Retromarcia di Sarajevo No alla firma del disarmo

Retromarcia di Sarajevo No alia firma del disarmo Oggi e domani a Firenze il summit sulla Bosnia Retromarcia di Sarajevo No alia firma del disarmo OSLO. Il governo di Sarajevo ha rifiutato di firmare l'accordo sul disarmo nella ex Jugoslavia. Lo ha annunciato ieri a Oslo il responsabile dei negoziati, il generale Vigleik Eide. Il termine fissato dagli accordi di pace di Dayton per la firma dell'accordo sul disarmo è così scaduto e dopo il nuovo no fonti delle delegazioni bosniaca e serba hanno espresso seri dubbi su una imminente soluzione del problema. Martedì sera il mediatore norvegese aveva detto che l'ostacolo era «il modo di indicare nel preambolo dell'intesa lo status dei cinque partecipanti». Il governo di Sarajevo si oppone a che Repubblica serba e Federazione croato-musulmana vengano equiparate - come Stati - a Croazia, Repubblica Federale di Jugoslavia e Bosnia Erzegovina, ma insiste affinché vengano indicate come «entità». Ieri il ministro degli Esteri bosniaco Jadranko Prlic ha fatto capire di non credere che la cerimonia della firma possa avvenire a Oslo. «Casomai a Firenze», ha detto all'agenzia norvegese «Ntb». A Firenze oggi e domani si incontrano i delegati di 40 Paesi che sono coinvolti nel processo di pace, per fare il punto sulla situazione nella ex Jugoslavia sei mesi dopo gli accordi di Dayton. Frattanto, il segretario americano alla Difesa William Perry ha detto che le truppe americane resteranno in Bosnia se la Nato deciderà di continuare la missione Ifor per impedire che riesploda la guerra. «La Nato - ha spiegato Perry non sprecherà così facilmente l'investimento che ha fatto in Bosnia, e credo che se riterranno necessaria un'azione ulteriore per garantire la pace saranno molto determinati nel mantenere una forza militare sul posto». [Agi-Ansa]

Persone citate: Jadranko Prlic, Vigleik Eide, William Perry