Duello in Russia Sangue sul voto di Barbara Spinelli

Due uccisi dopo la bomba nel metrò Due uccisi dopo la bomba nel metrò Duello in Russia Sangue sul voto Sanità, soltanto i popolari difendono il «ticket» sulle pensioni Prodi frena la Bindi «Decide il governo, non un ministro» UN COMUNISMO DI COLORE ROSSO-BRUNO DAL punto di vista della salute mentale dei russi, sarebbe forse stato meglio se il comunismo fosse stato vinto da forze democratiche esterne, come è accaduto per la Germania di Hitler. I russi sarebbero stati costretti a guardare in faccia l'orrore patito, a fissare lo sguardo sui Gulag, a riconoscere l'estensione del disastro traversato da ben tre generazioni. Avrebbero conosciuto l'umiliazione, come la conobbero tedeschi e giapponesi nel '45-'46, ma precisamente quest'esperienza di umiliazione e di colpa avrebbe permesso di riedificare non solo la nazione ma anche la psiche, liberando Luna e l'altra dalle abitudini sovietiche che ancora le tenevano in cattività. Ci sarebbero stati processi, per crimini contro l'umanità. Ci sarebbero state elezioni con uomini politici non compromessi, appoggiati dalle democrazie occidentali allo stesso modo in cui, nel dopoguerra, fu sostenuto Adenauer. Uscire dal comunismo non sarebbe apparso l'impresa inane, impossibile, che s'accampa oggi nel paesaggio. Invece le cose andarono diversamente e adesso la Russia si trova a dover scegliere, nel voto di domenica, fra due nomenclature egualmente compromesse, dette anche post o neocomuniste: fra la nomenclatura arricchita e semimafiosa che si è aggregata attorno a Eltsin, negli ultimi anni di liberalizzazione economica, e la nomenclatura risentita, rancorosa, che si riconosce in Gennady Ziuganov e che reclama il ritorno, in grande, dell'impero sovietico perduto e dei combinat statalizzati. Ambedue i candidati devono fare i conti con questa Barbara Spinelli continua a PAG. 2 seconda colonna MOSCA. Gli omicidi di due vip del potere macchiano di altro sangue la campagna elettorale russa, già colpita dalla strage nel metrò di Mosca. Con due colpi di pistola alla testa è passato a miglior vita il sindaco di Zhukovskij, regione di Mosca. Quarantadue anni, legato all'industria militare (Zhukovskij è sede del più moderno aeroporto militare russo), Viktor Mosalov allunga la lista degli uomini eccellenti defunti. Stessa sorte per un dirigente della campagna elettorale di Zhirinovskij nella regione mineraria di Kemerovo. Eltsin sembra ormai vincitore indiscusso. Resta solo l'interrogativo: al primo o al secondo turno? I sondaggi, anche quelli che sono più favorevoli a Eltsin, lo danno ancora dieci punti al di sotto del 50% necessario. Ma l'entusiasmo dei mass media è tale che tutti sembrano ormai disposti ad accettare una sua vittoria anche al primo turno. Ziuganov, al contrario, ha affermato di essere in vantaggio. Chiesa, Quirico e Zafesova A PAG. 11 ROMA. Romano Prodi frena la proposta del ministro della Sanità Rosy Bindi di imporre un'aliquota dell'1,5 per cento sulle pensioni superiori agli otto milioni e mezzo lordi annui. Dopo la tempesta di critiche che si è scatenata sulla proposta, in prima fila i sindacati e le opposizioni, il presidente del Consiglio ha chiarito che «la manovra economica è un atto dell'intero governo e non di un singolo ministro. Quindi, nessuna dichiarazione di alcun ministro è intangibile. Abbiamo già risolto tanti problemi e, con molta calma, risolveremo anche questo». Ieri intanto i capigruppo dell'Ulivo al Senato si sono riuniti per chiedere un «ulteriore approfondimento» sul progetto Bindi, ma in realtà solo i Popolari sembrano disposti a difenderlo. Il ministro della Sanità, dal canto suo, difende la proposta sostenendo che già il governo Dini avrebbe dovuto adottare misure di questo genere. Rapisarda A PAG. 3

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