Un fantasma dietro al palcoscenico di Luciano Borghesan

In un attentato avrebbe potuto perdere la vita il soprano Raina Kabaivanska In un attentato avrebbe potuto perdere la vita il soprano Raina Kabaivanska Un fantasma dietro al palcoscenico Furti e sabotaggi misteriosi, giallo al Regio Ci sarà senz'altro voluto un camion per portare via l'enorme tappeto da ballo che abbelliva il palcoscenico del Regio. E dal teatro è scomparso, in varie occasioni, un po' di tutto. Nell'ufficio della sovrintendente, Elda Tessore, non c'è più l'impianto stereofonico. Nella stanza del direttore artistico, Carlo Mayer, è vuoto il vano dov'erano custoditi apparecchi per ascoltare dischi e ed. E' quantomeno singolare vedere i massimi dirigenti dell'ente lirico senza strumenti di lavoro. Ma è così. Vanno a ruba i telefoni: quello della sala del consiglio di amministrazione è stato asportato, sostituito e di nuovo sottratto. I furti e gli episodi di vandalismo hanno già provocato danni per decine e decine di milioni. Ieri, presentando la nuova stagione, la sovrintendente Elda Tessore ha lanciato una sorta di ultimatum: ((Abbiamo sempre denunciato le singole vicende, ma ora scriverò una relazione complessiva e la consegnerò alla magistratura». La preoccupazione principale è di tutelare il patrimonio del Regio («Un patrimonio pubblico», sottolinea Elda Tessore), ma va di pari passo con quella di garantire la sicurezza di chi lavora per gli spettacoli. E, qui, viene ricordato un gravissimo episodio. Risale al dicembre '93. Stava per andare in scena la prima de «Il caso Makropulos» di Leos Janacek: il sopra- no Raina Kabaivanska - nei panni di Emilia Marty - avrebbe dovuto calarsi sul palco, un cavo d'acciaio l'avrebbe tenuta sospesa. Così avvenne, ma grazie a un cavo diverso da quello previsto. Quello originale (lungo 16 metri), fu trovato spezzato. Un attentato? Un sabotaggio? Dietro le quinte, ci fu il massimo riserbo sul «fantasma del palcoscenico». I dirigenti del Regio lo tennero nascosto anche agli artisti, non vollero creare allarmismi, rovinare l'attesa del pubblico per lo spettacolo. Carabinieri e agenti della Digos vigilarono con la massima cura quella sera e per tutte le repliche. Ora - dopo gli ennesimi episodi -, nella sede di piazza Castello, si toglie il segreto su quel gesto che, peraltro, fu subito denunciato alle autorità giudiziarie. «Chi mette in atto episodi di danneggiamento del teatro deve essere isolato. I nostri lavoratori devono stare dalla parte del Regio e non di chi vuole danneggiarlo», invita la sovrintendente. Visto il tipo di furti, infatti, è forte la sensazione che il proble¬ ma sia interno alla struttura. Non ci sono certezze ma «solo sospetti», quello che appare chiaro è che «tra i lavoratori del Regio - precisa la Tessore - ci possono essere persone che hanno poco amore per l'istituzione di cui fanno parte. Dobbiamo proteggere il patrimonio di attrezzature, guai se all'interno si annidassero i guastatori». Ma il messaggio della sovrintendente e del direttore artistico, Mayer, vuol essere distensivo verso i dipendenti: «Ho dato loro atto di aver contribuito alla cre¬ scita delle nostre attività. Ora chiediamo uno sforzo in più. Non si può militarizzare il Regio, è un luogo di cultura, aperto per eccellenza. Aiutiamoci! Proteggiamo il bene comune, e isoliamo eventuali frange interne». Un richiamo a evitare il male. «Non cerco delatori - dice la Tessore -, io, per carattere, sono anche contro i "pentiti". Ma vigiliamo gli ingressi e le uscite. E lavoreremo tutti meglio». Facendo semplicemente il proprio dovere. Luciano Borghesan L'episodio risale al '93 ma fu tenuto nascosto A sinistra il sovrintendente del Regio Elda Tessore che, ieri, ha denunciato pubblicamente furti, sparizioni e addirittura lo strano incidente di cui poteva essere vittima Raina Kabaivanska (a lato)