Lo spot gay vende di più di Emanuele Novazio
Germania, la crisi economica fa cadere un tabù in televisione Germania, la crisi economica fa cadere un tabù in televisione Lo spot gay vende di più IBONN L giovanotto, molto abbronzato ed elegante, è alla guida della macchina scoperta: «E' tutto pronto per l'arrivo dei miei genitori, tesoro?», chiede parlando al piccolo telefono da cruscotto. «E' tutto pronto certamente, amore», risponde - da casa - un altro giovanotto, abbronzato ed elegante come lui, prima che sullo schermo compaia l'emblema del produttore di handy. Potrebbe diventare lo spot dell'anno, azzardano i pubblicitari, e certamente segna una svolta: la nuova pubblicità dei telefoni portatili «Pride Telecom» - che a manifesti e foto sui giornali abbinerà anche spazi televisivi - è l'ingresso uffi- ciale, e conclamato, dell'universo gay nel mondo della pubblicità tedesca. Un passo non da poco, per un Paese nel quale la soglia dell'intimità sessuale e della diversità resta una garanzia di riservatezza e di rispetto, e intimidisce, ancora. Ma una decisione che già fa trend, come si dice: la «Pride Telecom» non è l'unica azienda tedesca ad affidarsi all'immagine-omosessuaUtà per vendere di più, per guadagnare clientele nuove, per ritagliarsi spazi inediti in una fase di concorrenze temprate ed agguerrite. L'ingresso nel mondo gay (o «rosa», come si dice qui), per Grandi prudenti come la «Lufthansa» o la «Coca-Cola» è ancora alla fase della sponsorizzazione (entrambi i gruppi hanno finanziato di recente, a Berlino, un incontro sportivo internazionale di omosessuali e lesbiche). Per altri - per una delle maggiori e tradizionali catene di caffè tostato, ad esempio, la «Tchibo» - è già realtà: dalle pagine di «Manner aktuell» sorride di un sorriso denso di allusioni il «Tchibo-boy», anche lui abbronzato e seminudo. E il gigante del turismo Neckermann pubblicizza una brochure («Mantours») che raggruppa le migliori offerte estive per gay, non importa se a coppie o single. Dietro questa piccola rivoluzione di maniere non c'è, soltanto, una solidarietà esibita per fasce di utenti che finora erano piuttosto occasione di imbarazzo: c'è, prima di tutto, un calcolo economico che naturalmente merita attenzione. Le indagini di mercato più aggiornate confermano che il mondo gay è, in Germania almeno, una fascia di consumo molto attraente, in questa fase di recessione mascherata. Le famiglie acquistano di meno, ma gli omosessuali privi di dispendiosa prole possono permettersi qualche lusso in più. Emanuele Novazio
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