VECCHIE E CATTIVE ABITUDINI di Mario Deaglio

Prodi rimprovera i ministri: «Prudenti coi giornalisti». Altalena della lira: va giù, poi recupera VECCHIE E CATTIVE ABITUDINI IL presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha fama di uomo aperto che non usa la tecnica del rinvio e affronta rapidamente i problemi. Per essere all'altezza di questa fama, dovrà ammettere francamente che il «caso Bindi», ossia la presentazione di un progetto di copertura della spesa sanitaria da parte del ministro della Sanità e il suo precipitoso ritiro di fronte all'opposizione sindacale, ha fatto emergere due profonde debolezze del governo. Se vorrà che il suo dicastero abbia lunga vita, il presidente Prodi dovrà porvi rapidamente rimedio. La prima debolezza riguarda il modo di funzionare della compagine governativa. Non è certo un indizio di buon funzionamento che il ministro della Sanità si presenti tranquillamente in televisione per annunciare un «suo» progetto di copertura della spesa sanitaria, per di più quando il presidente del Consiglio è all'estero; e neppure che un sottosegretario alla Sanità (Monica Bettoni, del pds) si dissoci pubblicamente dal suo ministro. Né, d'altra parte, è indizio di un'efficiente democrazia che ministro e governo si apprestino a negoziare, in maniera pressoché ufficiale, con il sindacato, gli inasprimenti annunciati: in questo modo, di fatto delegittimano il Parlamento, riducendolo al ruolo di notaio di un accordo tra organismi non rappresentativi di tutti gli italiani, ma del quale tutti gli italiani porteranno le conseguenze. Se si considera, poi, che un simile infortunio si verifica a pochi giorni di distanza da uno scontro clamoroso, e tuttora non definitivamente risolto, che ha coinvolto il ministro dei Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

Persone citate: Bindi, Monica Bettoni, Prodi, Romano Prodi