ITALIA-RUSSIA Azzurri, diteci se possiamo sognare

Oggi l'esordio: Sacchi ha scelto Casiraghi-Zola, fuori Ravanelli e Chiesa Oggi l'esordio: Sacchi ha scelto Casiraghi-Zola, fuori Ravanelli e Chiesa ITALIA-RUSSIA Azzurri, diteci se possiamo sognare ALSAGER DAL NOSTRO INVIATO Casiraghi e Zola. Gli Europei dell'Italia cominciano oggi, contro la Russia, da una scelta sofferta. Arrigo Sacchi ci è abituato. Le partenze non sono mai state il suo forte. A New York, prima dell'Eire, si era inventato un grottesco 43-3. Salvo poi rifugiarsi, precipitosamente, nella coppia Robi Baggio-Signori, la più bassa (a occhio) della storia del nostro calcio. Questa volta, niente Chiesa e niente Ravanelli. Se il sorpasso di Casiraghi è dettato dalla ragione (brillantezza, vigore: tutto, oggi, pende dalla sua parte), la conferma di Zola è sentimento allo stato puro. Per quello che ha fatto nelle eliminatorie, e per la paura che un'eventuale bocciatura potesse falciarne il morale. Ravanelli l'ha presa male; Chiesa, l'unico che, rendimento alla mano, avrebbe meritato il posto, bene. Sa di rischiare, l'Arrigo. Spesso, per non perdere i singoli, si perdono le partite. Ai Mondiali, gli andò di lusso con il Codino. Lo attese ai limiti del harakiri, venendone ripagato (dalla Nigeria in su) quando ormai aveva riposto ogni speranza. I giocatori, loro, ci sono rimasti di sasso. Si aspettavano Chiesa e, soprattutto, Fuser. Proprio così. Fuser dentro, Di Livio fuori. Al di là delle mielose veline, il parto della formazione deve essere stato tutt'altro che elementare, a conferma di una vigilia meno serena e paciosa di quanto fosse lecito attendersi. «Non siamo al meglio», brontola Sacchi, accendendo, idealmente, l'ennesimo fiammifero. Ha fatto una testa così a tutti. Li ha trapanati, martellati, ossessionati, juventini, milanisti, laziali, parmigiani, cani sciolti, alla ricerca di quel Santo Graal che, per lui, altro non è che furore possessivo, motivazione estrema. «Nell'impiegare Zola - spiega ho inteso privilegiare il passato. Chiesa, che è più fresco, mi tornerà utile a gioco in corso. E poi, scusate: perché bruciarlo? Viceversa, nel rinunciare a Ravanelli, ho privilegiato il presente, l'eccellente forma di Casiraghi». D'accordo, lo juventino è reduce da una fastidiosa tendinite e, per questo, ha giocato poco. Ma ci riesce difficile non collegare il suo occasionale accantonamento al vaffa che rivolse a Lippi durante la finale di Roma, allorché fu sostituito. «A volte - s'illumina il et - la pazienza vale più dell'intelligenza». Lo capirà, l'istintivo Fabrizio? L'Arrigo glissa: «In attacco sono coperto. Non programmo staffette, ma ho quattro elementi che mi consentono un turn over ad alto livello». Gli chiedono: la squadra ha recepito il messaggio^ o meglio, l'ordine, di concentrarsi anima e corpo sull'evento? Risposta: «Penso di sì. L'autocritica che auspicavo, c'è stata». Quindi: «La mia fiducia in questi giocatori resta immutata, e illimitata. Sappiano che, pur di premiarli, ho rinunciato ad altri infinitamente più famosi». Peruzzi sembra recuperato a tutti gh effetti. La difesa è la sintesi, tribolata, di carabinieri ligi al codice sacchiano (Mussi, Apohoni), eredi designati (Costa- curta alla Baresi) e purosangue riluttanti a scendere a patti con una posizione che non sia la propria (Maldini). Quanto al centrocampo, la speranza è che Di Livio, Di Matteo, ALbertini e, soprattutto, Del Piero rifioriscano in tempo. «Presi uno per uno - insiste Arrighetto - siamo una squadra come tante. La sola molla che può trasformarci è il collettivo, lo spirito di gruppo, il rigore tattico». Di Russia, si parla poco. Eppure non perde da diciassette partite ed è terza nella classifica Fifa, dietro a Brasile e Germania. Sacchi la paragona più a un elefante che a una gazzella. «Do¬ vremo sorprenderla in velocità». Stando però attenti al suo contropiede (Kanchelskis, Kolivanov, Kiriakov). Delle nazionali viste sin