Clinton una piccola bugia fa arrabbiare l'Arkansas di Paolo Passarini

Proteste: qui siamo civili e non razzisti Proteste: qui siamo civili e non razzisti Clinton, una piccola bugia fa arrabbiare l'Arkansas Aveva detto: ricordo, quand'ero bambino gli incendi di chiese dei neri nel mio Stato WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Beccato di nuovo. Aveva detto: «Io stesso conservo ancora vivida e penosa memoria delle chiese dei neri bruciate nel mio Stato quando ero bambino». Ma questo toccante ricordo, improvvisato fuori testo da Bill Clinton per dare più forza al suo ultimatum contro gli attacchi razzisti a chiese di neri nel Sud durante il suo messaggio radiofonico di sabato scorso, invece che commozione ha suscitato indignazione proprio nell'Arkansas, che è appunto lo Stato del Presidente. Centinaia di suoi concittadini, guidati dai legislatori democratici locali e dalle associazioni dèi diritti civili dei neri, hanno inviato la loro vibrata protesta alla Casa Bianca. La ragione? In tutta la storia dell'Arkansas non è mai stata bruciata un chiesa di neri, quindi il ricordo di Clinton non poteva essere così «vivido»; ma è servito, secondo gli indignati cittadini dell'Arkansas, a «diffamare» il grado di civiltà dello Stato. Dopo essersi consultata con alcuni storici locali, è stata l'«Arkansas Democrat Gazette» di Little Rock a far notare a Clinton che qualcosa non funzionava nel suo «vivido» ricordo. A questo rilievo è stata incaricata di rispondere, dalla Casa Bianca, Mary Ellen Glynn, viceresponsabile Il presidente Cl ton per i rapporti con la stampa: «Nella memoria del Presidente vi sono alcuni edifici appartenenti alla comunità nera che vennero bruciati negli Anni 50, quando lui era un bambino». L'imbarazzata marcia indietro, da chiese a imprecisati edifici, non ha placato gli inviperiti progressisti dell'Arkansas, che sono andati a sfogliare i giornali del tempo. Curtis Sykes, presidente del Comitato per la storia dei neri in Arkansas, ricorda che, in effetti, a Little Rock neg!' Anni 50, vi furono alcuni incendi sospetti. Il problema è Sykes ricorda che per quegli incendi venne poi condannato un nero che, secondo le prove prodotte al processo, aveva appiccato il fuoco per raccogliere le polizze assicurative. Ma Sykes non ricorda alcun incendio motivato da ragioni razziali in quegli anni, come del resto lo storico John Ferguson e l'ex senatore di colore Jerry Jewell. Vi furono - ricorda il giornalista Frank Wolfe della «Gazette» - alcuni incidenti nel '57, ma si trattò di bombe rudimentali, e i bersagli non erano chiese nere ma borghesi bianchi. La più grande bravura di Clinton è quella di far capire che partecipa alle disgrazie e ai problemi degli altri. Solo che qualche volta è davvero troppo bravo. Paolo Passarini Il presidente Clinton

Luoghi citati: Arkansas, Little Rock, Washington