Qui Anfield, dove un gol può diventare leggenda

Qui Anfield, dove un gol può diventare leggenda Qui Anfield, dove un gol può diventare leggenda NELLO STADIO DI LIVERPOOL LIVERPOOL O che non è uno stadio qualunque, un qualsiasi catino di cemento dove ventidue uomini inseguono una palla e quarantamila stanno a guardare. «This is Anfield», questo è Anfield. E' anche scritto (lettere dorate su fondo rosso) all'uscita del tunnel che i giocatori percorrono in una rapsodia di tacchetti, risucchiati all'aperto dal boato della folla. «This is Anfield», ripete con orgoglio l'anziano custode, l'uomo che stasera spegnerà le luci dello stadio di Liverpool al termine di Italia-Russia (a Wembley, il 30 giugno, ha detto che ci pensa Matarrese). Che non sia uno stadio qualunque il custode può mostrartelo facilmente. Ti porta all'esterno, davanti alla cancellata dalla parte di Anfield Road dove sono scolpite nel ferro battuto (e poi ancora una volta dorate) le parole «You'll never walk alone», non camminerai mai solo, le parole dell'inno e della memoria. Lì accanto, incassato nel muro, c'è il monumento ai morti dell'Hillsborough, 96 tifosi del Liverpool schiacciati da una tribuna nell'89 a Sheffield. C'è una «fiamma eterna» che arde sotto la lapide e come ogni fiamma ha le sue vestali: ragazzi che depositano prima di ogni partita il loro omaggio. Ci sono mazzi di fiori, sciarpe e due scarpe: una da jogging e una da calcio, una destra e una sinistra, tutte e due in buono stato. «This is Anfield», venga a vedere. E il custode mostra la sala dei trofei e il museo, con le foto e i video delle partite del Liverpool. Seduti, dieci uomini e quattro donne osservano le immagini della finale con il Real Madrid, 27 maggio 1991. Al gol di Alan Kennedy c'è qualcuno che esulta nel buio della sala. «This is Anfield» e ti conduce fuori, davanti a quarantamila sedie vuote. Indica la tribuna da 12 mila posti, tutti a sedere e • rimpiange i vecchi tempi, quando al suo posto c'era la curva, quella vera, la Spion Kop, 26 mila persone attaccate una all'altra, una voce unica che quando si alzava faceva davvero paura. Racconta che il nome era arrivato dall'Africa, importato da qualcuno che aveva fatto la guerra con i boeri e voleva ricordare uno di quei posti sopraelevati da cui si spia l'arrivo del nemico. Lui, invece, ricorda una notte lontana in cui si giocava con il Reykjavik in qualche coppa europea. «Piovevano cani e gatti», dice lui, se lo si traducesse alla lettera. «Ventottomila persone che avevano aspettato fuori si pigiarono nella Spion Kop e dai loro corpi evaporò una nebbia che impediva di vedere. Poi venne la nebbia vera e la pioggia che non smetteva mai, sempre più forte. Dalla Kop non riuscivi a vedere l'altra metà campo, dove attaccava il Liverpool. La gente sta¬ va lì, fradicia e fumante e non sapeva nemmeno cosa stesse guardando. A un tratto dall'altra curva si sente urlare: "Gol!". E dalla Kop si alzò un coro: "Chi ha segnato?". Il nome che rimbalzò nella nebbia non me lo ricordo, ma ricordo che chiesero ancora: "Come?", e arrivò un altro coro che rispondeva: "Di testa'. E allora, solo allora, come se l'avessero finalmente visto nella loro immaginazione, i ventottomila della Kop esultarono per il gol del Liverpool». This was Anfield, questo era Anfield. E adesso non resta che andarci dentro e sentire che quella che si gioca qui non può che essere una partita che non si dimentica. Gabriele Romagnoli In 40 mila cantano l'inno che dà i brividi: You'll never walk alone I PRECEDENTI Pochissimi i precedenti italiani all'Anfield Road: soltanto tre, e per i nostri club. Il primo, nella semifinale della Coppa Campioni 1965, dell'Inter: finì 3-1 per il Liverpool (ko poi ribaltato a San Siro: 3-0, propiziato da un gol di Peirò che rubò la palla al portiere inglese che la faceva rimbalzare sul terreno). Seconda partita, un anno più tardi, nel primo turno della Coppa Coppe: la Juve, vittoriosa 1-0 all'andata, fu sconfitta 2-0 ed eliminata dai reds. Ultimo scontro, nei quarti della Coppa Uefa '92: il Genoa liquidò il Liverpool con un 2-1 firmato Aguilera. Anfield, lo stadio del Liverpool, fu costruito nel 1906, coperto nel '28 e due anni fa subì un ampio restyling; contiene 41 mila spettatori seduti e I SO giornalisti: qui, nel 1892, l'ingegner John Alexander Brodie, inventò il football goal net, la rete che raccoglie i palloni non parati

Persone citate: Aguilera, Alan Kennedy, Gabriele Romagnoli, John Alexander, Matarrese, Sheffield