«Fiamme Gialle siete dei parassiti»

Nel Nord-Est il giorno della protesta del «Life»: «Per bloccarci, ci hanno mandato anche la Digos» Nel Nord-Est il giorno della protesta del «Life»: «Per bloccarci, ci hanno mandato anche la Digos» «Fiamme Gialle, siete dei parassiti» In piazza a Mestre: «Vìa la bolla o non la compileremo più» MESTRE DAL NOSTRO INVIATO «Petrassi, Petrassi, ti avverto: tra un mese manda le tue pattuglie sotto la mia fabbrica...». Piccolo ed elettrico, microfono in mano, la voce rotta dall'emozione, Fabio Padovan, leader dei pasdaran della Life, l'avanguardia della rivolta fiscale, sfida così il colonnello Petrassi, responsabile del nucleo della polizia tributaria di Mestre, proprio sulla porta del comando di Mestre. «Tra un mese - grida - dall' 11 luglio, se il tuo ministro Visco non avrà abolito la bolla di accompagnamento, io manderò comunque la mia roba in giro senza bolla. E fate lo stesso, voi liberi artigiani, commercianti, imprenditori veneti e italiani. Non ci prenderete in giro con le promesse di riforma, con le commissioni di studio. Basta, basta con i parassiti!». E la folla ripete: «parassiti! parassiti!». Hanno sfilato in 500-700 fino alla sede dell'odiato nemico, la centrale da cui partono i controlli fiscali a tappeto, le multe contro l'evasione o, comunque, le altre infrazioni. Arrivano da Brescia, da Udine, Trieste, da tutto il Veneto. «Ma stasera - assicura Diego Cancian, il regista della manifestazione - a Brescia ci sarà tutta l'Italia». Anche il Sud? «Come no. Io faccio fatica a star dietro alle iscrizioni. Fino a ieri abbiamo tesserato 6 mila persone, ci sono arrivati 70 mila telefonate. In Campania abbiamo 180 iscritti in meno di una settimana, ci sono sedi in Calabria. Abbiamo aperto dappertutto, dal Piemonte alla Sicilia». E lo Stato? Come reagiscono le Fiamme Gialle agli insulti, al disprezzo ostentato? «Io avrebbe detto il colonnello Petrassi, come riferisce la delegazione dei capi della Life - mi limito a obbedire agli ordini...». Di più non si viene a sapere, anche perché il colonnello Petrassi (già chiamato a rapporto dal ministro Visco) rinuncia all'ultimo momento all'incontro con la stampa; ma Geremia Agnoletti, braccio destro di Padovan, aggiunge : «quel colonnello conosce lo spirito del Nord. Qui siamo ostinati, irriducibili». «E' uno - aggiunge Padovan - che ha capito la cultura veneta, che non ci fermano con le ispezioni con il mitra in pugno. Colonnello, gli ho detto, in mano porto il mitra del mio sudore...». Sarà, ma sulle scale del comando, militi, sottufficiali e ufficiali delle Fiamme Gialle ascoltano la raffica di insulti e ammutoliscono imbarazzati. Chissà chi di loro ha già dovuto affrontale le ronde della rivolta fiscale. Fa un certo effetto questa strana guerra proclamata il 10 giugno (sinistra coincidenza, con quel giorno di 56 anni fa...) contro le Fiamme Gialle, qui, nel cuore del Veneto della protesta. La guida, all'ultimo minuto, Fabio Padovan di Conegliano, 42 anni, sposato, due figli, laurea in Economia e Commercio, una piccola fabbrica (la Otlav) nel settore arredamento e la moglie proprietaria di due boutiques, ex deputato della Lega («ma per me aggiunge - adesso tutti i partiti sono eguali. Bossi vuol separare le etnie, io raccolgo adesioni in tutto il Sud...»). Ieri mattina, alle nove, Padovan era in procura, a Treviso, convocato come «persona informata dei fatti». Due ore di interrogatorio, poi di corsa a Mestre, dai suoi artigiani in rivolta. «Che follia - grida al microfono - Stato di parassiti, di mangiapane a tradimento. Mi hanno mandato sabato in casa due della Digos». «Non ci andare - continua - mi dicevano gli avvocati, ti possono fermare. Ma io ho la coscienza tranquilla anche se a Vazzola mi sono sdraiato davanti a un cellulare. Stavolta, mi ero detto quel giorno, non sono io ad andare via quando vogliono loro, ma sono io che decido quando si possono muovere quelli lì che arrivano con il mitra, che aggrediscono gb artigiani, la gente che lavora...». E allora? «E allora quel magistrato mi ha chiesto due cose: primo, se ero a conoscenza di fatti specifici di corruzione della Guardia di Finanza, dopo un volantino della Life a Treviso. E, dopo un'intervista di un paio di mesi fa, se era vero che avevo pa gato cento milioni alla Finanza...». «Sapessero leggere - grida - io avevo detto che certo, Berlusconi poteva aver pagato cento milioni alla Finanza. Una cifra del genere poteva darla anche uno piccolo come me... Al magistrato ho detto: ma lei mi fa perder tempo per roba del genere. Sì mi ha risposto.... Noi vogliamo gb emigranti, ma gente che lavora!». E giù lo slogan ritmato davanti a queUi della Finanza: «Andate a lavorare, e lasciateci lavorare. Basta con le multe fasulle, quelle che servono per fare statistiche fasulle. Il Nord, l'Italia è con noi!». Prossimo appuntamento? «Tra due giorni di nuovo a Venezia. Con gb autoriparatori. Tutto con l'incudine e il martello, con tanta vogba di martellare qualcuno...». E le Fiamme Gialle, silenziose e obbedienti, aspettano dietro il portone... Ugo Bertone iiOSSCtt * FEDERALISTI E Il corteo dei simpatizzanti della Life sfila davanti alla sede della polizia tributaria a Mestre In basso: il ministro delle Finanze Vincenzo Visco