Tremonti smonta la riforma «Confusa e poco federalista » di Marco Zatterin

Tremonti smonta la riforma «Confusa e poco federalista Tremonti smonta la riforma «Confusa e poco federalista » IL GIUDIZIO DELL'EX diluvi:"! i.tfrisri «oim PRIMA di entrare nel merito della riforma fiscale e smontarla punto per punto, Giulio Tremonti solleva una questione di metodo e parla di «infortunio» del governo. «Il ministro Visco ci ha riproposto, con qualche aggiunta e qualche specifica, il programma dell'Ulivo apparso sull'Unità del 10 dicembre 1995», dice il professore che due anni fa sedeva alle Finanze con il Berlusconi-premier ed oggi è deputato del Polo. Invece, spiega, «avrebbe dovuto illustrarci la ricetta con cui si intendono affrontare le priorità economiche, la manovra di riequilibrio dei conti, il Dpef, le due leggi finanziarie che ci devono portare in Europa. Non ho sentito nulla di tutto ciò. Le lacune e la latitanza sulla manovra sono gravissime, dimostrano le difficoltà all'interno della maggioranza». Prodi potrebbe dirle che l'aver letto alla Camera il programma dell'Ulivo è segno di coerenza... «Macché. Il governo si è presentato per parlare di manovra e non l'ha fatto. Eppure il risanamento dei conti pubblici è cosa che non può essere rinviata, mentre per la riforma fiscale c'è tempo sino al 2001. Visco ha annunciato prima quello che doveva annunciare dopo. E' come chiedere di pagare 0 biglietto alla fine del film!». Parliamo intanto di quello che c'è, la riforma Visco. E cominciamo dal decentramento e dall'imposta regionale... «A mio parere l'Ipar, l'imposta regionale sulle attività produttive, è l'opposto del federalismo e della semplificazione. Mi spiego. Per parlare di federalismo occorre la coincidenza fra cosa amministrata e cosa tassata, cioè fra chi usufruisce del servizio e chi versa il tributo. Se quindi, ad esempio, si fanno pagare i produttori e con il ricavato si finanzia la sanità il discorso non quadra. E, se non bastasse, si crea un'imposta statale, perché legiferata dallo Stato e amministrata dallo Stato visto che le amministrazioni locali non sono in grado di gestire questo tipo di contabilità fiscale. Con la pretesa di semplificare si inventa un terzo genere che non è né reddito, né il valore aggiunto, che porterà a duplicazioni di imposta, costi amministrativi nuovi, elevati e superiori ai benefici. E' un mostro di Frankenstein messo insieme da pezzi di imposte statali, locali, mezzo reddito e mezzo valore aggiunto». E il metodo dì tassazione dei capitali? «Basta guardare lo scivolone della Borsa dopo il discorso di Visco. E' chiaro che gli operatori non avevano letto il programma dell'Ulivo. E' un pasticcio. Lo prova il fatto che una roba del genere in Europa non c'è. E' una forma di imposizione arbitraria, discontinua che si presta tra l'altro ad aggiramenti tremendi. Visco dice di non essere stato capito? Forsa la reazione c'è stata proprio perché lo hanno capito...». In Europa esiste però la «Dual Income Tax», doppia tassa sul reddito, per le imprese. «C'è del marcio in Danimarca. Senza contare che la Scandinavia è palesemente un'area di declino industriale. La Dual Income Tax è una tassa complicata. E' difficile da spiegare ad uno straniero che farà certo meno fatica a comprendere che, in Italia, è altissima l'aliquota legale. E' un contesto che per noi comporta evasione, e per l'estero serve come dissuasione all'investi¬ mento nel nostro Paese. La cosa da fare è ridurre l'aliquota sulle imprese, che è troppo pesante. Al contrario, varare un'aliquota elevata, ed una molto bassa che equivalga all'emissione di Bot aziendali, è una mossa che non può essere compresa da un americano e non può essere votata da Rifondazione». Chiudiamo con la Sanità. Che succede con la sostituzione dei contributi sanitari e della tas¬ sa della salute? «11 governo vuole eliminare le forme di contribuzione sanitarie attuali e sostituirle con l'Ipar. E' la proposta della commissione Gallo. L'intenzione è di finanziare la sanità con la produzione e, ancora una volta, ci si muove in un contesto che non è né federalista né razionale. E' un ragionamento con cui si nega che chi paga le tasse devo essere la stessa persona che ottiene il servizio: e il fondamento del federalismo. Ma cosi non può funzionare e c'è il rischio di spaccare l'elettorato. Perché chi paga voterà in un modo e chi riceve in un altro». E' una bocciatura bella secca, vero Professore? «No. Aspettiamo la prova dei fatti. Diciamo che per ora li rimando ad ottobre». Marco Zatterin «La doppia aliquota per le aziende provocherà nuova evasione e frenerà gli investimenti degli stranieri in Italia»

Persone citate: Dual, Gallo, Giulio Tremonti, Tremonti, Visco

Luoghi citati: Danimarca, Europa, Italia, Rifondazione