«Vuole un'auto? Le offro il supersconto» di G. Fav.
«Vuole un'auto? Le offro il supersconto» Prendeva i soldi, ma le vetture non erano mai consegnate: in banca aveva oltre un miliardo «Vuole un'auto? Le offro il supersconto» La truffa di un'operaia addetta alle pulizie a Mirafiori «Non si preoccupi, ci penso io. Compili il modulo di prenotazione. Fra tre mesi avrà la sua Dedra nuova». La truffa, almeno secondo il pm Marcello Musso, cominciava grosso modo così. Quando l'addetta alle pulizie dello stabilimento di Fiat Mirafiori contattava un cliente, promettendo sconti super: fino al 50 per cento. Secondo l'accusa la donna, facendosi credere «una persona in vista», «un dirigente Fiat», «un pezzo grosso del sindacato», riusciva - complici alcuni parenti a farsi dare parecchi milioni, per vetture che in realtà non venivano mai né prenotate, né consegnate. Una storia durata tre anni. Finché sono fioccate le accuse di truffa. Oggi, al termine delle indagini preliminari, sui tavoli della procura si sono accumulate contro l'operaia 24 querele. Due dei truffati, dopo mille tentativi di riavere i soldi, sono passati alle vie di fatto, e ora sono accusati di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Lei è Emmanuella Cristella, 51 anni. In quanto dipendente Fiat, aveva diritto ad acquistare auto scontate del 15 per cento. Secondo la Guardia di Finanza della procu- ra presso la pretura, che indaga sulla vicenda con il pm Musso, avrebbe cominciato con il vendere vetture a Bardonecchia. Qualcuno la credeva «la segretaria particolare di un pezzo grosso». E, almeno all'inizio, si era resa credibile consegnando 14 auto. Alcune ordinate alla Fiat, altre comprate da concessionari. La donna avrebbe speso 268 milioni e ne avrebbe incassati appena 190, praticando gli sconti «super» ottenuti «grazie alle sue conoscenze». Un bilancio in perdita: ma alla fine la Finanza avrebbe scoperto, su conti bancari di cui l'operaia aveva la disponibilità, versamenti per un miliardo e 300 milioni in 3 anni. Emmanuella Cristella avrebbe presto cominciato a fare dei «bidoni». Incassava i soldi, ma non consegnava più le auto. «Ci sono dei ritardi su questo modello» spiegava. I clienti aspettavano mesi. Gente di Torino, ma anche pugliesi e siciliani: li contattavano nelle due regioni, sempre secondo l'accusa, il cugino Giuseppe Rubino di Taranto, e l'amico Tiberio Mascellino di Caltanissetta, indagati a loro volta per truffa. Un altro cugino, Leonardo Cristella di 31 anni (finito anche lui tra gli indagati), avrebbe invece aiutato la donna aprendo per lei alcuni conti in banca. Ventiquattro persone hanno denunciato di avere consegnato all'operaia, per auto mai consegnate, circa 300 milioni. Una somma ben più bassa di quella transitata, secondo le Fiamme Gialle, sui conti bancari: manca circa un miliardo, sul quale sono in corso accertamenti. Due dei truffati, Antonietta Dalò e Franco Sarti, hanno atteso le auto un anno. Poi si sarebbero presentati dall'operaia: «Se non ci rendi i soldi, ti uccidiamo». Sono indagati per esercizio arbitrario delle proprie ragioni mediante minacce, violenza e lesioni, [g. fav.]
Persone citate: Antonietta Dalò, Cristella, Franco Sarti, Leonardo Cristella, Marcello Musso, Tiberio Mascellino
Luoghi citati: Bardonecchia, Caltanissetta, Taranto, Torino
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