Sciiti e Hamas guerra santa a Netanyahu di Aldo Baquis

Corteo a Hebron dopo l'assassinio di una coppia di coloni israeliani, razzi sull'Alta Galilea Corteo a Hebron dopo l'assassinio di una coppia di coloni israeliani, razzi sull'Alta Galilea Sciiti e Hamqs, guerra santa a Netanyahu Uccisi cinque soldati israeliani in Libano TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Per gli abitanti dell'Alta Galilea è tornato l'incubo dei razzi katyusha dei guerriglieri libanesi hezbollah dopo che una sanguinosa imboscata tesa ieri da questi ultimi e la successiva reazione israeliana hanno dimostrato la totale inconsistenza delle intese di cessate il fuoco nel Libano del Sud raggiunte al termine dell'Operazione Furore. L'imboscata degli hezbollah ha provocato dure perdite ad Israele: cinque militari uccisi, fra cui due ufficiali, e otto feriti, quattro dei quali versano in gravi condizioni. L'incidente è avvenuto mentre Israele già piangeva due coloni il rabbino Yaron Ungher, 26 anni, e la moglie Efrat, incinta di due mesi, caricaturista del quotidiano religioso Hazofe - uccisi domenica notte in territorio israeliano da spari esplosi da un'automobile in corsa su cui viaggiavano tre palestinesi armati di kalashnikov, probabilmente militanti del Fronte Popolare. Il figlio di 9 mesi, che si trovava nell'automobile della coppia, è rimasto illeso. Ieri i coloni di Hebron sono scesi in piazza. «Reagiremo - ha assicurato il premier uscente Shimon Peres, al termine di un sopralluogo nell'Alta Galilea e di una consultazione urgente con il premier eletto Benjamin Netanyahu - nel posto, nel momento e nel modo che riterremo opportuni». Già ieri Israele ha rivolto un appello urgente agli Stati Uniti affinché tornino ad esercitare pressioni diplomatiche sulla Si ria e - attraverso Damasco - sugli hezbollah. In serata fonti libanesi hanno annunciato l'imminente arrivo a Beirut del ministro siria no degli Esteri Faruk a-Shara. Alle prime luci dell'alba gli hezbollah hanno sorpreso una unità d'elite della brigata israe liana Nahal nei pressi dell'altura di Ali Taher (Libano del Sud), mentre i militari israeliani rientravano in colonna alla loro base di Dabshe al termine di una missione notturna, probabilmente un'imboscata. I guerriglieri islamici hanno simultaneamente aperto un fuoco di armi automatiche da pochi metri di distanza e per cinque militari non c'è stato scampo. Nello stesso momento i guerriglieri filo-iraniani - che hanno lasciato sul terreno un loro combattente - hanno iniziato a sparare numerosi colpi di mortaio per tenere lontani gli elicotteri israeliani ed impedire così di soccorrere i feriti. La reazione israeliana si è espressa con bombardamenti a tappeto dei villagi sciiti vicino a Nabatye nel corso dei quali un militare libanese è rimasto ucciso e un civile è stato ferito. Questi bombardamenti, ha poi affermato Radio Nur (l'emittente de¬ gli hezbollah), sono in contrasto con le intese raggiunte al termine dell'Operazione Furore, in base alle quali la popolazione civile (israeliana e libanese) non deve in alcun caso essere coinvolta nei combattimenti. Ma fonti militari israeliane hanno replicato che sono stati proprio gli hezbollah ad infrangere le intese lanciando in ripetute occasioni attacchi anti israeliani da villaggi sciiti. Sia in Libano sia nei Territori la vittoria elettorale della destra israeliana ha dunque spronato i massimalisti ad agire, probabilmente per mettere alla prova il nuovo governo. Un ministro palestinese, Frehi Abu Mdein (giustizia) ha direttamente collegato questi episodi con il ritorno al potere del Likud: «Se non ci sarà alcun risultato concreto nel processo di pace - ha detto - e se Netanyahu gli volterà la schiena, c'è da aspettarsi maggiori violenze». Netanyahu - che formalmente entrerà in carica solo fra una settimana - non si è per ora espresso. Un suo collaboratore - il deputato del Likud Zachi Hanegbi, ha osservato che «è inammissibile che in Libano i contadini sciiti vivano e lavorino indisturbati mentre in Israele si seppelliscono i soldati uccisi». «Le intese raggiunte dopo l'Operazione Furore sono crollate» ha dichiarato Hanegbi. Eppure secondo la televisione commerciale Netanyahu non esclude a priori l'ipotesi della consegna all'esercito nazionale libanese della Fascia di sicurezza presidiata da Israele dal 1985: ma a condizione che ciò rientri in accordi israelo-siriani destinati a costruire una fiducia reciproca. Aldo Baquis I soccorsi a uno dei soldati israeliani feriti in Libano II dolore ai funerali dei due coloni uccisi a Hebron Nella foto piccola il leader siriano Hafez Assad