qui all'opera, nessuna ha fatto ricorso al fuorigioco (alto, basso, medio) come è logico supporre che farà l'orchestra fusignanista: che i guardalinee ce la mandino buona. «Gli arbitri sono bravi - dice il et -. Ma io mi aspetto e voglio di più sul piano dell'uniformità di giudizio. Ho visto cose strane: fallacci impuniti, falletti, al contrario, sin troppo repressi». Alla Germania dedica un aggettivo che è : tutto un programma: terrificante. Adesso tocca a noi. Liverpool, la leggenda dei Beatles, il mito di Anfield. «Però, ai tempi di ItaliaEire, stavamo peggio: come condizione fisica, conoscenza del gioco, spirito di squadra, volontà vincente. Come tutto, insomma». Matarrese, da lontano, scruta Sacchi e sospira. Arrigo delle mie brame, fammi essere il più bravo del reame. tutto un programma: terrificante. Adesso tocca a noi. Liverpool, la leggenda dei Beatles, il mito di Anfield. «Però, ai tempi di ItaliaEire, stavamo peggio: come condizione fisica, conoscenza del gioco, spirito di squadra, volontà vincente. Come tutto, insomma». Matarrese, da lontano, scruta Sacchi e sospira. Arrigo delle mie brame, fammi essere il più bravo del reame. Il et: «Non siamo al meglio e ho privilegiato la forma del laziale; Chiesa? E' fresco ma non io brucio Puntiamo tutto sulla velocità» IERI OLANDA-SCOZIA 0-0 ROMANIA-FRANCIA 0-1 OGGI ITALIA-RUSSIA TURCHIA-CROAZIA GIOVEDÌ' BULGARIA-ROMANIA SVIZZERA-OLANDA ITALIA - RUSSIA RAIUNOETMC-Orel7,30 maldini 4é* del piero costacurta KARPIN Cg^ S§2 KANCHELSKIS ® peruzzi albertini casiraghi kiriakov apolloni di matteo m zola mussi ©dumo tetradze Qj onopko yanovski kharin kolyvanov «OvTUN mostovoy zymbaiar Ali. Sacchi Arbitro: Mottram (Sco) Ali. Romantsev IN PANCHINA: 12 Toldo, 22 Bucci, 4 Carboni, 6 Nesta, 9 Torricelli, 7 Donadoni, 11 Baggio D., 13 Rossitto, 17 Fuser, 19 Chiesa, 20 Ravanelli IN PANCHINA: 12 Cherchesov, 22 Ovchinnikov, 20 Gorlukovich, 13 Bushmanov, 19 Radimov, 21 Kholkov, 15 Shalimov, 14 Dobrowolsky, 16 Simutenkov, 17 Beschastnyk vremo sorprenderla in velocità». Stando però attenti al suo contropiede (Kanchelskis, Kolivanov, Kiriakov). Delle nazionali viste sin qui all'opera, nessuna ha fatto ricorso al fuorigioco (alto, basso, medio) come è logico supporre che farà l'orchestra fusignanista: che i guardalinee ce la mandino buona. «Gli arbitri sono bravi - dice il et -. Ma io mi aspetto e voglio di più sul piano dell'uniformità di giudizio. Ho visto cose strane: fallacci impuniti, falletti, al contrario, sin troppo repressi». Alla Germania dedica un aggettivo che è : I NUMERI DELLA SFIDA IUn titolo europeo sia per l'Italia sia per l'Urss. Ai sovietici l'edizione inaugurale del 1960, all'Italia quella casalinga del 1968. Negli Europei gli azzurri hanno affrontato i russi quattro volte: vennero battuti negli ottavi del 1964, ebbero la meglio (per la monetina: 0-0 dopo i supplementari) nel 1968 e dovettero ridare strada ai sovietici nel 1988 (semifinali) e nel 1992 (qualificazioni). 3Le partite giocate dall'Italia l'11 giugno. Nel '39 gli azzurri batterono 1-0 la Romania a Bucarest in amichevole, nel 70 pareggiarono 0-0 con Israele a Toluca nel Mundial messicano e nel '94, sulla strada del Mondiale statunitense, vinsero 1-0 a New Haven col Costa Rica. 71 giocatori russi (meglio sovietici) che hanno militato nel nostro campionato. Il primo è stato Zavarov arrivato alla Juve nell'88, lo hanno seguito Alejnikov, Mikhailichenko, Dobrowolski, Shalimov, Knlyvanov e Simutenkov, gli ultimi quattro presenti in Inghilterra per l'Europeo. 11 La Russia è avversaria inedita per gli azzurri. I Contro l'Urss i precedenti sono invece 11 ed il bilancio vede 2 nostre vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte. C'è anche un precedente in terra inglese: 0-1 a Sunderland, nel triste Mondiale del 1966. A fianco. Pierluigi Casiraghi, che è tra gli azzurri più in forma ed ha tolto a sorpresa il posto all'ex compagno bianconero Fabrizio Ravanelli