«Al Tg1 serve un direttore in gamba più che cattolico»

«Al Tgl serve un direttore in gamba più che cattolico» «Al Tgl serve un direttore in gamba più che cattolico» BORRELLI IL CONDUTTORE «LAICO» IROMA cattolici rivendicano il Tgl? Il direttore ad interim Nuccio Fava, cattolico, sostiene che un grande tg popolare non può prescindere dall'anima cattolica del Paese? Giulio Borrelli, laico, non ci sta. Il conduttore crede che quella fra laici e cattolici sia un'alternativa falsa. Di più, un equivoco politico che rischia di riportare il Tgl, e il Paese, indietro di anni. «Quel che conta è che un direttore sia bravo e autonomo. E mi auguro che se Fava verrà confermato, lo sia per i risultati e non per le sue idee religiose». Non è un po' drastico? «Ma che facciamo, andiamo a chiedere al potenziale candidato se è stato battezzato, cresimato, o se va a Messa? E se è bravissimo ma valdese o ebreo, diciamo che non può aspirare a diventare direttore del Tgl? Mentana allora, o lo stesso nostro vice Di Lorenzo che è liberale e ateo, sarebbero eliminati in partenza. Mi pare assurdo. Non solo». C'è dell'altro? «Sì. Non deve entrarci la distinzione religiosa ma nemmeno quella politica. I criteri sono altri, sono l'autorevolezza e la competenza. Detto questo, di Fava ho massima stima e rispetto. E' un collega molto valido. Ma ho l'impressione che sia legato a schemi politico-culturali degli Anni 80: quelli della sua precedente direzione del Tgl». I tempi di De Mita premier. «Questo è un dettaglio. D'altra par¬ te io gliel'ho detto anche in assemblea, che avevo l'impressione che guardasse indietro. E il suo ragionamento di oggi me lo conferma». Vuol dire l'auspicio che il Tgl resti ai cattolici? «Mi pare un ragionamento da vecchio de. Il Tgl non deve essere né cattolico né laico, né di destra né di sinistra. Il prestigio di un tg, soprattutto pubblico, dipende dall'indipendenza dal Palazzo». Fava non ha parlato di destra e sinistra. Lo etichettavano come cattocomunista... «Tante etichette erano e sono improprie. E comunque oggi non ci aiutano a capire la realtà». La de non c'è più, ma ci sono i popolari. E cattolico è anche il premier Prodi. «Come è cattolica Livia Turco. 0 Irene Pivetti. Ce ne sono tanti, di cattolici in questo Paese. Tutto que¬ sto fa parte della cultura italiana». Fava si richiamava a un modo un po' pedagogico di fare informazione. Stile cattolico ma anche di certa sinistra. «Io credo che i tg e la tv ormai non debbano più essere pedagogici. E quando Fava si autodefinisce direttore "di garanzia" mi chiedo: quale garanzia? Vorrei sapere chi si sente in diritto di garantire chi». Però ieri il Tgl aveva nei titoli di testa la notizia della Panetti che lascia Bonaga. Come il Tg5. «Se è per questo, il direttore ha accettato obtorto collo. Ma proprio qui credo si tratti di stile. Le notizie, in un grande tg popolare moderno, vanno date tutte. Il Tgl ha conquistato la cronaca rosa e deve tenerla. Il problema, caso mai, è non trascendere nella volgarità, usare l'ironia. Ma per questo non ci vuole la patente di cattolico doc». E dagli. Che però esista una tradizione di direttori cattolici al Tgl è incontestabile. «Fino a un certo punto. Non a caso lo stesso Fava si richiama sempre al mitico Emilio Rossi. Ma quella tradizione è già stata interrotta. Direttori come Volcic e Rossella, scelti fuori dalla logica de, hanno rappre sentato una cesura col passato. Di qui la puzza di Anni 80». Dice proprio puzza? «Sì. Perché un conto è la cultura di questo Paese. Un altro il sospetto che dietro la pretesa etichetta reli giosa si nascondano operazioni po litiche. Esattamente come allora. Negli Anni 80 si diceva: la rete 1 ai cattolici, leggi de, la rete 2 ai laici, leggi psi, la rete 3 alla sinistra, leggi pei. Ora che la democrazia si sbloccata, il servizio pubblico si legittima solo se è problematico pluralista ovunque. Dopo di che...». Dopo di che? «Possono essere cattolici i direttori anche di tutte le reti e tg. Ma in ba se a scelte editoriali, non a ima sorta di diritto divino ereditario. Che ci farebbe tornare indietro di anni», Maria Grazia Bruzzone «Fava è troppo legato agli schemi degli Anni 80 Sono assurde le distinzioni religiose o politiche» nei prossimi giorni vedremo se sarà possibile sciogliere i nodi della matassa». Più duri i parlamen¬ psidenza delle giunte per le autorizzazioni a procedere e per le elezioni, più le due commission