissimi giornali internazionali. Ma soprattutto, come documenta il recentissimo Mode in Usa di Ennio Caretto e Bruno Marolo, (Rizzoli), per anni e anni informatore e venditore di storie enormi ai servizi segreti di mezzo mondo. Una fonte le cui notizie arrivano direttamente sul tavolo di Roosevelt, con catastrofica figuraccia dell'Oss - e sospetti di intelligenza con i giapponesi. 0 gli italiani. 0, al limite, lo stesso Vaticano. Uno Zelig ante litteram, dunque, che non a caso qualche anno dopo accese l'immaginazione di Ennio Flaiano. Fu lui a riconoscere in Scattolini, in «quest'uomo piccolo, grigio, dall'accento toscano e un po' duro d'orecchi» che ammanettato si sorreggeva i pantaloni senza cinghia in un'aula di tribunale, «una fantasia da romanziere troppo a lungo moitifi- cata». Era il luglio del 1948, e Scattolini venne condannato a sette mesi di reclusione per «atti ostili verso uno Stato estero, tali da esporre lo Stato italiano al pericolo di guerra». Gli «atti ostili» erano, ovviamente, i suoi amatissimi «falsi»: due volumi pubblicati misteriosamente - e pare a sua insaputa - in Svizzera, e densi di rivelazioni come al solito più o meno vere, più o meno plausibili. Due volumi, tra parentesi, che dopo il processo sparirono dalla circolazione: pare ne esista una copia a Faenza, un'altra a Catania e un'altra ancora la possieda padre Graham. Lo Stato estero con il quale sarebbe potuta scoppiare la guerra era il Vaticano, sul quale tuttavia, almeno fino alla campagna elettorale del 1948, Scattolini aveva potuto informare l'universo mondo senza che la Santa Sede protestasse. E' proprio questo prolungato e rigoglioso network giornalistico e spionistico, dal New York Times aWAssociated Press, dai servizi americani a quelli britannici, francesi, russi, polacchi, argentini e giapponesi, che più insospettisce Tamburrano. «Possibile che gli dessero tutti retta? - si chiede -, Ho come l'impressione che per es¬ sere un "falsario" avesse in realtà un credito ben maggiore di quello che gli si vuol attribuire adesso». D'altra parte, padre Graham, che su Scattolini si è dedicato a lungo e con molto scrupolo, è molto risoluto: sono solo falsità e invenzioni. Non se ne esce. Certo, la biografia del personaggio non aiuta. Un altro giornalista che al processo s'appassionò a questa specie di eroe negativo del travestimento, Ugo Zatterin, lo chiamò «don Camaleo» e con dovizia di particolari ne illustrò alcune straniami tappe. Dal libello porno Le amazzoni del bidet al poema di esaltazione epico-religiosa del Duce, con testimonianza di Marinetti e disegni di Balla, che un giornalista inglese considerò, tanto era ridicolo, «la prima vera satira contro il fascismo», e perciò mandata al macero. Dal presunto ruolo di ispiratore dell'enciclica di Pio XI sul cinema, la Vigilanti cura, al definitivo smascheramento come «falsario» al servizio delle sinistre, durante la campagna elettorale del 1948. Quando sui muri di Roma i Comitati civici incollarono migliaia di manifesti con la sua foto e la scritta: «Scattolini è in galera, ma se fosse libero voterebbe per il Fronte democratico popolare». Oltre ad aver conosciuto bene De Gasperi, con cui aveva collaborato alla Mostra mondiale della stampa cattolica, in effetti Scattolini era iscritto da anni alla de. Chissà davvero cosa avrebbe votato. Uscito da Regina Coeli, dove l'avevano subito impiegato come «scrivanello» all'ufficio immatricolazione dei nuovi detenuti, promise uno sconvolgente libro di memorie. Ritornò in realtà nel nulla da cui era uscito, magari oggi si sta gustando gli o/fetti di quest'ultima postuma beffa. Che poi, forse, non è neanche un beffa. Filippo Ceccarelli Flaiano gli riconobbe «una fantasia da romanziere» Secondo lo storico gesuita Graham è lui l'autore delle tre «note vaticane» contro il leader socialista Ma Tamburrano non è d'accordo: «Perché allora tutti gli davano così retta?» i-i ' A jp va¬ Nell'immagine grande Virgilio Scattolini con la moglie all'uscita da Regina Coeli: nel luglio '48 era stato condannato a sette mesi di reclusione per «atti ostili verso uno Stato estero, tali da esporre lo Stato italiano al pericolo di guerra». Qui a fianco Pio XII, a sinistra Pietro Nenni Il documento con cui Scattolini si dichiarò un falsario

Luoghi citati: Catania, Faenza, Italia, Roma, Svizzera, Usa