Il pentito era detenuto in Germania

Il «caso» Marasco Il «caso» Marasco Il pentito era detenuto in Germania Era scomparso poco prima di Natale, e in tanti si erano preoccupati della sua assenza. Leonardo Marasco era un pentito, uno dei tanti che aveva deciso di collaborare con la magistratura nella maxi inchiesta denominata «Cartagine», in quell'indagine nata dopo il clamoroso sequestro di cocaina per 275 miliardi a Borgaro (6 marzo '94). Dove era finito? Qualcuno lo immaginava su qualche spiaggia dorata dell'America centrale. Niente di più falso, Leonardo Marasco in realtà era ospite delle galere tedesche. Finito in carcere, tanto per cambiare, per una storia di droga. La conferma è arrivata ieri dai magistrati della Procura che hanno avvertito anche il difensore Davide Diana. Il mistero «Marasco» era iniziato il 10 gennaio scorso all'udienza preliminare di «Cartagine» davanti al gip Paola Trovati. Al momento dell'appello degli imputati, uno di loro, quando è arrivato il turno di Marasco, assente, aveva detto forte: «E' morto, Marasco è morto». Il pm Sandro Ausiello aveva disposto subito gli accertamenti. Ma Marasco sembrava proprio scomparso nel nulla. O almeno così sembrava agli inquirenti. Che per la verità non sembravano troppo preoccupati. Un po' tutti davano abbastanza credito all'ipotesi che il pentito avesse deciso di passare qualche mese all'estero con la convivente e il suo bambino. Non era così. Marasco si era consegnato spontaneamente alla polizia nell'estate '94, qualche mese dopo il clamoroso sequestro di Borgaro e dopo che la maggior parte della banda, compreso il suo capo Aldo Bertolotto, aveva deciso di collaborare. Aveva per la verità una vecchia condanna da scontare e s'era fatto 10 mesi di carcere. Poi era uscito, ma, a sorpresa, non aveva voluto accettare il programma di protezione concesso ai pentiti. Evidentemente gli stava troppo stretto, non gli andava molto di trovarsi tra i piedi poliziotti o carabinieri. Lui aveva altre idee, troncate ora dalla polizia tedesca. La «sbandata» di Marasco richiama quelle di Roberto Miano, fratello del boss «Ciccio» Miano, che è stato arrestato sabato scorso a Crescentino e ferito dai carabinieri dopo la rapina a un supermercato organizzata con un complice. Anche Miano, è un noto collaboratore di giustizia fin dalla metà degli Anni Ottanta, e anche lui non aveva voluto il programma di protezione offerto in questi casi.

Luoghi citati: Borgaro, Crescentino, Germania