Rai-Mediaset il governo ha fretta

Maccanico: in tempi brevissimi il disegno di legge per togliere una rete ai privati Maccanico: in tempi brevissimi il disegno di legge per togliere una rete ai privati Rqi-Mediaset, il governo ha fretta Ma D'Menta è ancora disposto a trattare ROMA. Udore d'intesa, sulla Rai, non c'è ancora. E intanto il titolare del dicastero delle Poste Antonio Maccanico annuncia che il governo presenterà un disegno di legge di riassetto del sistema radiotelevisivo in «tempi brevissimi» (arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri l'orse già il 20 giugno), «tenendo conto - precisa - della sentenza della Consulta», quella secondo cui Mediaset dovrebbe cedere una rete a fine agosto. Comunque, la strada dell'accordo si cerca, però si va per tentativi e ballon d'essai perché disegni strategici opposti e velleità dei singoli ingarbugliano la trattativa. Per esempio, Massimo D'Alema e quasi tutto il suo partito, tranne la frangia «filo Viale Mazzini», un'offerta, per invogliare il Polo l'hanno fatta: quella di lasciare tre reti a Berlusconi, grazie ad un decreto del governo. Spiega Claudio Petruccioli, presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato: «Non si possono certo mettere i sigilli a Mediaset a fine agosto. Anche perché oltre alla sentenza della Consulta c'è stato pure un referendum di segno opposto. Inoltre una legge globale non potrebbe essere varata entro l'estate. Perciò il gover¬ no deve trovare il modo di risolvere la situazione». Appunto, il governo. Che ha interessi diversi da Botteghe oscure. A D'Alema, infatti, degli altri decreti, quelli che Prodi ha ereditato e che ingolfano l'attività del suo esecutivo, importa, ma fino ad un certo punto, perché per lui, politicamente, è più importante mantenere un certo accordo con il Cavaliere. Al governo invece interessa assai di più liberarsi di tutti quei provvedimenti. Perciò l'esecutivo pone come pregiudiziale a qualsiasi trattativa sulla Rai il «sì» del Polo allo smaltimento di quei decreti. Ma il centro destra, a queste condizioni, non ci sta. Lo ha detto, lo ha ripetuto, e di questo avviso è perfino l'ala morbida «lettiana». Non è un caso quindi che ora Maccanico annunci di voler tener conto della sentenza della Consulta. E' quasi come dire che a Mediaset toccheranno due reti. Proprio il contrario di quanto il pds offre al Polo. Naturalmente, avendo capito qual è l'ostacolo al dialogo, il partito trasversale della Rai caldeggia la linea dell'esecutivo. Già, perché quel partito sa che in caso di accordo i cinque nomi dei consiglieri d'amministrazione di viale Mazzini dovranno per forza essere di un certo livello, non potranno esservi riservisti Rai e consimili. Non per niente il personaggio che più di ogni altro incarna sia il governo sia il partito di viale Mazzini, Walter Veltroni, si mostra scettico sulle condizioni di un'intesa. A tutto ciò c'è da aggiungere l'insofferenza di singoli personaggi, come Mauro Paissan, candidato alla presidenza della commissione di vigilanza Rai, il quale ora ha scoperto che la guida di quell'organismo fa parte del «pacchetto» di offerte che la Quercia ha fatto al Polo. «Ma su questo sbotta - il pds non ha mai consultato l'Ulivo». E non bisogna dimenticare Rifondazione, che fa una polemica tutta interna alla maggioranza sul eda Rai. Spiega infatti il capo- gruppo alla Camera Oliviero Diliberto: «Perché non dovrebbe entrare uno nostro dentro, al posto di uno di Dirli?». Anche dalle parti del Polo, comunque, in quanto a divisioni non si scherza. I berlusconiani, in questa trattativa, sono interessati all'azienda. Dice Letta: «La Consulta ha posto il limite delle due reti supponendo che in tutto fossero 12, invece sono 15, e quindi sia Mediaset sia la Rai possono mantenere tre reti». Ma agli alleati del cavaliere di tutto ciò importa assai poco. An punta a mettere nel eda un proprio uomo, senza però trattare troppo. I ecd, invece, temono di essere fatti fuori da un accordo che dia tre consiglieri alla maggioranza e due all'opposizione, perché pensano ad una spartizione fi-an. «Certo, se il nostro Meocci stesse lì per rappresentare tutto il centro sarebbe l'ideale», scherza, ma non troppo Marco Follini. Dunque, la situazione è questa. Il che non esclude un'intesa, ma certo non ne garantisce la serietà. Maria Teresa Meli I cattolici dell'Ulivo chiedono il Tgl e la presidenza di Viale Mazzini Rifondazione vuole un consigliere li presidente della Rai, Morello

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